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Data di pubblicazione : 03/02/2013

 

Asahel Nettleton

L’evangelista dimenticato

 

Asahel NettletonNel giugno del 1812 l’ America dichiarò guerra alla Gran Bretagna, perdendo la sua prima battaglia per l’indipendenza. In quel clima bellicoso , un giovane ministro, si fermò in una chiesa nella comunità di Sud Britain, nel Connecticut.  Fu invitato a predicare, ma nessuno poteva prevedere l’influenza che il suo ministero avrebbe avuto nei successivi tre decenni non solo in quella piccola chiesa, ma anche in tutta la costa orientale degli Stati Uniti.

L’assemblea si rese subito conto che qualcosa di strano stava accadendo. Le domande inquisitorie di quel predicatore sembravano penetrare ogni cuore, mostrando loro la realtà del peccato. Molti nella comunità si chiedevano come facesse a conoscerli così bene. Poi il predicatore disse agli ascoltanti che avevano un disperato bisogno di pentimento e li avvertì del pericolo di eventuali ritardi. Molti nella comunità realizzarono una profonda convinzione di peccato e, nel corso della settimana, sperimentarono una potente conversione. Il risveglio si diffuse in tutto il New England, estendendosi fino a New York e compiendo una profonda opera di rigenerazione che durò fino alla metà del 1800.

In questo lasso di tempo, Dio si servì di quel predicatore conducendo a Cristo più persone di qualsiasi altro evangelista da quando George Whitefield era giunto in America, mezzo secolo prima. Chi era quest'uomo? Pochi conoscono Asahel Nettleton. Egli fu una figura importante nella storia dei risvegli spirituali in America, purtroppo dimenticata. Eppure il suo ministero fu tra i più efficaci.

Anche se non pasturò mai una chiesa, non scrisse mai un libro né guidò alcuna organizzazione evangelistica, la predicazione di Nettleton portò alla conversione di oltre 30.000 persone, quando gli abitanti dell’intera nazione erano solo nove milioni. Cifra ancora più impressionante, se si considera che il suo ministero non andò oltre il Connecticut e qualche stato confinante.

I suoi contemporanei, che pure avevano sentito parlare di giganti della fede come Edwards, Whitefield, Finney, e Moody, reputarono il ministero di Nettleton insolitamente proficuo.

Nel 1844, il New York Observer scrisse che Nettleton era "uno dei predicatori del vangelo più straordinari attraverso il quale Dio abbia mai benedetto questo Paese".

Il New York Evangelist mostrò di condividere l’apprezzamento, perché titolò: "Dai tempi apostolici, pochi uomini sono stati onorati con un tale notevole successo nella predicazione della parola, e nella conversione dei peccatori come lui ...”.

Lyman Beecher, che ospitò sul suo pulpito sia Finney che Nettleton, disse di lui: “Osservando la portata della sua influenza, lo considero il più grande benefattore che Dio abbia dato a questa nazione”.

Forse quel che fu più significativo del ministero di Nettleton non è il gran numero di conversioni, ma la costanza delle persone convertitesi, che rimanevano fedeli a Cristo anche a distanza di molti anni. La maggior parte degli evangelisti oggi sarebbe felice di "ritrovare" anche una piccola percentuale di loro convertiti e di vederli vivere per il Signore.

I convertiti di Nettleton invece rimanevano sorprendentemente saldi e perseveranti. I risvegli prodotti dalla sua predicazione non erano frutto di suggestioni temporanee che, come un turbine, spazzano una comunità, lasciandosi dietro desolazione, ma erano come scrosci di pioggia, che rinfrescano la terra inaridita. Le chiese non ne uscivano solo ingrandite di numero, ma impreziosite e fortificate, esercitando anche nelle comunità limitrofe una benefica influenza.

Ma vediamo brevemente chi fu Asahel Nettleton.

Nato il 21 aprile del 1783 in una fattoria di Killingworth, stato del Connecticut, Asahel era secondo di sei figli. I suoi genitori gli avevano insegnato la morale e il catechismo di Westminster, inculcandogli anche l’attitudine ai lavori agricoli. Da giovane, Asahel ebbe un'esperienza insolita al calare del sole. L'oscurità lo indusse a fare le sue  prime riflessioni sulla realtà della morte. Ma si trattava solo di pensieri momentanei, che non generarono alcun miglioramento permanente. 

