Liberazione dalla stanchezza cronica
In generale la stanchezza è chiamata "il male del secolo" e non colpisce solo chi lavora di più; va distinta da quella "fisica" che è un fattore d'equilibrio e salute. In realtà è determinata dalle condizioni di vita sempre più artificiali e con ritmi spesso insopportabili; la conseguenza è sotto gli occhi di tutti : disgusto di se stessi, noia e, spesso, depressione psichica o nevrosi.
C'è però una stanchezza definita: è indicata come una grave minaccia per la salute e l'economia, è seconda solo all'AIDS e forse non è una nuova malattia, potrebbe trattarsi della nevrastenia; il greco indica "mancanza di forza nervosa" e nel secolo scorso era molto diffusa.
La sua descrizione
Non consiste nell'affaticamento apparentemente ingiustificato che colpisce l'uomo, visto il progresso tecnico che ha attenuato lo sforzo fisico del lavoro.
Secondo alcuni medici sarebbe depressione od altro disturbo psichico; altri invece ritengono questi mali solo una conseguenza della prolungata stanchezza e non il male vero che sarebbe appunto la "sindrome da stanchezza cronica" .
Sono stati suggeriti criteri per diagnosticare questo male: insorgere di una stanchezza che duri più di sei mesi e riduca le attività dell'ammalato del cinquanta per cento, l'assenza d'altri disturbi psichici ed organici che potrebbero provocare gli stessi sintomi. Spesso nell'esame obiettivo si appurano linfonodi dolorosi o palpabili, febbricola persistente, infiammazione della faringe e dolori muscolari.
Questo male è in ogni modo indicato come una malattia sistemica che colpisce il sistema nervoso centrale, quello immunitario e, spesso, l'apparato muscolo - scheletrico. In realtà è solo provato che insorge in individui vulnerabili il cui sistema immunitario è stato compromesso da stress, inquinamento ambientale, depressione, infezioni virali, ma non è chiaro il
"perchè".
Pur apprezzando le cure mediche, la mancanza di rimedi rivolti alla "causa" di questa malattia conferma che Gesù è il migliore Specialista di questo male.
La sua sconfitta
La compagnia divina nel dolore di questo male è preziosa; bisogna comprendere che in tutto s'impara qualcosa. Satana cerca di privare l'uomo di una tale realtà suggerendo che le circostanze sono fortuite, invece è necessario capire che il Signore è presente in ogni occasione della vita. Si deve, perciò, chiedere al Signore: < Al mattino fammi udire la tua bontà, perché in te confido; fammi conoscere la via da seguire, poiché io elevo l'anima mia a te>. Salmo143: 8). Si avverte allora la divina compagnia che sussurra al cuore: < Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia > . (Isaia 41: 10). Come creature siamo assicurati del Suo interessamento .< Ma ora cosí parla il SIGNORE, il tuo Creatore, o Giacobbe, colui che ti ha formato, o Israele! Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio! > ( Isaia 43: 1).
Il senso d'insufficienza che s'avverte in questa deve spingere a guardare in se stessi affinché si avverti il bisogno del Signore.
Diceva il Salmista nella Bibbia ." Ma pure, io resto sempre con Te; Tu m'hai preso per la mano destra (Salmi 73: 23).
Tutte le circostanze, anche quelle più piccole, sono per chi è afflitto da questo male delle alte vette insormontabili, ma bisogno saper riconoscere la mano del Signore che sempre offre il Suo aiuto : < Quando il mio cuore era amareggiato e io mi sentivo trafitto internamente, ero insensato e senza intelligenza; io ero di fronte a Te come una bestia. Ma pure, io resto sempre con Te; ; mi guiderai con il Tuo consiglio e poi mi accoglierai nella gloria> ( Salmo 73: 21-23).
Bisogna accettare che Dio fa più in noi di quel che facciamo per Lui e che quel che facciamo ha per Lui valore soltanto nella misura in cui Egli opera in noi.
