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Data di pubblicazione : 25/08/2012
Thomas De Witt Talmage (7 gennaio 1832 - 12 aprile 1902) I TRE ANELLI "Ma il padre disse ai suoi servi: "Presto, portate qui la veste più bella, e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi". Luca 15:22 Non starò qui a ripetere la storia del figliuol prodigo: voi sapete bene quale meravigliosa casa avesse lasciato e ricordate anche come, dopo aver trascorso un periodo da vagabondo e all'insegna della prodigalità, decise di farvi ritorno, umiliandosi davanti al padre. Che contentezza ci fu quel giorno in quella casa. I servitori affluivano l'uno dopo l'altro, chiedendosi: "Che sarà successo?" Prima che fossero tutti arrivati sul posto, il padrone di casa gridò: "Mettetegli un anello al dito". Che apparente incongruenza! Come può un tale miserabile mendicante, che ha vagabondato sinora, meritare un anello al dito? Non pascola più i porci, non desidera più i baccelli che mangiano i maiali, non ha più le vesciche ai piedi. Basta con gli stracci, adesso deve indossare la veste più bella! Si prenda l'anello! Cari fratelli, è così che Dio ci accoglie quando ritorniamo a Lui. Ci sono anelli d'oro, anelli di perle, anelli di corniola e anelli di diamanti, ma il più splendido anello che abbia mai brillato è quello che il nostro Padre celeste mette a colui ch'Egli ha perdonato. Conosco l'opinione di certe persone, secondo le quali la religione offenderebbe e ridimensionerebbe l'uomo, smorzandone la vivacità dell'anima, e volendo reprimere l'eccessiva indipendenza della creatura in una sorta di camicia di forza religiosa. Ma non è così. Quando un uomo diventa un cristiano, egli non regredisce ma inizia un cammino verso l'alto. La religione moltiplica uno per diecimila, anzi possiamo dire che lo moltiplica all'infinito. Essa non annulla l'uomo, ma piuttosto lo ingentilisce, lo fa rifiorire, lo fa risplendere. Quando un uomo entra nel regno di Dio, non è mandato a compiere un servizio umile, ma il Signore Iddio Onnipotente, dalle dimore celesti, chiama i suoi angeli che stanno presso il trono e li fa volare a "mettergli un anello al dito". In Cristo abbiamo la più grande libertà, la gioia più piena, l'onore più alto e l'ornamento più ricco. "Mettetegli un anello al dito". Osserveremo, prima di tutto, che quando Cristo accoglie un'anima nel suo amore, le mette l'anello dell'adozione.
Circa 10 anni fa, nella chiesa che curavo a Philadelphia, venne un delegato della Howard Mission di New York. Aveva con sé una decina di bambini raccolti per strada, ai quali stava cercando di provvedere un alloggio. Appena quei bimbi salirono sul pulpito e cantarono, i nostri cuori si sciolsero dalla commozione. Al termine del culto, un fratello benestante dal cuore molto generoso, venne e disse: "voglio adottare questa ragazza dagli occhi lucenti"; la prese per mano e se la portò a casa. Il giorno dopo, mentre eravamo in comunità a raccogliere indumenti per i poveri di New York, quella ragazzina entrò in chiesa con un fagottino sotto il braccio e disse: "Questi sono i miei vecchi vestiti; forse qualche bambino povero potrà averne bisogno". Era vestita con uno splendido abitino e alcuni fratelli che la videro più da vicino, si accorsero che al dito portava un anello. Era l'anello dell'adozione. Molti sono tanto orgogliosi dei propri antenati e si pavoneggiano del fatto che nelle loro vene scorre sangue regale. Tra i loro avi vantano duchi, primi ministri o addirittura monarchi. Ma quando il Signore ci mette al dito l'anello di adozione, diventiamo figli del Sovrano di tutte le nazioni della terra. "Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo". Amico, non importa quanto logori siano i nostri vestiti in questo mondo, o quanto poco sia il cibo di cui disponiamo, o quanto misera sia la nostra abitazione: se al dito abbiamo l'anello dell'adozione divina, abbiamo la certezza di essere eternamente custoditi. Adottati! Siamo dunque fratelli e sorelle dei santi che sono in cielo e di quelli che sono in terra. Portiamo il nome della famiglia celeste, abbiamo l'abito di famiglia, le chiavi di famiglia, il guardaroba di famiglia. Il Padre si prende cura di noi, ci veste, ci preserva, ci benedice. Nelle nostre vene scorre sangue reale e anche noi vantiamo una stirpe regale. Siamo figliuoli di Dio, quindi principi e principesse. È solo questione di tempo e poi otterremo quelle corone. Adottati! Siamo quindi custodi dei segreti di famiglia. "Il segreto del Signore è rivelato