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Data di pubblicazione : 28/10/2013
John Charles Ryle (10 maggio 1816 - 10 giugno 1900) «E nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello» Apoc. 21:27 Fratelli, non può esserci alcun dubbio sulla natura del luogo qui descritto: è il paradiso, la città santa, la nuova Gerusalemme, che sta per essere rivelata. Ah, mi piacerebbe iniziare la mia ultima domenica in mezzo a voi, parlando del cielo. Prima di andarmene col Signore e di lasciarvi nel deserto di questo mondo, mi dilungherei un po' sulla Canaan che Dio ha promesso a quelli che Lo amano. Lì il mio cuore vi augura possiate andare, lì mi conforta credere potrò ancora incontrare alcuni di voi. Fratelli, voi tutti sperate di andare a vivere presso il Signore. Non c'è nessuno che non auspichi essere in quel regno di felicità, dopo la morte. Ma su cosa sono fondate le vostre speranze? Il cielo è un luogo ordinato e quelli che vi andranno a dimorare devono avere tutti un solo carattere, e vi entreranno attraverso un'unica porta. Voglio che abbiate ben presente questo. Qui leggo di due tipi di speranza: una buona e una cattiva, una vera e una falsa, una viva e una morta, la speranza dei giusti e quella dei malvagi, quella dei credenti e quella degli ipocriti. Leggo di certi che ricevono speranza per mezzo della grazia, una speranza che non confonde, e di altri che non hanno alcuna speranza, e sono senza Dio in questo mondo. Fratelli, ricordatevi di questo. Certo, sarebbe sensato, giudizioso e sicuro addottrinarsi su ciò che la Bibbia dice sul soggetto, scoprire cioè se la vostra speranza è realmente ben fondata, e a questo fine richiamo la vostra attenzione sull'insegnamento contenuto nel testo che abbiamo letto. Vi sono presentate tre verità: a. La menzione del luogo in cui vanno i credenti b. Il carattere di quelli che certamente non vi entreranno c. Il carattere di quelli che ci andranno Il cielo. Il Signore vi dia di poter ben considerare la vostra attitudine per il cielo. Non c'è verità scritturale più certa di questa: rimane un riposo per il popolo di Dio. Questa terra non è il nostro riposo, non può esserlo. Non c'è nessuno, uomo o donna, che non abbia sperimentato di persona questa verità. Va', costruisci pure la tua felicità sulla terra, se così hai deciso. Prediligi tutto quanto tu pensi possa rendere piacevole la tua vita: assicurati denaro, case, possedimenti. Procaccia cultura, salute, bellezza. Reclama onore, dignità, ubbidienza, moltitudini di amici. Procurati tutto ciò che la tua mente può immaginare o che il tuo occhio desidera: prendi tutto, ma ti assicuro che, con tutto ciò, non troverai riposo all'anima tua. Io so che i tuoi pochi e brevi anni, e la confessione del tuo cuore, non sono altro che "vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole". So anche che dentro di te provi fame e carestia, spossatezza e aridità dell'anima e che anzi saresti pronto a recare testimonianza alla potente verità: "Questa terra non è il nostro riposo!" O fratelli, quanto è vero quel verso che dice: "se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini". Una vita così piena di difficoltà, di dolore, di preoccupazione, di ansietà, di travaglio e di fatica; una vita di privazioni e di lutti, di separazioni e di distacchi, di cordoglio e di dolore, di malattia e di sofferenza, una vita della quale anche Elia fu così stanco da chiedere di poter morire, beh, se si riducesse solo a questo e nient'altro, mi sentirei veramente schiacciato dalla miseria. Se sapessi che non mi aspetta altro che il buio freddo e silenzioso di una tomba dimenticata, avrei tutte le ragioni di esclamare: meglio non essere mai nati! Ma, grazie siano rese a Dio, la vita non è solo questo. So, e ne sono convinto, che c'è un glorioso riposo oltre la tomba! Questa terra è solo una scuola di formazione per l'eternità; le tombe sono dei trampolini, delle dimore provvisorie in vista del cielo. Ho la certezza che questo mio povero corpo risorgerà; questo corruttibile rivestirà l'incorruttibile e questo mortale l'immortalità, e andrà con Cristo per sempre. Si, il paradiso è reale, non è una favola e io non ho dubbi in proposito. Sono più certo di questo che non della mia stessa esistenza: rimane un riposo per il popolo di Dio. Ma, fratelli, che tipo di luogo sarà il cielo? Prima di