Credere nel Signore resta elemento indispensabile per guarire. La fede fa riposare su Dio stesso e non sulle situazioni; neanche sulle benedizioni divine godute fino a prima di cadere vittima di questa sindrome. Bisogna dirlo con chiarezza: qualche volta Dio permette che si è privati di qualche Suo dono perché, superata la prova, si diventi più forti e maturi. Noi desidereremmo navigare sempre a vele spiegate con un vento favorevole, ma non è così che si formano i veri marinai.
La fede ha sempre l'ultima parola e quindi vince; credere allora significa riposarsi interamente sull'infallibilità di Dio e ritenere che ogni parola uscita dalla Sua bocca sia più reale della realtà stessa, della malattia.
Dio non trova mai la fede troppo ardita. Essa rende presente il futuro e visibile l'invisibile, infatti : < è certezza di cose che si vedono, dimostrazione di realtà che non si vedono> (Ebrei 11.1). Credere significa lasciare al Signore il compito di decidere, infatti, è il gran principio della vita cristiana dal principio alla fine. si è giustificati, si vive, si cammina, si smette di vivere per fede.
La forza divina è indispensabile per essere liberati da questo problema.
Uno dei segreti per vivere una vita cristiana felice è vivere giorno per giorno ricordando che la vita non giunge tutta in una volta e che il domani appartiene al Signore.Quando questo viene, Dio dà poi la forza di affrontarlo con le Sue forze donate quotidianamente.
Non si può prendere oggi una riserva di grazia per il futuro, proprio come non ci si può alimentare ora per i prossimi mesi o aspirare aria per usarla dopo diversi giorni.
IL Signore permette per questo di attingere alle riserve della Sua grazia quotidianamente secondo i bisogni e chi lo fa è un uomo felice: (Salmi 84: 5,7).
La donazione divina di una forza quotidiana è forse dovuta al fatto che Dio vuole evitare che l'uomo confidi sui Suoi doni, invece che sul Donatore.
L'Amico migliore per ricevere aiuto in questo problema è certamente Gesù.
Quando il male sembra prendere il sopravvento è necessario rifugiarsi in Lui. Allora la Sua presenza calma, il Suo amore riempie di pace, Colui che ha sofferto tanto subendo la dura condanna della croce e l'abbandono temporaneo del Padre Celeste a causa dei peccati dell'uomo, non resta sordo dinanzi alla sofferenza umana.Rimane il migliore degli amici per dare forza allo stanco.< Egli dà forza allo stanco e accresce il vigore a colui che è spossato. I giovani si affaticano e si stancano; i piú forti vacillano e cadono; ma quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano> (Isaia 40: 29-31).
Allora l'angoscia s'attenua, impallidisce, s'allontana; quando è rimessa nelle mani di Dio non pesa più! La preoccupazione del dopo è tolta dalla realtà dell'oggi col Signore: ( I Pietro 5: 7).
La preghiera spontanea mattutina e in ogni modo metodica è un altro aiuto . Il Salmista scriveva: (Salmo 5: 3).
Spesso questo tipo di stanco vorrebbe ottenere grandi cose e si frustra nel non avere forza per conquistarle. Spendere del tempo davanti al Signore aiuterà a considerare tutto quello che si è avuto, spesso senza avere il tempo di desiderarlo.
Questa preghiera consiste in quella che lascia il cuore pregare senza parole piuttosto che la bocca pregare senza il cuore.
La speranza di guarire dalla "stanchezza cronica" non è vaga né freddamente incerta. E' reale perché tale è il Guaritore:
"Se vuoi che il Signore appaia, nasconditi,
se vuoi restare in piedi, rimani in ginocchio,
se vuoi crescere, resta piccolo ai tuoi occhi,
se vuoi guarire, confessa la Sua vittoria e dì:
mediante le sue lividure noi siamo stati guariti”