a quelli che lo temono, Egli fa loro conoscere il suo patto". Adottati! Abbiamo dunque diritto di prelazione sull'eredità familiare e quando il nostro Padre spartirà le ricchezze del cielo, prenderemo possesso delle dimore e dei palazzi della Nuova Gerusalemme. Perciò, non gloriamoci tanto del nostro lignaggio terreno. Il nostro emblema araldico sono i vessilli della gloria eterna. Questo anello di adozione ci conferisce ogni onore e ogni privilegio e possiamo far nostre le parole di Charles Wesley, il grande innografo: Venite, uniamoci ai nostri fratelli in alto, che hanno ottenuto il premio. Mi è stato detto che quando qualche membro di qualche grande organizzazione della nostra nazione è in una città lontana e si trova in difficoltà, oppure viene aggredito da qualcuno, basta semplicemente che egli faccia un segnale prestabilito e i membri di quella organizzazione fanno cerchio intorno a lui per difenderlo. Analogamente, qualora chi fa parte della nostra grande fratellanza cristiana fosse in difficoltà, in afflizioni, nella persecuzione o nella tentazione, egli non ha che da mostrare l'anello dell'adozione in Cristo e tutte le schiere angeliche accorreranno in suo soccorso. Poi c'è il secondo anello. Quando Cristo accoglie un'anima nel suo amore, gli mette al dito l'anello nuziale. Non è un'immagine che mi sono inventato io. Sentite cosa dice la Bibbia: "Io ti fidanzerò a me per l'eternità; ti fidanzerò a me in giustizia e in equità, in benevolenza e in compassioni" (Osea 2:19). Quando si celebra un matrimonio, lo sposo mette un anello al dito della sposa e quell'atto esprime amore e fedeltà. Potranno venire avversità tali da dover vendere ogni bene familiare: potrà andar via tutto, ma l'anello nuziale sarà l'ultima cosa che andrà via, poiché esso è considerato sacro. Quando uno dei coniugi muore e viene seppellito, lo si sfila dal dito del defunto e lo si ripone in uno scrigno che, di tanto in tanto, viene riaperto in occasioni speciali, come quella di un anniversario. Rivedendo quell'anello, tornano in mente una miriade di bei ricordi. Il cerchio di quell'oggetto d'oro rievoca migliaia di dolci memorie. Si è portati istintivamente a pensare al grande contrasto tra il momento in cui, alla fine della "marcia nuziale", tra le luci dei flash e gli effluvi dei fiori d'arancio, si stava mettendo quell'anello al dito, magari un po' cicciottello, del coniuge e l'altro in cui, alla fine di un'estenuante veglia, quando si sa che l'anima è andata via, , viene sfilato dal dito ormai scheletrico e che non da più segni di vita l'anello che il coniuge ha portato così a lungo e così bene. Poi, si prende quell'anello, lo si lucida fino a farne venir fuori la passata lucentezza, e ci si rivede il luccicare degli occhi che, tempo addietro, hanno cessato di piangere. Oh, non è una sciocchezza dire che Cristo, quando riceve l'anima di un peccatore pentito, gli mette al dito l'anello nuziale. Sin da quel momento, Egli vi dà l'emblema di tutta la sua ricchezza. Siete diventati uno, Cristo e l'anima vostra; uno nella compartecipazione, uno negli affetti, uno nella speranza. Non c'è potere terreno o infernale che possa causare il divorzio, quando Cristo e l'anima sono uniti. Ci sono stati sovrani terreni che hanno mandato via le loro compagne quando si sono stancati di loro e li hanno scacciati dai loro palazzi. Assuero respinse la regina Vasti, Napoleone ripudiò Giuseppina. Ma Cristo è uno Sposo che rimane sempre fedele. Avendoti amato una volta, ti amerà fino alla fine. Non provarono a far divorziare Margaret, quella ragazza scozzese, da Gesù? Le dissero: "Devi rinnegare la tua religione!". Lei rispose: "Non posso rinnegare la mia religione!". E così la portarono su una spiaggia, la legarono a un palo e si misero ad aspettare che, innalzandosi la marea, Margaret abiurasse la sua fede. Il mare cominciava ad alzarsi sempre più. Le arrivò alla cintola, poi alla gola e, proprio all'ultimo istante, mentre l'onda sommergeva la sua anima nella gloria, lei gridò le lodi di Gesù. Oh no, non riuscirete a separare un'anima da Cristo! È un'unione eterna. La battaglia, la tempesta, le tenebre non potranno farlo. È un'esultanza troppo grande per l'uomo, che non è altro che polvere e cenere, come sono io, poter gridare stamattina "sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore". Gloria a Dio perché quando Cristo e un'anima si uniscono in matrimonio, sono legati con una catena, una catena d'oro, se così posso dire, una catena con un solo anello, l'anello