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Data di pubblicazione : 09/09/2012

 

Daniel Rowlands

Il grande apostolo del Galles


Daniel RowlandsDaniel Rowlands fu uno di quegli uomini che appaiono raramente sulla scena del mondo, uno strumento meravigliosamente usato da Dio.

 Nacque nel 1713 a Pantybeudy, vicino Llangeitho, nel Galles. Era il secondo figlio di Daniel Rowlands, rector di Llangeitho, e di Jennet. Non si conosce molto dei suoi primi venti anni di vita. Sappiamo che quando aveva 3 anni, il piccolo Daniel scampò per un pelo alla morte: una grossa pietra si staccò dal camino, cadendo proprio nel punto in cui, pochi minuti prima, era seduto. Suo padre desiderava che lui e il fratello maggiore John diventassero ministri di culto.

Nel 1731, alla morte del genitore, John divenne titolare di Llangeitho, Llancwnlle e Llandewibrefi, mentre Daniel proseguì gli studi presso la Hereford Grammar School, dove conseguì degli ottimi risultati. Ordinato a soli 20 anni come curato alle dipendenze del fratello, Daniel non aveva il minimo senso delle proprie responsabilità spirituali ed era totalmente ignorante del vangelo di Cristo. Come tanti suoi coetanei, dopo esser andato in chiesa la domenica mattina, trascorreva il resto della giornata praticando sport e facendo baldoria. Questa fu la condotta di colui che sarebbe poi diventato il grande apostolo del Galles, anche per un certo periodo dopo l'ordinazione!

Secondo uno dei suoi biografi, la scintilla che innescò in Daniel la seria ricerca della salvezza fu il fatto che, per quanto cercasse di predicare in modo giusto, non riusciva a impedire che molti suoi fedeli andassero ad ascoltare le prediche di Philip Pugh, un devoto ministro dissenter. Infastidito, Rowlands decise di predicare emulando lo stile di Pugh, e dando ai suoi sermoni dei toni più revivalistici e scioccanti.

Secondo un altro biografo, Rowlands rientrò in sé stesso mentre ascoltava un sermone del noto predicatore Griffith Jones in visita a Llandewibrefi, a poche miglia da Llangeitho. Tanta fu la folla quel giorno, che Daniel non trovò posto a sedere. Durante il sermone - capitò proprio di fronte al pulpito - egli mantenne un contegno così arrogante e presuntuoso da attirare l'attenzione di Jones, che smise di predicare e fece una preghiera speciale per lui, perché Dio avesse toccato il suo cuore e lo avesse reso uno strumento per convertire le anime dalle tenebre alla luce.

Pare che quella preghiera abbia avuto un potente impatto su Rowlands che, da quel giorno, divenne un uomo nuovo. Il portamento orgoglioso scomparve e la sua predicazione si arricchì notevolmente.

Non facciamo fatica a credere che entrambi i racconti siano veri e anzi si completino a vicenda. Quando lo Spirito Santo inizia l'opera di conversione in un'anima, dà vita a una serie di circostanze che concorrono e cooperano a produrla.  Una cosa, ad ogni modo, è sicura: a partire dal 1738, a 25 anni, Rowlands sperimentò un totale cambiamento nella sua vita e nel ministero. Si gettò anima e corpo nei suoi sermoni, che divennero più energici, sconcertanti, ponendo maggior enfasi sul peccato, sulla morte, sul giudizio, sul cielo e sull'inferno. Tra i suoi testi c'erano, ad esempio, Gli empi se ne andranno al soggiorno dei morti (Sal. 9:17) oppure è venuto il gran giorno della sua ira (Ap. 6:17).

Il suo metodo per risvegliare e stimolare i peccatori sconvolgeva letteralmente gli uditori. Il suo biografo Edward Morgan racconta che chi ascoltava i suoi sermoni si sentiva turbato e angosciato:... era come se vedessero la fine del mondo avvicinarsi e l'inferno fosse prossimo a inghiottirli. La sua fama si sparse per tutta la nazione e la gente veniva da ogni parte ad ascoltarlo. Non si riempiva solo l'interno delle chiese, ma anche gli slarghi esterni. Si racconta di numerose persone sdraiate per terra nello spiazzo antistante la chiesa di Llancwnlle in preda a un profondo stato di prostrazione, talché era difficile attraversarlo senza inciampare in qualcuno.

