Segui il culto in diretta  
Home » Media » Il bereano » Le grandi parole della Bibbia » SPAZZATURA - ΣΚΎΒΑΛΑ - Skubala

Il tuo nomeIl nome del tuo amico
La tua emailEmail del tuo amico
x chiudi

Data di pubblicazione : 15/10/2013

 

σκύβαλα

(Skubala)


La parola è usata soprattutto per gli escrementi, particolarmente quelli umani, poi per sporcizia, spazzatura, avanzi, ecc. È un hapax legomenon e nella Bibbia compare solo in Fil 3:8.

Ecco il versetto nell'originale greco neotestamentario:


ἀλλὰ μενοῦνγε καὶ ἡγοῦμαι πάντα ζημίαν εἶναι διὰ τὸὑπερέχον τῆς γνώσεως Χριστοῦ Ἰησοῦ τοῦ κυρίου μου, δι' ὃντὰ πάντα ἐζημιώθην, καὶ ἡγοῦμαι σκύβαλα, ἵνα Χριστὸν κερδήσω


TRASLITTERAZIONE DEL VERSO:

(ASCOLTA LA LETTURA DI FILIPPESI 3:8 IN GRECO)


alla menounge kai ēgoumai panta zēmian einai dia to uperechon tēs gnōseōs christou iēsou tou kuriou mou di on ta panta ezēmiōthēn kai ēgoumai skubala ina christon kerdēsō 


Significati di σκύβαλα


A.   sterco, feci (umane) (soprattutto al plurale, come in Fil. 3:8), o escrementi.

Fonti antiche (Strabone,  Giuseppe Flavio) mostrano che il termine al plurale, come nel nostro testo, contiene un'intenzionale provocazione emotiva o offensiva, molto vicina al nostro porcheria o anche feci.  Un buon esempio si trova nel papiro Fayum 119,7 (circa 100 d.C.) in cui un certo Lucius Bellenus Gemellus, scrivendo al figlio Sabinus,  dice che Aunes, il suo conduttore di asini, ha acquistato "un piccolo fagotto di fieno per 12 dracme, completamente marcio, da sembrare un mucchietto di escrementi". In proporzione, la parola ricorre molto più frequentemente nei papiri e in altri documenti ordinari che nella produzione letteraria.

 

B. spazzatura, sporcizia, scarti, avanzi. Nel I secolo dell'era cristiana, la parola era usata occasionalmente anche senza darle questo significato irrispettoso. Ad esempio, nella collezione dei Papiri Rylands 2.149.22 (39-40 d.C.) lo scrittore parla di animali che si nutrono degli avanzi della mia piantagione di verdure.

Così "spigolature" o "avanzi della tavola" è una sfumatura legittima (anche se certamente rara) in uso durante il tempo di Paolo. Dalla fine del III secolo d.C., la connotazione forte del termine sembra esser stata abbandonata, tanto che lo si ritrova addirittura come nome proprio.

Molti traduttori, cercando di superare l'imbarazzo, hanno reso la parola con immondizia,  rifiuticose inutili. La Bibbia King James tuttavia è quella più vicina al senso del termine quando traduce letame

La parola sottolinea un "mutamento radicale" nelle priorità in uno dei più importanti credenti di ogni tempo. La conclusione di questo cambiamento drammatico è reputare le conquiste e le glorie terrene come tanti σκύβαλα, cioè escrementi e feci.

Tutte le altre traduzioni indeboliscono il significato e l'effetto che Paolo sta cercando di trasmettere. Ma la Parola di Dio in lingua originale non nasconde ciò che Dio vuol dire: come le feci sono una cosa ributtante della quale bisogna liberarsi il prima possibile, indegne della nostra considerazione e inquinanti, così sono le opere della carne e la vita terrena vissuta prima di aver accettato Cristo.

Ripugnanza e decadimento sono pertanto gli elementi costanti presenti nel suo significato; σκύβαλον è una parola stomachevole, dura, che implica disgusto e schifo: gli gnostici la usavano per definire il corpo umano, del quale avevano una bassa opinione, dato che lo consideravano la tomba dell'anima.

Alcuni studiosi hanno ritenuto che σκύβαλον vada tradotto con avanzo, ravvisando un collegamento coi "cani" di Fil. 3:2.

Tuttavia, non solo il collegamento è un po' lontano e troppo labile, ma il ripudio assoluto di qualsiasi valore della vita precedente dell'apostolo, vissuta al di fuori di Cristo, sembrerebbe richiedere qualcosa di più forte che il significato "avanzi".

Per questo motivo, da più parti è stato suggerito che "spazzatura" sia il migliore compromesso  per la traduzione del termine (cfr. le varie versioni bibliche moderne).

Pur tuttavia, come fa osservare lo studioso Lang, "nella misura in cui viene utilizzata per l'auto-giustificazione, la legge serve la carne e perciò non solo si rivela debole, ma nociva e persino ributtante.