aureo dell'amore eterno di Dio. Non solo. Voglio dirvi che quando Cristo riceve un'anima nel suo amore, gli mette anche l'anello della festa. Voi sapete che, in ogni epoca, c'è sempre stata la consuetudine di donare anelli in occasioni particolarmente felici. Ad esempio, per un compleanno non c'è nulla di più indicato che regalare un anello. In questa circostanza, che parla di gioia, di buon umore, di festa, è un piacere fare un tale dono ai propri figli. Bene, il padre di cui parla il nostro testo volle esprimere in questo modo la sua felicità per il ritorno del suo ragazzo. Prima che ai piedi scalzi del prodigo fossero messi dei sandali e che fosse ammazzato il vitello ingrassato i suo onore, il padre comandò: "Mettetegli un anello al dito". Oh, che momento di gioia è quello in cui Cristo e l'anima perduta si ricongiungono! È la gioia del perdono! Che cosa meravigliosa è sentire che il rapporto tra me e Dio è stato ristabilito. Che cosa gloriosa è vedere che Dio raccoglie tutti i miei peccati in un fascio e li getta nel profondo del mare, dal quale non riaffioreranno più e dei quali non si ricorderà più! La corruzione non c'è più. Le tenebre sono rischiarate. Dio è riconciliato. Il prodigo è tornato alla casa del Padre. "Mettetegli un anello al dito". Ogni giorno incontro cristiani felici. Alcuni di essi hanno un solo soprabito, altri vivono in poco più che capanne o in case umilissime, non dotate di alcun conforto materiale; eppure, li vedete ugualmente felici. Cantano l'inno Rocca Eterna come nessun altra persona al mondo lo canterebbe. Non indossano mai alcun gioiello, tranne quell'anello d'oro, l'anello dell'amore incancellabile di Dio. Oh, quanto ci rende felici la fede in Dio! Sei cupo e triste? Vai in giro col capo abbassato? Allora, fratello mio, non credo tu abbia fede in Dio. I frutti della vera fede non sono quelli. La vera religione è gioia. "Le sue vie sono vie deliziose, e tutti i suoi sentieri sono pace". Sì, la fede alleggerisce ogni nostro peso. Essa appiana ogni nostro sentiero, dà un senso a tutti i nostri dispiaceri. Sostituisce il vaso terreno della discordia con rintocchi di campane che suonano a festa. Di fronte alla fornace ardente della prova, essa monta la fucina nella quale vengono forgiati i nostri scettri. Vorresti smettere oggi di fare il guardiano dei maiali e mettere Dio alla prova? Tutte le gioie del cielo ti verrebbero incontro e Dio griderebbe dal suo trono: "Mettetegli un anello al dito". Tu noi hai gioia. Si vede. Non c'è pace nel tuo cuore e, a volte, quando ridi, in realtà, vorresti piangere. Il mondo ti inganna. Prima ti attrae con le sue follie, poi ti butta nelle tenebre. Ha già distrutto milioni di anime con questo sistema e oggi sta tentando di annientare anche te. Fuor di Dio non c'è pace, ma qui c'è una fonte che può placare la tua sete. Qui c'è il porto dove puoi attraccare ed esser al sicuro. Non ti piacerebbe - non te lo chiedo tanto per dire ma come fossi un fratello - non ti piacerebbe avere un po' di riposo all'anima tua? Non ti farebbe piacere la sera, rientrando a casa, sentire che nella tua vita va tutto bene, sia che ti svegli l'indomani che se dovessi dormire il sonno senza risveglio? Non ti piacerebbe scambiare questa tua tremenda preoccupazione per il futuro con la gloriosa certezza del cielo? Accetta oggi stesso il Signore Gesù e tutto andrà bene. Se qualche male volesse distruggere la tua vita, esso non ti danneggerà. Ti rialzerai immediatamente. Dimorerai nelle strade celesti. Sarai annoverato tra quella grande folla che adora continuamente ed è ininterrottamente felice. Se qualche improvvisa malattia dovesse abbattersi su di te, non ne sarai spaventato. Se tu sapessi dove sei diretto, daresti un tranquillo addio alla tua bellissima dimora terrena, sapendo che stai per essere in compagnia di coloro che hanno già attraversato il travaglio e il pianto. Il sabato sera ti senti diverso da come ti senti il resto della settimana. Torni dalla banca, dal negozio, dall'ufficio e pensi: "Finalmente! La settimana è finita e domani è domenica". Indubbiamente è una sensazione piacevole. Solo al pensarci, provi un certo sollievo, un alleggerimento. Oh, quanto sarà più piacevole quando, giunti al termine della nostra vita, giaceremo nel nostro letto di polvere e potremo realizzare: "Bene, adesso l'opera mia è compiuta e domani è domenica, una domenica eterna". Oh, città del mio Dio, quando salirò verso i tuoi cortili? Dove le riunioni non finiscono E i sabati non hanno mai fine?