Anche Philip Pugh, uomo scevro da rivalità personale e da gelosie, si rallegrò della trasformazione di Rowlands e prese a incoraggiare i suoi fedeli ad andare ad ascoltarlo. Alcuni di essi gli facevano osservare come Rowlands predicasse in un modo che essi ritenevano non conforme al vangelo, ma lui rispondeva: Lasciatelo stare; è uno strumento che Dio sta suscitando per compiere qualche grande opera nel mondo. Tra breve si perfezionerà. Dio lo migliorerà poco per volta.

In quel tempo la popolarità di Rowlands crebbe moltissimo ma, per quanto possa apparire strano, egli non annunciava ancora tutto l'evangelo. Predicava senza dubbio la verità, ma non ancora tutta la verità. Sapeva ritrarre la spiritualità e il potere costringente della legge con accenti così impetuosi da far tremare e implorare pietà i suoi uditori, ma Cristo non era innalzato in tutta la sua completezza, non veniva indicato come il Rifugio, il Medico, l'Amico, il Redentore. Molti venivano feriti, ma non guariti e questa situazione andò avanti all'incirca per quattro anni.

Uno dei principali strumenti che guidarono Rowlands verso la scoperta della piena verità evangelica fu quello stesso Philip Pugh la cui predicazione, anni prima, gli aveva sottratto i membri di chiesa. In quel periodo, Pugh si interessò vivamente a Rowlands e gli dette un eccellente consiglio: Fratello, predica il Vangelo al popolo e applica sulle ferite spirituali dei credenti il balsamo di Galaad, il Sangue di Cristo, mostrando loro la necessità delle fede nel Salvatore crocifisso.

Rowlands replicò: Temo di non avere in me questa fede nel suo vigore e nel suo pieno esercizio. La risposta del buon vecchio Pugh fu: ... Ma se continuerai a predicare così, ucciderai la metà delle persone della nazione, perché tu scagli le maledizioni della legge in una maniera così terrificante che dinanzi a te non potrà reggere nessuno.

Pugh in più gli suggerì anche degli spunti pratici: ad esempio, predicava puntando spesso l'indice accusatore, come a voler ripetere le parole del profeta Natan: Tu sei quell'uomo.

Daniel Rowlands, Howell Harris ...L'amicizia con il famoso Howell Harris (1714-1773), uno dei promotori del risveglio nel Galles, si rivelò anch'essa un prezioso supporto all'anima di Rowlands. Ad ogni modo il grande apostolo del Galles giunse gradualmente alla piena rivelazione della verità di Cristo e nel 1742, al suo trentesimo anno di età, divenne un affermato predicatore del pieno, chiaro ed equilibrato vangelo.

I risultati del suo rinnovato ministero furono prodigiosi.

Nel 1743 lo stesso Howell Harris, scrivendo a George Whitefield, così descriveva l'opera di Dio attraverso Daniel Rowlands:

Non saprei da dove iniziare per dirti quali grandi cose Dio sta facendo quotidianamente in mezzo a noi... Domenica scorsa sono stato col fratello Rowlands a un culto in cui ho visto, provato e sentito cose delle quali non posso darti un'idea esatta in questa lettera. Pianti e lamenti di cuori rotti, piagnucolii silenziosi, espressioni di santa gioia e grida di allegrezza come non ho mai visto. Se tu fossi stato lì, anche la tua anima si sarebbe infiammata al sentire gli "Amen", i "Gloria nell'alto dei cieli", ecc...

Oggi, l'opera dello Spirito Santo appare ridotta, al punto che i frutti maturati a Llangeitho circa tre secoli fa sembrano quasi incredibili. Pur tuttavia, in quel tempo, sappiamo che le persone accorrevano a centinaia per udirlo predicare, percorrendo anche 60 miglia e nelle domeniche in cui egli celebrava la Cena del Signore, non era raro vedere fino a 2500 comunicanti!