I due concetti presenti in σκύβαλον, vale a dire l'inutilità e l'immondezza, sono comunicati egregiamente dal termine escremento".

L'insigne studioso tedesco afferma espressamente che "σκύβαλα significa escrementi o sterco", e cita a sostegno la versione greca dei Settanta, dove σκύβαλα occorre solo una volta, affermando che il termine "denota i cumuli di letame trattenuti nel buratto e, metaforicamente, i rifiuti, l'impurità, e la malvagità presenti nella mente dell'uomo".

La scelta di questa parola da parte del'apostolo dà rilievo alla forza e alla totalità del cambiamento verificatosi nella sua vita, facendoci comprendere in che modo adesso egli stimasse la propria popolarità, la propria istruzione, il proprio talento, la propria influenza, i suoi piani e la propria capacità.

Anche Moises Silva, la cui esperienza negli studi lessicali è ben nota, fa notare le caratteristiche emotive che convergono nella parola in Fil. 3:8: "...l'apostolo va anche oltre: ciò che una volta stimava enormemente, adesso lo trova nauseante. Non vi è alcuna necessità di ridimensionare il significato di σκύβαλα con equivalenti del tipo "spazzatura". Quantunque tale significato sia attestato (cfr. Sir. 27:4; il termine greco potrebbe essere utilizzato per vari tipi di sporcizia), un riferimento specifico all'escremento non è raro e la traduzione della King James Version, "sterco", è calzante e verosimile".

Silva continua dicendo che la glossa "spazzatura" comunica certamente inutilità, ma probabilmente non in maniera abbastanza forte da comunicare ribrezzo. Lo studioso lascia quindi la questione della traduzione appropriata alla fantasia del lettore.

Il contesto di Fil. 3:1-8 ha un tono polemico, ponendo in contrasto carne contro spirito. Come ha sottolineato Lightfoot, il verso 2 chiama gli avversari di Paolo "cani." Ma fa di più: li chiama "quelli che si fanno mutilare".  C'è un gioco di parole con "circoncisione" (verso 3), che eufemisticamente viene tradotto "quelli che si fanno mutilare". L'etimologia delle due parole rivela il vero intento dell'apostolo: "circoncisione" (περιτομή, peritomè) è composta da due parole che significano "tagliare intorno", mentre "mutilazione" (κατατομή, katatomè) è composta da due radici che significano "lacerare"  o "amputare". In altre parole, Paolo sta accusando i suoi avversari di praticare la circoncisione in maniera così rozza che la vittima viene lasciata con i genitali mutilati. Questa dichiarazione è seguita immediatamente da una discussione sulla mancanza di utilità della carne. Tre volte nei versetti 3e 4 è esplicitamente menzionata la "carne", ma ai versetti  2, 3 e 5, è ulteriormente implicata in riferimento alla circoncisione. Paolo sostanzialmente sta affermando che se i suoi avversari potrebbero sostenere che la carne ha un certo valore, lui sarebbe in una posizione più privilegiata per farlo. Eppure egli stesso riconosce che la carne e la sua vita precedente vissuta da devoto Ebreo sono state inutili. Il crescendo della sua argomentazione è appunto alla fine del v 8, dove dice "anzi, io li considero σκύβαλα per poter guadagnare Cristo", dopodiché si lancia in una presentazione positiva della sua nuova vita in Cristo.

Se σκύβαλα viene tradotto "escrementi" (o simili), viene trasmessa concretamente un'immagine:  tutto ciò che la "carne"  è in grado di produrre è nient'altro che σκύβαλα ed è quindi inutile e disgustoso.

La ragione di questa dichiarazione scioccante del versetto 8, quindi, potrebbe essere quella di scuotere il suo pubblico invitandolo a considerare il reale pericolo dell'opinione dei suoi avversari. E d'altronde non è questa la prima volta che l'apostolo usa un linguaggio così urtante: la lettera ai Galati è piena di espressioni forti. In conclusione, possiamo dire che la migliore traduzione del termine σκύβαλα in Fil. 3:8 può chiaramente essere tratta dal primo gruppo di definizioni. Nel greco ellenistico, il significato di σκύβαλα era a metà tra sporcizia e escrementi, ma comunque, a causa della sensibilità dei lettori moderni, appare più appropriato un termine più accettabile  come "spazzatura". La migliore traduzione del termine, quindi, è quella che comunica vanità e repulsione, concetti compresi nell'accezione per così dire offensiva della parola.  Resta il fatto che la vita vissuta senza Cristo per Paolo era nauseabonda e così deve essere per noi.

 

     
OTTO PER MILLE
CON LA TUA FIRMA PER L'8x1000 POSSIAMO FARE DEL BENE A TUTTI
...
Archivio
       
Archivio