Nell’autunno del 1800, Asahel fu oggetto della potenza persuasiva dello Spirito Santo. Dopo una serata di baldoria in occasione della festa del Ringraziamento, il pensiero della morte ritornò a perseguitare la sua coscienza e, alla fine, lo spinse ad impegnarsi in attività religiose.

Invece di alleviare il suo cuore turbato, il suo zelo nella preghiera, nel leggere le Scritture e nel compiere il bene produssero maggiori dubbi e insoddisfazione. Quei fallimenti portarono Nettleton a essere preda di pericolose incertezze. Cominciò a mettere in dubbio la veridicità della Bibbia e concluse che, dal momento che il Libro sacro non poteva essere ritenuto degno di fede, non esisteva alcun Dio. Eppure, quella decisione estrema non riuscì a placare l’ansia del suo cuore. Asahel pensava: “E se la Bibbia dicesse il vero? Sarei perduto per sempre!”.  Gli scritti di Jonathan Edwards e i diari di David Brainerd accrebbero il suo convincimento di essere perduto. Dopo dieci mesi di agonia spirituale, Nettleton scrisse: “Tutto il mio perbenismo venne meno  e, non avendo fede in Dio, precipitai nello sconforto… Dopo un po', uno strano tremore colse tutte le mie membra, e la morte sembrò prendere il sopravvento su di me. La parola eternità risuonava più forte di qualsiasi altra mai udita e ogni istante trascorso mi appariva più prezioso di tutto l’oro del mondo. Non molto tempo dopo, una insolita calma pervase la mia anima… fui liberato dalle mie terribili convinzioni… Il carattere di Dio e le dottrine della Bibbia, che precedentemente non riuscivo a studiare senza odiarle, specie quella dell’elezione e della libera grazia, adesso ai miei occhi erano diventate meravigliose, i soli mezzi attraverso i quali, mediante la grazia, dei miseri peccatori perduti potevano essere resi i figli viventi di Dio”.

La conversione di Nettleton maturò nel 1802.

Durante un periodo di risveglio che aveva attraversato il villaggio di Killingworth grazie al ministero di Josiah Andrews, c’erano infatti state ben 91 conversioni, tra le quali anche la sua. Gli effetti del risveglio produssero in Asahel nuove aspirazioni. Lavorando nei campi, pensava spesso: "Se potessi essere lo strumento per la salvezza di una sola anima, sceglierei questo piuttosto che tutte le ricchezze e le glorie di questo mondo". Nell’estate di quello stesso anno, un’epidemia colpì Killingworth facendo molte vittime, tra cui il padre di Asahel e il suo fratello minore e lui, nei tre anni successivi, si interessò della tenuta paterna, insegnando nella scuola del villaggio e studiando sotto la tutela di Josiah Andrews.

Dal 1805 Nettleton si dedicò all’opera missionaria. Si iscrisse a Yale, dove concluse la preparazione accademica in maniera mediocre. Tuttavia, le sue potenziali capacità non erano sfuggite al presidente Timothy Dwight, nipote di Jonathan Edwards, che pronosticò: “Diventerà uno degli uomini più validi che questa nazione abbia mai avuto”.

Dopo aver conseguito la laurea nel 1809, rimase ancora nel college a lavorare, per rimborsare alcuni debiti.

Nel 1811 Asahel fu ordinato ministro di culto e, mentre attendeva di essere chiamato da una delle società missionarie, ministrò per breve tempo come pastore nei “luoghi sperduti” del Connecticut sudorientale.

Nel 1812 ebbe l’invito di predicare a South Salem, nello stato di New York, e mentre vi si recava, trascorse una settimana a South Britain, dove incominciò la sua fama di evangelista.