Oggi, in questa sala ci saranno alcuni che sono molto vicini all'eternità. Se siete cristiani, state di buon animo. Anzi, portate nella dimora risplendente i nostri saluti. Anziani che presto andrete col Signore, portate i nostri saluti ai nostri parenti che ci hanno preceduto e dite loro che stiamo per raggiungerli. Ancora qualche sermone da predicare e da ascoltare, ancora un po' amarezza, ancora qualche affanno, qualche altra lacrima da versare, e poi oh, che spettacolo estasiante si farà dinanzi a noi! Meraviglioso Paradiso, dove regna la luce meravigliosi angeli, vestiti di bianco, meravigliosi canti che non finiscono mai meravigliose arpe dirette dal coro a cui un giorno mi unirò prostrandomi ai piedi del Salvatore
In questo sabato, l'ultimo sabato che precede il gran giorno di festa, sono davanti a voi in questa chiesa. Domenica prossima, avremo la Cena del Signore e siete tutti convocati. L'invito a partecipare è valido per tutti ed è "venite, perché tutto è pronto". Siete tutti ospiti alla mensa del Signore, nell'ovile della Chiesa di Cristo. Conosco molti che pensano che la chiesa non sia così importante, che sia ormai obsoleta, che abbia fatto il suo lavoro e che adesso non ha più niente di utile e di interessante da offrire. Io invece vi dico che è il posto più bello dove sia mai stato, dopo casa mia. So che ci sono molti che dicono di essere cristiani, che sembrano cavarsela senza l'aiuto degli altri e che coltivano una fede solitaria. Fanno volentieri a meno della comunione fraterna. Sappiate che io non appartengo a questa categoria di persone. Io non riesco a stare senza i miei fratelli. Sono troppe le cose in questo mondo che vorrebbero distrarre la mia mente da Dio, da Cristo, dalla gloria eterna e quindi ho bisogno dell'aiuto della comunione fraterna; desidero intorno a me una schiera di uomini che amano Dio e osservano i suoi comandamenti. C'è qualcuno che vuole entrare a far parte di una tale adunanza? Allora, con fede semplice e sincera, chiedi di essere ammesso nella chiesa visibile e sarai accolto a braccia aperte. Non ti sarà chiesto nulla del tuo passato o del tuo presente. Solo una domanda: Ami Gesù? Il battesimo non serve a nulla, sostengono molti. Ma il Signore ha detto: "Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato", ponendo fianco a fianco fede e battesimo. E inoltre, un apostolo afferma: "Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato". Non sto parlando della forma in cui viene amministrato il battesimo, sto solo mettendo in evidenza il fatto che chi ha creduto, deve essere battezzato, né più e ne meno di quanto lo abbia fatto il Signore Gesù Cristo, il Capo della Chiesa. Sabato prossimo, il mondo perderà molti dei suoi seguaci. Sappiate che sta per arrivare una folta schiera di persone che anelano mettersi sotto la bandiera del Signore Gesù Cristo. Sarai anche tu tra loro? Ci sarà una grande messe. Farai parte anche tu del grano mietuto? Alcuni di voi avranno meditato su questo soggetto per anni e anni e si saranno resi conto che l'eredità offerta da questo mondo è assai misera. Adesso vorreste essere discepoli di Cristo: eravate quasi entrati nel regno di Dio, ma poi vi siete fermai, dimenticando che essere "quasi salvati" vuol dire non essere salvati affatto! Oh, fratello mio, anche se sei venuto così vicino alla porta della misericordia, se torni indietro, non entrerai mai. Ma se dopo aver udito parlare della bontà di Dio, torni indietro e muori, non dovrai dire che è andata così perché non hai avuto una buona offerta. Lo Spirito di Dio non contenderà per sempre L'uomo indurito si rovina da solo e chi persiste nel contristare Dio Forse non avrà più occasione di udire ancora la sua voce
Possa l'Iddio onnipotente in quest'ora accostarsi alla tua anima e ricondurti dai baccelli dei maiali alla casa del Padre, farti sedere al suo glorioso banchetto e "metterti un anello al dito". Clicca qui per scaricare l'articolo in lingua inglese
È la prima strofa dell'inno funebre di Charles Wesley (1707-1788) dal titolo Come, let us join our friends above. Inno attribuito comunemente a S. Agostino (353-430 d.C.). È contenuto nel Libro delle Meditazioni (Liber Meditationum). Inno scritto da George Gill (1820-1880) sull'isola di Mangaia, nella Nuova Zelanda, dove era missionario, nell'aprile del 1850, dal titolo Beautiful Zion, Built Above. Quinta strofa dell'inno Say, sinner! Hath a voice within? di Abigail Bradley Hyde (1799-1872). |
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