I detrattori vorrebbero screditare l'opera dello Spirito Santo, cercando di spiegare gli effetti del ministero di Rowland sulle folle come pura emotività religiosa.

Ma non spiegano come mai l'influenza esercitata da Rowlands sui suoi uditori si sia protratta invariata per almeno 48 anni! Essa ebbe indubbiamente i suoi flussi e riflussi, e talvolta le sue alte maree ma, secondo Charles di Bala e molti altri inoppugnabili testimoni, Rowlands fu energico e avvincente a 70 anni come lo era stato a 50.

Inoltre, se teniamo presente che Rowlands non mancava quasi mai la domenica da Llangeitho e che per 48 anni predicò sistematicamente nello stesso posto, a differenza di Whitefield e Wesley, che predicavano in assemblee sempre diverse, allora dobbiamo ammettere che pochi predicatori ebbero un tale straordinario successo spirituale dai giorni degli apostoli.

È chiaro che il movimento revivalistico suscitato da Rowlands dette adito anche a  stati emotivi sproporzionati e superficiali, a false conversioni e a simulazioni, come sempre accade quando c'è un notevole concorso di popolo e si fa leva sui sentimenti umani. Niente, forse, è più contagioso di un cristianesimo artefatto e sensazionalistico, specie quando coinvolge persone incolte e analfabete. I gallesi, inoltre, sono una popolazione notoriamente emotiva. Tuttavia, i risultati dell'opera di Rowlands furono inequivocabili.

Lui stesso ammise:

Nel predicare e nell'amministrare la Cena del Signore mi è stata data una potenza mai sperimentata prima. Il Signore scende in mezzo a noi in una maniera tale da non poterla riferire con parole.  Pur essendo costretto a riprendere apertamente tutti quelli che gridano, per evitare che gli eccessi della natura umana siano scambiati per l'azione di Dio, nell'assemblea è tale la luce, la visione e la potenza che Dio concede a numerosi cuori, che non è possibile impedir loro del tutto di gridare, lodare e adorare Gesù, di essere assorbiti in Dio. E quindi sono obbligato a, per così dire, abbandonare la mia comunità, che conta molte centinaia di anime, nel fuoco. .. e questo, di solito, accade ogni sabato.

Rowlands decise poi di dar vita a un ministero itinerante; trovava impossibile limitare la sua opera ai confini della propria parrocchia. Lo stato della sua terra era così spiritualmente e moralmente deplorevole che sentiva di non poter fare diversamente.  Cominciò quindi a predicare ovunque gli venisse aperta una porta: quando poteva, usufruiva delle chiese, ma se queste gli venivano precluse, predicava in una sala, in una stalla o all'aperto. L'opera extraparrocchiale di Rowlands veniva poi accuratamente seguita anche dopo. Aveva capito che le anime, dopo esser state risvegliate, vanno curate e che nel campo spirituale, c'è bisogno tanto di innaffiare quanto di piantare. Le circostanze che dettero origine a questo suo desiderio di predicare fuori dal suo rettorato sono talmente singolari che vale la pena darne la narrazione.

Sono riportate dal suo biografo John Owen:

A Ystradffin, nella contea del Carmarthen, la moglie di un contadino aveva una sorella che viveva vicino Llangeitho. A volte, essa andava a trovarla e durante una di queste visite udì delle cose strane a proposito di un religioso della parrocchia locale, un certo Rowlands. Circolava la voce che questi non fosse sano di mente. Tuttavia, ella andò a sentirlo, e non senza profitto, ma non parlò né a sua sorella né ad altri del sermone, e se ne ritornò a casa, dalla sua famiglia. La domenica seguente la donna si recò di nuovo a casa della sorella, a Llangeitho. ‘Cosa è successo?' le chiese sua sorella, sorpresa. ‘Tuo marito e i bambini stanno bene?' Avendola rivista così presto e così inaspettatamente, temeva che fosse accaduto qualcosa di spiacevole. ‘Oh, certo', fu la risposta ‘è tutto a posto!'. Di nuovo le chiese: ‘Ma allora cos'è successo?' e si sentì rispondere: ‘Sai, non so bene quel che mi sta accadendo. C'è qualcosa che ha detto quel tuo pazzo predicatore domenica scorsa, che mi ha spinto a ritornare qui oggi. Mi si è ficcato nella mente per tutta la settimana senza lasciarmi un solo momento'.