andare avanti e studiare i suoi abitanti, facciamo una breve pausa e chiediamoci: che posto sarà il cielo? Sarà un luogo di pace e di riposo perfetti. Quelli che andranno ad abitarvi non avranno più nessun combattimento con il mondo, con la carne e col diavolo. La loro guerra sarà finita, la loro battaglia conclusa; poseranno definitivamente l'armatura di Dio e potranno dire alle loro armi spirituali: riposatevi e state tranquille. Non staranno più in guardia, giacché non avranno più nemici spirituali da temere. Non digiuneranno e non mortificheranno più la loro carne, poiché non avranno più questo indegno corpo terreno da tenere in soggezione. Non pregheranno più, visto che non ci sarà alcun male a causa del quale pregare. Lì i malvagi cesseranno di tormentare! Lì il peccato e la tentazione saranno cancellati per sempre! Le porte di quel luogo sono sbarrate meglio di quanto non lo fossero quelle dell'Eden, e il diavolo non potrà entrarvi più. Caro credente, lèvati e rifocìllati, poiché per certo questo sarà veramente un beato riposo. Non avremo più bisogno dei mezzi della grazia, poiché avremo ottenuto lo scopo per il quale essi furono pensati. Non avremo più bisogno di precetti, giacché riceveremo la sostanza per la quale essi furono ordinati. Lì la fede si dissolverà facendo posto alla visione, la speranza alla certezza, la preghiera alla lode e il dolore alla gioia! Al momento, in questo mondo, è il tempo dell'insegnamento, della lezione e della verga: poi verrà il tempo del giorno di riposo eterno. Adesso dobbiamo sopportare prove e difficoltà, continuare a braccare il nemico, benché stanchi; ma allora riposeremo comodamente, giacché i cananei saranno stati scacciati per sempre dal paese. Adesso siamo sballottati qua e là dalla tempesta, in quel giorno saremo al sicuro nel porto! Al presente dobbiamo arare e seminare, in quel giorno mieteremo un abbondante raccolto! Adesso dobbiamo affaticarci, ma in quel giorno riceveremo il contraccambio! Adesso bisogna combattere, ma allora otterremo vittoria e ricompensa! Adesso dobbiamo portare la croce, in quel giorno riceveremo la corona! Ora viaggiamo in un deserto, allora saremo a casa! Credenti, ha ragione la Bibbia quando dice: «beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore, poiché essi si riposano dalle loro fatiche». Indubbiamente sentite dentro di voi che questa testimonianza è verace. Ma non basta. Il paradiso sarà un luogo di felicità ininterrotta e perfetta. Sentite cosa dice la Bibbia nello stesso capitolo dal quale abbiamo letto questo verso: «Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate». Ascoltate ora cosa dice il profeta Isaia al capitolo 25: «Annienterà per sempre la morte; il Signore, Dio,asciugherà le lacrime da ogni viso, toglierà via da tutta la terra la vergogna del suo popolo, perché il Signore ha parlato. Questo è il Signore in cui abbiamo sperato; esultiamo, rallegriamoci per la sua salvezza!». Fratelli, pensate: una casa eterna in cui non c'è sofferenza. C'è qualcuno sulla terra, che non conosca il dolore? Esso venne, con spine e triboli, alla caduta di Adamo, ed è il calice amaro che tutti devono bere; è davanti a noi e dietro di noi, è a destra e a sinistra, è nell'aria che respiriamo. I nostri corpi sono tormentati dal dolore, e noi sentiamo dolore a ogni livello. I nostri beni terreni ci sono tolti, e noi proviamo il dolore. Siamo circondati da difficoltà e problemi, che ci causano dolore. I nostri amici ci abbandonano e ci guardano con freddezza, e noi ne abbiamo dolore. Veniamo separati da quelli che amiamo, e proviamo dolore. Quelli sui quali si riversano gli affetti del nostro cuore scendono nella tomba lasciandoci soli, e noi ne sentiamo dolore. E inoltre, abbiamo anche un cuore fragile e pieno di corruzione, che ci arreca dolore. Veniamo perseguitati e disturbati per amore del Vangelo, e questo ci causa dolore. Vediamo che chi ci è vicino e caro si rifiuta di camminare con Dio, e ciò ci procura dolore. Che mondo sofferente e afflitto è quello in cui viviamo! Ma, benedetto sia Iddio, quando saremo col Signore non ci sarà più tristezza! Nei cortili eterni non vi sarà una singola lacrima versata. Non ci saranno più malattia, debolezza e decadimento. Bare, funerali e tombe saranno realtà sconosciute. I nostri volti non saranno più pallidi e tristi. Non saremo più