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Nel 1946, da poco finita la guerra, ero vedova con tre bambini. Il mio lavoro dei guanti non si trovava, così dovetti andare come sfollata a vivere nel paese di Acierno in provincia di Salerno. Lì trovai lavoro presso una signora genovese, la quale mi maltrattava, ma dato che avevo grande bisogno di lavoro e per amore dei miei figli sopportavo ogni cosa. Un giorno tornai a Napoli dai miei familiari per chiedere un aiuto finanziario. Sin dalla mattina, quando presi la corriera, fioccava leggermente, ma al ritorno la neve raggiunse circa i 20 cm e fu impossibile per la corriera continuare il viaggio. Dovemmo scendere tutti e proseguire a piedi. Le persone del posto avevano tutte le scarpe con le punte di ferro così potevano camminare sulla neve, io con le scarpe normali non riuscivo a camminare, ad un certo punto scivolai e persi le scarpe nella neve.

NeveDovetti camminare a piedi nudi ed in quel momento invocai il nome del Signore che tanto amo e dissi: “Gesù aiutami, i miei figli sono già orfani del padre, se muoio anch’io, saranno chiusi sicuramente in un colleggio. Se tu mi salvi da questo pericolo, io farò la tua volontà tutti i giorni della mia vita”. in quel momento sentii nel mio cuore una voce dolce e soave che mi disse: “Maria, ora che ti trovi nel bisogno mi chiedi aiuto, ma perché non mi hai accettato nel tuo cuore prima?”. In quel momento sentii una mano che mi spingeva a camminare sulla neve, sembrava che volassi. Ad un certo punto comparve un uomo che dopo alcuni minuti non ho vidi più. Poi ritornò indietro perché disse che aveva sentito una voce nel suo intimo che gli disse: “Che fai? La lasci morire?”. Così mi aiutò a camminare e mi portò a casa, dove le mie vicine mi aiutarono a riscaldare.

Alcuni giorni dopo ho ripreso il mio lavoro di serva dalla signora genovese, la quale mi trattava sempre più male. Un giorno andai in camera mia a piangere e a pregare e proprio durante quel pianto, ve lo posso giurare, udii la dolce voce di Gesù che mi disse: “Maria, non piangere per te finirà”. Rimasi perplessa, smisi di piangere aspettando l’adempimento di quella promessa. Dopo 2 giorni una voce mi chiamava dal portone, era mia sorella Assunta Melluso Scarallo, la quale mi disse di ritornare a Napoli perché c’era del lavoro per me.

Ricordandomi delle parole udite da Gesù, sono rimasta una fedele testimone dell’Evangelo. Tornata a Napoli ho accettato Gesù come mio personale Salvatore ed ho fatto il patto in acqua nel 1947. il Signore poi mi battezzò nello Spirito santo ed il Suo Spirito mi ha accompagnata in tutti questi anni. Ho visto tanti miracoli nella mia vita ed in quella dei miei fratelli in Cristo. Ho camminato con fedeltà e sincerità di cuore amando Gesù con tutta me stessa e mettendolo al primo posto. Ho amato i fratelli con sincerità e non mi sono mai stancata di parlare di Gesù, di evangelizzare, di portare anime ai suoi piedi, di pregare per gli ammalati e per quanti problemi avevano i miei fratelli e le mie sorelle. Posso dire di amare un Dio vivente che guarisce, salva e battezza, ancora oggi come 2000 anni fa. Di tutto ciò sono una testimone verace perché le ho sperimentate nella mia vita. Adesso non posso camminare facilmente perché ho 94 anni ma sono felice solo quando sto insieme ai miei fratelli e alle mie sorelle, così possiamo salmeggiare insieme il nome del Signore che tanto mi ha amata. 

     
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