Così, quella donna ritornò puntualmente ogni domenica, sebbene la strada fosse impervia e montagnosa e la sua casa distasse da Llangeitho più di venti miglia. Dopo aver ascoltato Rowlands per circa 6 mesi, volle chiedergli di venire a predicare a Ystradffin e, una domenica, dopo il culto, si avvicinò a Rowlands e gli disse: ‘Pastore, se ciò che dici è vero, nel mio villaggio molti sono in una pericolosissima condizione e corrono velocemente verso l'eterna miseria. Per amore delle loro anime, vieni e predica anche a loro'.

La richiesta della donna sorprese Rowlands; poi in un attimo, senza la minima esitazione, egli rispose, con la sua solita prontezza: ‘Certo che verrò, se riesci a ottenere il permesso del parroco locale'. La donna ritornò a casa tutta compiaciuta, come se avesse trovato qualche ricco tesoro. Alla prima occasione, chiese al suo parroco quel permesso, che le fu accordato senza difficoltà. La domenica successiva ritornò a Llangeitho, mettendo al corrente dell'esito positivo Rowlands. Questi, tenendo fede alla promessa fatta, si recò a Ystradffin, dove predicò il suo primo sermone che fu straordinariamente benedetto. Quel giorno si convertirono non meno di trenta persone! Molti di loro in seguito continuarono regolarmente ad ascoltare Rowlands a Llangeitho'.


Ma questo potente strumento che Dio usò per produrre tante conversioni e risvegliare tanti cuori, non fu preservato dalle prove.  Per saggi e buoni fini, perché rimanesse umile anche in tutti quei successi spirituali e per impedirgli di cadere nell'autoesaltazione, Daniel Rowlands dovette bere numerosi calici amari. Come il suo divino Maestro, egli fu infatti uomo di dolore, familiare con la sofferenza. In quel tempo, predicare il vangelo non apriva la strada verso la gloria, ma piuttosto conduceva al discredito e al complotto, alla persecuzione e alla povertà. Daniel fu spesse volte amareggiato e ostacolato non solo dai falsi fratelli, ma anche dai feroci attacchi del serpente antico. Tuttavia, sopportò sempre con estrema pazienza e mansuetudine. Anzi, sembrava rallegrarsi delle tribolazioni. Non considerava mai genuina un'opera se questa non era bersaglio degli assalti del regno di Satana. Di conseguenza, sin da quando scelse di essere un predicatore itinerante, si espose a innumerevoli pericoli, specie nel nord del Galles, dove la persecuzione era feroce.

Una volta, nel Carnarvonshire, zona nota per l'avversione al vangelo, passò per il villaggio di Pen y mhorfa. Quando quelli del luogo si resero conto che Rowlands era un predicatore metodista, lo minacciarono che se avesse osato addentrarsi nella loro terra, avrebbero ridotto le sue ossa in pezzi talmente piccoli, da poterli mettere in un sacchetto. Una spiacevole e amara accoglienza per un soldato di Cristo.

Ciò nonostante, Rowlands andò avanti e giunse a Leyn, dove fu ospitato da alcuni fratelli, che tentarono senza esito di procurarsi l'autorizzazione a farlo predicare nella chiesa di Folltheirn. Lui però non si perse d'animo e, montato su un predellino, cominciò a predicare all'aperto. Fu un sermone fruttuoso: molti si convertirono e la chiesa locale fu edificata. Poi si diresse verso il villaggio di Tydweiliog dove, mentre era in preghiera prima del sermone, fu colpito da una pietra. Nonostante lo spiacevole imprevisto, Rowlands predicò ugualmente. In un'altra occasione, a Nefyn, il parroco locale ingaggiò alcuni personaggi maldisposti come lui, facendoli cantare a squarciagola per ore e ore il Salmo 119, tanto che Rowlands non poté predicare. Un'altra persecuzione Rowlands la subì a Gellidara dove, mentre andava a predicare, la gente lo accolse battendo su dei tamburi; uno di loro particolarmente ostile, ritenendo di non avergli dato abbastanza disturbo, prese un bastone e con tutta lo sforzo che può provenire da una malefica intenzione, colpì il tamburo così forte da sfasciarlo.