privati della compagnia di quelli che amiamo e da cui ci siamo separati un tempo e non sentiremo mai più parola 'addio'. Non ci sarà più alcuna sollecitudine del domani che guasti e deturpi la nostra gioia. Non ci saranno più le parole penetranti e pungenti che così spesso ci feriscono l'anima. Le nostre necessità finiranno per sempre, e tutto intorno a noi sarà armonia e amore. Fratelli, in fondo che cos'è mai la nostra leggera afflizione, confrontata a una simile eternità? Vergogna su di noi, se mormoriamo, ci lamentiamo e torniamo indietro, avendo un tale paradiso davanti ai nostri occhi! Può forse questo mondo vano e passeggero offrirci qualcosa di meglio? Questa è la città del nostro Dio, Lui stesso dimorerà in mezzo a noi. La gloria di Dio illuminerà quella città, e l'Agnello stesso sarà la sua luce. In verità possiamo dire come disse Mefibosheth a Davide: «Si prenda pure egli ogni cosa, poiché il re mio signore è tornato in pace a casa sua». Questo è il cielo di cui testimonia la Bibbia, non ce n'è un altro; queste parole sono fedeli e veraci, e nessuna di esse verrà meno. Certamente, fratelli, vale la pena patire un po' di dolore, un po' di travaglio, qualche fatica, anche se dovesse toccarci solo l'ultimo posto nel regno di Dio. Il carattere di quelli che certamente non andranno col Signore. Passiamo ora a vedere la grande realtà che ci viene rivelata nella seconda parte del nostro testo. Voi avete sentito parlare del cielo, ma non tutti ci entrano. Chi sono quelli che non vi entreranno? È una domanda triste e dolorosa, eppure va formulata. Io non posso fare altro che dichiararvi la verità biblica: non è colpa mia se essa vi ferisce o vi irrita. Io sono tenuto ad annunciare il messaggio del mio Maestro e a non togliergli nulla; il solco che devo tracciare non lo traccio io, ma Dio; la responsabilità, se proprio volete darla a qualcuno, ricade sulla Bibbia, non su di me. «E nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello». In verità, sono parole solenni. Dovrebbero farci riflettere. "Nulla di impuro". È il caso di tutti quelli che si sono contaminati con i peccati del cuore, eppure non lo avvertono, anzi si rifiutano di essere purificati. Esteriormente, possono anche sembrare persone oneste, ma internamente sono meschini e corrotti. Sono quelli che hanno l'animo alle cose terrene. Vivono solo per questo mondo e non si danno pensiero di alcun altra cosa oltre a quello. Le sollecitudini di questa vita, il danaro, la politica di questo mondo, gli impegni mondani, i piaceri della vita presente, sono le cose che catturano tutta la loro attenzione. Quanto poi al consiglio che Giacomo dà, a proposito del mantenersi puri dal mondo, non sanno nemmeno che significhi. Costoro sono quelli che dirigono i loro affetti sulle cose della terra; ciascuno di essi ha nella sala della propria immaginazione il suo idolo, che adorano e servono più del vero Dio. Costoro sono gli orgogliosi e i moralisti, gli auto-adulatori e i pieni di sé; essi amano la lode degli uomini e ricercano l'apprezzamento di questo mondo. Quanto al Signore che li ha fatti, il suo onore, la sua gloria la sua dimora, la sua Parola, il suo servizio, sono tutte cose che, a loro giudizio, devono avere un ruolo secondario. Essi non sanno cosa significhi provar dolore per il peccato. Sono estranei ai tormenti spirituali; sono contenti di sé e paghi della propria condizione. Se provate a incitarli allo zelo e al ravvedimento, magari si offendono. Fratelli, voi conoscete bene questa categoria di persone, non sono una rarità. Possono essere rispettabili agli occhi degli uomini, possono esser saggi e intelligenti in questa generazione, possono essere degli stimati uomini d'affari, possono essere i migliori nelle loro rispettive occupazioni: ma per loro non c'è che una definizione: non portano alcuna gloria al loro Creatore, amano più sé stessi che Dio; perciò, agli occhi di Dio, sono degli impuri e niente che sia impuro entrerà in quel luogo. E ancora: "né chi commetta abominazioni". È il caso di chi fa quei peccati che Dio ritiene abominevoli, rallegrandosi in essi e approvando chi li compie. Sono quelli che compiono le opere della carne, ciascuno secondo il proprio cuore. Sono gli adulteri, i fornicatori, gli impuri; sono gli ubriaconi, i goderecci, gli ingordi. Sono i bestemmiatori, gli spergiuri, i