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Teodorico Pietrocola Rossetti e Vincenzo Albarella

 

Il seicento e il settecento furono secoli ricchi di riti folkloristici e superstiziosi, ma un grande vuoto spirituale regnava nei cuori dei napoletani. Non vi furono movimenti di Risveglio e le poche persone che volevano vivere rettamente e lodare Dio così come è scritto nella Bibbia, furono perseguitate, oppresse e tutti i loro lavori furono distrutti, al punto tale che oggi non esiste nessuna testimonianza scritta della loro esistenza. Sappiamo solo che l' 800 fu per gli evangelici italiani un secolo molto importante. Furono usate infatti soprattutto dai Valdesi, delle cappelle nelle quali si riunivano per lodare il Signore, avendo regolare autorizzazione al funzionamento. Una comunità protestante del genere a Napoli si sviluppò nel 1827.

Nella primavera del 1854, un gruppo di esuli tra cui il napoletano Vincenzo Albarella, iniziarono la pubblicazione di un giornale evangelico dal titolo "La luce evangelica", nel quale vi erano scritti articoli di edificazione. Di importanza particolare furono i suoi scritti, nei quali metteva in luce i motivi delle divisioni di alcune chiese evangeliche che non accettavano il pastorato unico di tipo presbiteriano e vedevano la Santa Cena quale centro del culto facendola anche senza la presidenza di un pastore.

Teodorico Pietrocolo RossettiUn altro napoletano di nome Teodoro Pietrocola, originario di Vasto (Chieti), nel 1857 fu costretto a fuggire da Napoli per motivi politici. Era infatti un rivoluzionario mazziniano. Si rifugiò quindi a Londra dal cugino Gabriele Rossetti ed aggiunse il cognome del cugino al suo, chiamandosi appunto Teodoro Pietrocola Rossetti. Un pomeriggio passeggiava sulle rive del Tamigi con il Conte Guicciardini il quale fu un'illustre evangelico. Il conte gli pose a bruciapelo una domanda "Dove andrebbe  la tua anima se stasera morissi?" questa domanda mise in crisi il giovane rivoluzionario, il quale il giorno dopo si recò nella chiesa dei "fratelli" di Orchard Street a Londra. Nel culto la Parola di Dio toccò profondamente il suo cuore, ed Egli accettò Cristo quale personale Salvatore. Tornato in Italia, diventò quindi un'abile evangelista, distinguendosi dagli altri predicatori protestanti per la convinzione che il battesimo fosse qualcosa per gli adulti. In quel periodo le chiese libere si scissero in due tronconi. Il primo gruppo fu guidato da un ex frate di nome Alessandro Gavazzi noto garibaldino, il secondo si identificava con Guicciardini e Rossetti, i quali desideravano, forse erroneamente che i membri delle loro comunità fossero ben inseriti nella vita e nella politica nazionale, avendo il desiderio di vedere la nazione libera dal dominatore straniero, pur essendo realmente convertiti a Cristo. Le aspre polemiche tra i due gruppi condusse alcune comunità, tra cui quelle di Genova e il pastore Mazzarella che li guidava a non aderire né a un gruppo né all'altro, ma a scegliere la comunione battista di tipo inglese.

Rossetti continuò il suo duplice lavoro di evangelista e patriota fino alla sua morte. Pur essendo napoletano, non svolse nessun evangelizzazione nella sua città, ma noi lo ricordiamo lo stesso per il suo zelo evangelistico.

     
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