Però la più grande delle prove per Daniel Rowlands fu certamente l'espulsione dalla Chiesa d'Inghilterra, nel 1763, dopo 30 anni di instancabile attività. Il modo in cui fu rimosso merita di essere menzionato.

Alla morte di John Rowlands, fratello di Daniel, era stato chiesto al vescovo di St. David, responsabile di Llangeitho, di trasmettere il beneficio della parrocchia a Daniel, che vi aveva servito per 27 anni, ma egli si rifiutò, prendendo la singolare decisione di affidare la comunità religiosa al figlio di Daniel, il ventisettenne John. La conclusione fu che Daniel Rowlands, da curato del fratello, diventò curato di suo figlio.

La ragione del diniego del vescovo di St. David può essere facilmente intuita. Finché Rowlands fosse rimasto un semplice curato, poteva esser messo a tacere senza problemi. Il vescovo permise a Rowlands di predicare a Llangeitho come curato di suo figlio, avvertendolo però che il clero gallese era scontento delle sue renitenze e che non le avrebbe tollerate a lungo. Ma attenzione: non stiamo parlando di ubriachezza, di rapina, di andare a caccia o di gioco d'azzardo! Le inadempienze di Rowlands, in sostanza, costituivano il predicare fuori dalla sua circoscrizione ecclesiastica ogni volta che c'erano degli uditori. Alle raccomandazioni del vescovo, Rowlands replicò che non aveva altro scopo che la gloria di Dio nella salvezza dei peccatori, e che siccome le sue attività erano state così benedette, non poteva rinunciarvi.

 Poi giunse il provvedimento finale. Il vescovo di St. David gli revocò il permesso di predicare a Llangeitho ‘perché per tre anni non si era astenuto dal predicare in altro luogo'.

Ma fu una follia l'averglielo comunicato in giorno di domenica! La nipote di un testimone oculare descrive cosi l'evento: Quella mattina, mio zio era a Llangeitho. Proprio mentre il signor Rowlands stava per salire sul pulpito, entrò uno straniero che lo informò di avere un comunicato per lui da parte del vescovo. Rowlands lo lesse e disse al popolo che il mittente della lettera appena ricevuta era il vescovo, il quale gli revocava il mandato. Poi disse: ‘Bisogna ubbidire alle autorità. Vi chiedo di uscire tutti in silenzio e poi concluderemo il culto mattutino presso la porta della chiesa'. Così tutti si avviarono verso l'uscio piangendo. Secondo mio zio, non ci fu un solo credente che non piangesse in quel momento; il signor Rowlands predicò fuori dalla chiesa con straordinaria efficacia.

Era stato cacciato dalla Chiesa d'Inghilterra avendo la sola colpa di essere troppo zelante. E questa espulsione ebbe luogo in un tempo in cui decine di religiosi gallesi ignoravano vergognosamente i loro doveri e troppo spesso erano beoni, giocatori d'azzardo, se non peggio! Che il vescovo, successivamente, si sia pentito amaramente di ciò che aveva fatto fu una magra consolazione. Era troppo tardi. Si era ormai creata una spaccatura nella Chiesa Stabilita che probabilmente non sarà mai risanata.

Dal tempo della sua destituzione fino alla morte, pare che la vita di Rowlands sia scorsa relativamente tranquilla. Continuò a predicare per altri 27 anni, non più perseguitato e disprezzato dai suoi superiori ecclesiastici, ma amato e seguito da tutti.

Daniel RowlandsDice Morgan che durante l'ultimo anno si ammalò della sua vita, ma fu ugualmente in grado di portare avanti il suo ministero a Llangeitho, anche se si recava sempre meno spesso a predicare altrove. Era suo particolare desiderio poter passare direttamente dalla sua attività al riposo eterno, senza dover affrontare una lunga degenza nel letto d'infermità. Il suo Padre Celeste si compiacque di concedergli questo desiderio e quando la sua partenza si avvicinava, si rese piacevolmente conto della sua imminente dipartita.