La comunità di South Salem era considerata uno di quei posti desolati, non particolarmente favorevoli verso le cose spirituali. Ciò nonostante, in breve tempo, la predicazione di Nettleton ebbe la meglio su quei cuori duri e su quelle menti indifferenti. In poche settimane ci fu un gran numero di convertiti; Asahel era così benvoluto che la chiesa espresse il desiderio di averlo come proprio pastore, ma lui si sentiva un evangelista itinerante e, passati due mesi nella cittadina, ritornò nel Connecticut, dove gli erano state offerte altre opportunità evangelistiche. I risultati della sua predicazione furono invariabilmente notevoli: a Danbury, Monroe, North Lyme, Hadlyme e Bloomfield, “le sue fatiche furono grandemente benedette, risvegliando il popolo di Dio e suscitando la conversione dei peccatori”. 

Nell’autunno del 1813, Nettleton andò a predicare in una chiesa di Litchfield, nota come la chiesa di Milton. La congregazione aveva esonerato il pastore per “compromessi rapporti” ed era piagata da numerose divisioni interne. Anche qui, la predicazione di Nettleton operò gloriosi cambiamenti. Accadeva spesso che alcuni fedeli sperimentassero un tale spavento mentale da gridare durante lo svolgimento dei culti. In un solo mese più di ottanta persone, di età compresa tra i dodici e i settant’anni, accettarono il Signore. Sparirono anche le lacerazioni interne alla comunità. Pareva che l’onda del risveglio seguisse Asahel Nettleton ovunque andava.

Nel 1815 sembrava che tutte le chiese desiderassero i suoi uffici: i ministri del New Haven lo invitarono a visitare le loro comunità e l’opera dello Spirito Santo si manifestò allorché Nettleton si recò in una scuola locale per ragazze.

In una lettera scritta al suo grande amico Philander Parmele, Asahel raccontò gli sviluppi del risveglio in quell’istituto: “un certo numero di persone sono rimaste impaurite; quante, non è possibile dirlo. È passata solo una settimana dal giorno in cui sono venuto in questo luogo, sul quale ci si comincia a porsi apertamente e solennemente la grande domanda: Che devo fare per essere salvato? Per tre giorni l’angoscia di taluni è stata opprimente. Al quarto giorno, erano esultanti quattro di loro alle quali, il quinto giorno, si aggiunsero altre undici. Da quel momento, l’opera è andata progressivamente estendendosi in città e la prospettiva non è da meno. Stamattina ho scoperto che altre due si rallegravano nella speranza. In circa 4 settimane, in questo posto i convertiti sono stati oltre cinquanta…”.

Analoghe esperienze ebbero luogo durante il periodo in cui Asahel ministrò a Middleton, sempre nel Connecticut: "Da qualche tempo c’era una crescente compostezza. Le riunioni erano affollate e solenni. Un ragazzo afferrò la mia mano esclamando: "Sono un peccatore, sono un peccatore! Che cosa devo fare?" Loro [le persone presenti alla riunione] lasciavano il locale di culto e ritornavano a casa sospirando e piangendo. Rincasando trovai alcune persone intorno alla porta di casa del signor Williams nel più grande disagio. Alcuni erano in piedi, alcuni seduti a terra e altri ancora sui gradini della porta, che gridavano "Che cosa devo fare? Perirò. Perirò.  Non posso vivere". Questo allarmò i vicini, accorsi ad assistere alla terribile scena. Li accolsi in casa con molta fatica; erano otto o dieci. Il fatto fu che il giovane di cui sopra, che aveva lasciato il luogo di riunione pieno di afflizione, mentre camminava con loro, ad un tratto provò un grande sollievo ed esclamò: "Ho trovato il Salvatore." Adesso sì che era gioioso. «Sedeva ai piedi di Gesù, vestito e sano di mente». La mia prima preoccupazione fu quella di metterlo in guardia da una falsa speranza. Pregai con loro e in particolare ordinai loro di non tornare a casa insieme, ma di farlo da soli, e di essere soli, poiché l’impegno era stato preso tra Dio e le loro anime. Tra essi c’era Maria, una giovane che viveva in questa famiglia, la quale si ritirò nella propria cameretta piangendo, supplicando misericordia e gridando: “Io morrò, io morrò!”…All'improvviso si fece silenzio. Io ero seduto di sotto e non dissi nulla. Poi udii che scendeva dalla cameretta di sopra. Aprì la porta e con un volto radioso esclamò: “Fratello, ho trovato il Salvatore”. Io continuai ad avvertirla del pericolo di una falsa speranza, ma lei rispose: “Io amo Cristo. Io lo amo. Oh quanto è dolce!”…In pochi giorni, 8 o 10 persone si sono rallegrate della medesima speranza. Quale sarà la fine, non so. Pregate per noi e per il vostro amico, A. Nettleton.”