Uno dei suoi figli ha lasciato il seguente interessante racconto dei suoi ultimi giorni di vita: Due giorni prima della sua scomparsa, nelle sue prediche mio padre fece le seguenti considerazioni. Disse: ‘Sto per lasciarvi e tra poco vi sarò tolto ... Ho come il presentimento che il mio Padre Celeste presto mi solleverà da ogni mio incarico e mi introdurrà nel mio eterno riposo; tuttavia, ho fiducia che, dopo che me ne sarò andato, la Sua misericordiosa presenza continui ad essere con voi'. Ci disse, parlando della sua dipartita dopo il culto dell'ultima domenica, che avrebbe gradito morire in maniera silenziosa, senza strepiti, e che desiderava di non essere turbato dai nostri singhiozzi e dai pianti.

Poi aggiunse: ‘non ho altro da dire se non quello che ho sempre ripetuto: muoio da povero peccatore, dipendendo completamente e totalmente dai meriti del Salvatore crocifisso per essere accolto da Dio'. Nei suoi ultimi momenti pronunciò spesso, in latino, l'espressione detta da Wesley sul letto di morte: ‘Dio è con noi' e, infine, morì in gran pace.Lady Huntingdon

L'incisione che lo ritrae sul frontespizio dei libri che parlano della sua vita dà un'idea di un Rowlands dall'aspetto grave e solenne. È probabilmente ricavata da un ritratto del predicatore che Lady Huntingdon commissionò a un artista proprio verso la fine della sua vita.  Si dice che Rowlands non l'abbia affatto gradito. ‘Perché vi rifiutate, signore?', chiese l'artista. ‘Chiedete: perché?', rispose Daniel, con grande irruenza. ‘Io non sono che un po' di argilla come voi!' E poi esclamò: ‘Ahimè! Ahimè! Ahimè! Raffigurare l'immagine di un povero vecchio peccatore! Ahimè! Ahimè!'.

Ecco perché Rowlands appare con un aspetto quasi contrariato.


Il suo aspetto era imponente e grave, il suo modo di predicare appassionato e drammatico. L'autorevole E. Burns, di Birmingham, usava raccontare che Rowlands predicava col maggior zelo, entusiasmo e calore cui avesse mai assistito. Egli racconta: Giunsi casualmente in una località del Galles dove Rowlands stava predicando a un'immensa folla all'aperto. Non avevo mai visto una cosa del genere. Che aspetto sorprendente aveva il predicatore! La sua diligenza, la sua passione e il suo slancio vanno oltre ogni descrizione e i risultati si videro sull'adunanza come mai avevo avuto modo di vedere prima!

La sua voce, stando a quanto afferma la tradizione, era potente: egli predicava a migliaia di persone all'aperto, riuscendo a farsi udire senza difficoltà. Tuttavia, non dobbiamo pensare a che una voce tuonante fosse l'unico suo attributo e che lui fosse solo uno che gridava più forte di altri predicatori.  Quelli che lo ascoltarono hanno affermato che la sua voce era estremamente toccante, commovente, gentile e che possedeva lo strano dono di attirarsi le simpatie degli uditori. Sotto questo aspetto, Rowlands ricordava un po' Richard Baxter (1615-1691) e George Whitefield (1714-1770) e, secondo il modo di fare di quest'ultimo, i suoi sentimenti non interferivano mai con l'inflessione della sua voce. Anche se durante il sermone si emozionava sino alle lacrime, era capace di continuare a predicare con uguale chiarezza. Una volta, leggendo la Litania della Chiesa d'Inghilterra, la maniera straordinariamente toccante e struggente con cui ripeté le parole ‘Per mezzo della Tua agonia e del tuo sudore di sangue, liberaci Signore' commosse a tal punto l'assemblea che quasi tutti si misero a piangere ad alta voce.

Thomas Charles (1755 - 1814), pastore metodista gallese che ricoprì un importante ruolo nella storia del Galles moderno, raccontò:

Llangeitho ChapelMi recai ad ascoltare Rowlands alla New Chapel ... fu un giorno che ricorderò finché vivo. Mai da quel lieto giorno avevo vissuto in un nuovo cielo e una nuova terra. Il cambiamento che sperimenta un cieco che ricupera la vista non è più grande di quello che sperimentai quella volta ... l'effetto del sermone si prolungò nella mia mente per mesi, durante i quali il mio corpo godè di una perfetta forma fisica e spirituale. Spesso, passeggiando per i campi, alzavo gioioso lo sguardo al cielo, a cui riguardavo come la mia patria, desiderando ardentemente allo stesso tempo l'apparizione del glorioso Salvatore per andarmene per sempre con Lui.

Questa invece è la testimonianza di un altro vecchio predicatore, John Williams.

Proveniva da Dolwyddelan ed era diretto a Llangeitho per ascoltare Rowlands. Giunto nel villaggio, era così stanco che fu tentato dall'idea di riposarsi, invece di andare in chiesa. Tuttavia, vinse la stanchezza e si recò in chiesa. Rowlands stava predicando su Isa. 25:6: Il Signore degli eserciti preparerà per tutti i popoli su questo monte un convito di cibi succulenti, un convito di vini vecchi, di cibi pieni di midollo, di vini vecchi raffinati.

John Williams riferì, a proposito di quella predicazione: ... Egli prese ad attingere dai barili della grazia, facendone uscire del vino raffinato per farlo bere al popolo ed esso fu riversato sull'assemblea. Ne bevvi anch'io e posso dire che mi inebriai e insieme a decine di altri credenti, caddi in un gradevole stato d'estasi, lodando Dio per essermi dimenticato di tutte le fatiche e le necessità fisiche.

La narrazione del famoso predicatore gallese Christmas Evans darà probabilmente una piacevole idea di com'era Rowlands sul pulpito. Merita particolare attenzione, in quanto proviene da un gallese, testimone oculare, acuto osservatore e genuino ammiratore di Rowlands, che fu egli stesso un uomo straordinario:

Il modo di predicare di Rowlands era unico, direi inimitabile. Mi sembra di vederlo, nel suo abito nero, aprire la porticina che dà sul pulpito, e fare la sua apparizione davanti alla folla di fedeli. Il suo aspetto era avvolto da una maestà che ispirava saggezza, eloquenza, autorità. Aveva la fronte alta, gli occhi svegli e penetranti...Quando saliva sul pulpito, spesso chiedeva, con voce chiara e comprensibile, che si recitasse il Salmo 27 versetto 4 ... Poi si alzava e leggeva il testo del suo sermone in modo che tutti potessero udire. La comunità era tutta orecchi e attentissima, come se fosse sul punto di udire qualche oracolo celeste, fissandolo con eguale concentrazione. Cominciava il suo sermone con un piccolo, appassionante e singolare pensiero, come aprendo una piccola scatola di unguento prima di aprire quella più grande del sermone vero e proprio,  che poi riempiva tutta la casa del suo profumo celestiale, come l'odorifero alabastro di Maria a Betania. E la chiesa, essendo stata deliziosamente deliziata da quel soave profumo, era così pronta per riceverne altro, una scatola dopo l'altra, per tutta la durata del sermone. Ma voglio servirmi di un'altra immagine per dare l'idea della sua energica oratoria. È quella del fabbro. Egli mette prima il ferro nel fuoco, poi aziona il mantice piano piano, controllando di tanto in tanto il lavoro da farsi, mentre il suo occhio sorveglia costantemente l'arroventamento del ferro nella fornace.  Appena capisce ch'esso è diventato malleabile, lo mette sull'incudine, prende un pesante martello e assesta un poderoso colpo sul metallo e, tra il rumore assordante e le faville bollenti sprigionatesi dal ferro incandescente, lo forgia e lo plasma a suo piacimento.

Tralasciando altre testimonianze, di cui il lettore potrà venire a conoscenza dandosi pena di leggere la biografia integrale di questo grande servo del Signore, riteniamo edificante dare, a conclusione di questo compendio, qualche piccolo accenno riguardante la vita privata di Rowlands.