Uno studente influenzò particolarmente il ministero di Nettleton: Francis Wayland, il futuro presidente della Brown University. Prima del risveglio, Wayland aveva interessi puramente accademici; per lui la religione era “una questione relativa e remota”. Ma la predicazione di Nettleton cambiò la direzione della sua vita. Lui stesso dichiarò: “Divenni intimo amico di Nettleton e le conversazioni scambiate con lui mi furono di grande aiuto…Credo che nessun ministro suo contemporaneo sia stato il mezzo per così tante conversioni”. 

Ma l’estenuante programma evangelistico a cui Nettleton si sottoponeva stava cominciando a gravare sulla sua salute. Fu infatti costretto a dimettersi dalla comunità di Pittsfield, nel Massachusetts, per prendersi  un periodo di riposo.

Ai primi di ottobre del 1822, Nettleton visitò una famiglia a Willbraham, nel Massachusetts, dove ci fu un caso di febbre tifoide. Verso la metà del mese, cominciò ad avere i primi sintomi e si ritirò a casa del suo amico Philander Parmele a Bolton, nel Connecticut. A metà novembre, Asahel era così sofferente da dettare le sue ultime volontà. Poco dopo, sembrò ristabilirsi ma scoprì che i Parmele aveva contratto anch’essi la malattia. La signora Parmele guarì ma suo marito Philander, il più caro amico di Asahel, morì il 27 dicembre. La notizia gli spezzò il cuore: Asahel definì quel periodo “il più duro” della sua vita.

Per quasi due anni dopo l'attacco di tifo, Nettleton predicò solo occasionalmente. La sua debolezza gli impediva di coltivare regolarmente il ministero e a volte ebbe delle ricadute che lo costringevano a stare a letto per settimane. Durante quel periodo, Nettleton creò un suo innario, col quale si proponeva di rispondere alle necessità delle chiese interessate da un risveglio. Watts, il noto innografo, era molto stimato nelle chiese contemporanee e Asahel saggiamente e con molta umiltà, riteneva la sua opera solo un supplemento da usare in aggiunta ai famosi inni di Watt,  piuttosto che sostituirli.

Nell’ultimo periodo della sua vita, l’asse del ministero di Nettleton si spostò: da appassionato promotore del risveglio, ne divenne il paladino teologico. Anche se la sua predicazione continuò a esser usata da Dio come strumento di rinascita spirituale in molti stati, tra cui la Virginia (1827-1828), il North Carolina (1829) e New York (1830-1831), i suoi ultimi anni sono ricordati in gran parte per due importanti controversie.

Nell’autunno del 1824, Asahel, quasi totalmente ristabilito, si recò a Bethlehem, nel Connecticut, dove predicò da quello che era stato il primo pulpito di Joseph Bellamy. In quel lasso di tempo, si convertirono all’Evangelo quaranta persone. Da lì, Nettleton andò poi a predicare a Brooklyn, New York e Taunton, nel Massachusetts, riscuotendo analoghi successi.

Nel 1827 Asahel Nettleton sperimentò delle perdite di coscienza e i suoi medici lo incoraggiarono a cercare un clima più caldo. Decise quindi di trascorrere l'inverno nelle montagne della Virginia, vicino all’ Hampton-Sydney College e anche in quella circostanza predicò con la solita efficacia.

Nel 1841 accusò gravi sintomi di calcolosi biliare. Subì due interventi chirurgici che però non ebbero successo e continuava a indebolirsi. Morì la mattina del 16 maggio 1844.