John Charles Ryle, a cui siamo debitori per una parte di questo scritto, disse che la sua vita privata fu santa, irreprensibile e coerente come può esserlo solo la vita di un vero cristiano.  Verso il 1850, il Quarterly Review pubblicò un articolo nel quale si insinuava che Rowlands fosse un alcolizzato. La cosa provocò le indignate proteste, e la sconfessione, di molti esperti testimoni del Galles meridionale, specie nella zona di Llangeitho. Certe accuse a danno dei cristiani non meravigliano: calunnia e falsità sono le armi preferite dal nemico per infangare quelli che si scagliano contro il suo regno infernale. Lo stesso Gesù fu chiamato mangione, beone e amico dei peccatori (Mat. 11:19). Quando i figli del presente secolo non riescono a impedire che il vangelo sia predicato, cercano di denigrare il carattere del predicatore.

Ma Rowlands aveva delle virtù predominanti nella sua vita, la prima delle quali era l'umiltà. Aveva un profondo e continuo senso della sua peccaminosità, debolezza e corruzione, che lo portava a sentire costantemente il bisogno dalla grazia di Dio. Vedendo le masse accorrere ad udirlo, frequentemente diceva: Oh, possa il Signore avere pietà di me e aiutarmi, povero verme, peccaminoso involucro di polvere e cenere.

 Specialmente nei suoi ultimi anni di vita, soleva dire che nel corso della sua vita spirituale c'erano state 4 lezioni che aveva faticato a imparare, e che stava ancora imparando. Queste lezioni erano:

1.      Pentirsi senza cadere nella disperazione.

2.      Credere senza scivolare nella presunzione.

3.      Rallegrarsi senza degenerare nella puerilità.

4.      Adirarsi senza peccare.

Usava spesso dire che lo spirito legalistico e autogiustificante dell'uomo è come una camicia, che egli indossa sin dall'inizio e che toglie solo alla fine.

Questo famoso araldo del vangelo, avendo compiuto il suo corso e serbata la fede, fu alla fine raccolto per ricevere la ricompensa, la corona della gloria che Dio ha destinato a tutti quelli che avranno amato la sua seconda apparizione. Avendo portato abbondante frutto, era egli stesso maturo per essere mietuto. Essendo stato di benedizione a migliaia di persone, era giunto il momento in cui la sua anima doveva esser benedetta.

Il 16 ottobre del 1790, a 77 anni, dopo aver lavorato al servizio del Signore per oltre 50 anni, la sua anima lasciò il terrestre tabernacolo ed entrò nel riposo dei santi, avendo portato a termine l'opera assegnatagli.

 


 

Il materiale riprodotto  è stato  tratto, tradotto e liberamente adattato a cura di Ciro Izzo, dai seguenti libri:

Christian Leaders of the last century, di J. C. Ryle

A memoir of the rev. Daniel Rowlands, di John Owen

Ministerial records; or, Brief accounts of the great progress of religion under the ministry of D. Rowlands, W. Williams, D. Jones, di Edward Morgan

Welsh reformers, di J. Hughes

Daniel Rowlands, man of Truth and Power, The Annual Lecture (1971) di Hywel R. Jones




Ecclesiastico a cui è affidata la cura spirituale di una parrocchia.

Nomignolo dato ai cristiani separatisi dalla Chiesa d'Inghilterra nei secoli XVI, XVII e XVIII. 

Fondatore delle Circulating Schools, un'opera cristiana che si proponeva di insegnare la gente a leggere. Erano in pratica delle scuole itineranti che sostavano per tre mesi in una località e poi si spostavano in un'altra. Si stima che alla morte di Jones, avvenuta nel 1761, almeno 200.000 persone abbiano imparato a leggere grazie a questa attività filantropica.

Preghiera composta da una serie di petizioni pronunciate o cantate da un ministro di culto, a cui l'assemblea risponde con una determinata risposta. Nacque ad Antiochia nel IV secolo e da lì si diffuse prima in tutte le Chiese Orientali e poi in quelle Occidentali.

Rivista politico-letteraria inglese fondata nel marzo 1809. 

     
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