Perfino le sue ultime volontà comprovavano che era stato un uomo totalmente consacrato alla causa di Cristo. Del suo ingente patrimonio, costituito in gran parte dai proventi della vendita del suo innario, Asahel dispose che una piccola quota andasse a suo fratello e a sua sorella, mentre il resto doveva essere devoluto in opere missionarie, particolarmente all’American Board for Foreign Missions, la fondazione che più gli era stata a cuore.

L’importanza del ministero di Asahel Nettleton non va trascurata.  E’ sorprendente notare che la singolare efficacia della sua opera non fu dovuta ad alcuno dei metodi che gli evangelisti moderni ritengono essenziali, dal punto di vista dell’evangelismo. Per esempio, in tutta la sua attività, vennero a una radicata e duratura fede in Cristo migliaia di anime, senza che egli abbia mai fatto un solo appello a venire avanti al pulpito. Ed è significativo il fatto che una delle più grandi battaglie condotte da Nettleton sia stata quella contro le “nuove tecniche” impiegate da Charles Grandison Finney. Indubbiamente i metodi di Finney ebbero notevole successo, attraendo grandi masse e suscitando un ampio numero di “dichiarazioni di fede”. Tuttavia, essi implicavano anche aspetti discutibili che né Nettleton né altri ministri potevano condividere. In una delle sue lettere, Nettleton aveva espresso la sua grande preoccupazione per le generazioni future, che avrebbero finito col pensare che i risvegli dipendono dall’uso di simili criteri.

I timori di Nettleton hanno avuto conferma. Non solo lui stesso è caduto nell’oblio, ma ormai è stata dimenticata anche l’idea che un risveglio possa verificarsi senza tali metodi. Ciò è avvenuto solo perché la nostra generazione di credenti, al pari dei seguaci di Finney, sembra ossessionata dai risultati e dalle statistiche, a discapito della qualità spirituale. Finney stesso affermò: “Il successo raggiunto da qualcuno dei metodi designati a promuovere un risveglio della religione, ne dimostra l’utilità. Quando l'introduzione della misura è seguita evidentemente dalla benedizione, ciò prova incontestabilmente che essa misura è saggia. È blasfemo dire che tale misura farà più male che bene”. Netteleton, invece, si rifiutava di accettare una qualsiasi nuova tecnica evangelistica semplicemente sulla base della sua efficacia. Sapeva che praticare un metodo senza prima averlo sottoposto all’esame della Scrittura, alla fine conduce al fallimento di ogni risveglio.

Il ministero di Asahel Nettleton insegna inoltre l'importanza della predicazione nel risveglio. Pochi uomini hanno predicato con eguale forza e efficacia: di lui è stato detto che "faceva ondeggiare un uditorio come gli alberi della foresta".

John F. Thornbury riassume così la predicazione di Nettleton: “Dai racconti e dalle descrizioni dei grandi risvegli a cui Nettleton aveva dato il suo apporto, una cosa si evince in maniera lampante: egli fu capace di far toccare con mano alle anime degli uomini le gloriose realtà del mondo futuro. Quando parlava dell’atrocità del peccato, essi ne sentivano il pungolo. Quando descriveva loro le sofferenze di Cristo, essi sentivano il turbamento del Calvario. Quando proclamava il carattere di Dio, essi tremavano a quel quadro. Quando minacciava i giudizi dell’inferno, gli uomini erano spinti a scampare da quel luogo”.

Oggi, molti predicatori cercano di evitare i soggetti dottrinali; ma Nettleton, come Whitefield e Edwards avevano fatto prima di lui, si premurò sempre di predicare le grandi dottrine della fede cristiana.

Un pastore a East Granby, nel Connecticut, tratteggiò così la predicazione di Asahel durante una campagna di risveglio tenutasi nella sua comunità: “I sermoni imperniati sulla dottrina furono frequenti, ma avevano una vena pratica. Eminentemente scritturali e chiari, erano esposti in maniera tale da far sentire agli uomini che erano loro i destinatari del messaggio, non quelli che stavano accanto a loro”.

Il ministero di Nettleton ci ricorda che le grandi dottrine della fede possono essere predicate con estrema efficacia nel risvegliare il popolo di Dio.

 

     
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