mendaci. Sono uomini che non si vergognano di vivere nell'odio, nelle polemiche, nell'ira, nelle contese, nelle invidie, nei contrasti e cose simili. Hanno le redini sul collo delle loro concupiscenze, seguono le proprie passioni ovunque li conducano. Il loro scopo è compiacere sé stessi. Fratelli, sapete bene che esistono tali persone. Il mondo può dare dei nomi melliflui alla loro condotta, può definirli frivoli o gioiosi, superficiali o arretrati. Dio però li reputa abominevoli e, a meno che non si convertono e nascono di nuovo, non entreranno nel regno dei cieli. E inoltre: "né chi commetta o falsità". Sta parlando degli ipocriti. Sono i falsi credenti, i servi con le labbra. Dicono di conoscere Dio, ma lo rinnegano con le loro opere. Sono come fichi sterili, tutte foglie e niente frutto. Sono cembali squillanti: producono un suono, ma sono cavi, vuoti e non hanno sostanza. Hanno nome di vivere ma sono morti, hanno le forme della pietà senza la potenza. Professano ciò che non praticano, dicono ciò che non pensano, parlano molto e agiscono poco. Le loro parole sono le più sorprendenti, i loro atti i più miserabili. Parlano impavidamente di stessi; chiamati a esprimere una personale valutazione, vi diranno che non esistono cristiani migliori di loro. Vi possono parlare della grazia, ma non ne mostrano nemmeno l'ombra nella loro vita; vi possono parlare della fede che salva, ma non posseggono quella carità che è intima amica della fede. Inveiscono con forza contro ogni formalità, eppure il loro cristianesimo è solo pura etichetta. Si infuriano contro il fariseismo, eppure non c'è peggior fariseo di loro. Oh, no, questa è religione pubblica, non privata. Abbondante ovunque, ma in casa niente; abbondante fuori, ma dentro niente, abbondante nella lingua, ma nel cuore niente. Sono incapaci, buoni a nulla, non portano alcun frutto. Ahimè fratelli, voi sapete bene che esistono persone così abiette! In questi ultimi giorni il mondo ne è pieno. Gente capace di ingannare i ministri, i vicini, perfino gli amici e i familiari, che cercano di ingannare anche se stessi, ma Dio li mette alla stregua dei bugiardi e se non si ravvedono, non entreranno mai in cielo. Considerate bene queste affermazioni: «l'impuro, chi commette abominazioni o falsità non entrerà nel cielo». Esaminate bene per le vostre anime; giudicatevi e non sarete giudicati dal Signore; io chiamo il cielo e la terra a testimoni, quest'oggi, che chi vuole vivere una vita ribelle, membro di chiesa o dissenziente, vecchio o giovane, ricco o povero, non entrerà in alcun modo nel paradiso di Dio. Va', rimani fedele alle vie del mondo, se sei tanto deciso, tienti stretto i tuoi peccati, se vuoi, ma ti avverto solennemente: quelli che fanno queste cose, non entreranno mai in cielo. Criticami pure per averti parlato così duramente, pensa pure che sono troppo particolare, se ti fa piacere. Ma, oh, ricorda: se mai dovessi rimanere fuori da quella porta, gridando invano: "Signore, aprici!", ricorda che c'è stato un tempo in cui ti dissi che gli individui attaccati alle cose materiali e i dissoluti non la varcheranno mai. Amici, ve l'ho detto prima e ve lo ripeto per l'ultima volta: se vi aggrappate alle cose che Dio odia, non entrerete mai in cielo. Il carattere di quelli che sicuramente vi entreranno. Fratelli, dobbiamo andare avanti. Il testo ci ha detto chi non entrerà in cielo. Oh! Che grande folla lasciano fuori quelle parole! Ma ci dice qualcosa in più: ci dice chi sono quelli che vi entreranno. La risposta è semplice e breve: solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello. Cos'è questo libro della vita? E' un libro, un piccolo libro, un libro preparato sin dall'eternità, che Dio Padre conserva sigillato, il libro della sua elezione. Di quel libro l'uomo non sa nulla, tranne questa benedetta realtà, e cioè che esiste. L'uomo ha poco o nulla da fare con quel libro. Ma c'è un altro libro, un libretto, un libro che appartiene in modo speciale al Signore Gesù Cristo, un libro ancora da ultimare, anche se anno dopo anno, vengono aggiunti altri nomi. È un libro tuttora aperto, che continua ad accogliere i nomi dei pentiti che credono; contiene ancora delle pagine lasciate in bianco per te: è il libro della vita dell'Agnello. Chi viene scritto in quel prezioso libro? Beh, io non ne conosco i nomi, ma so quale carattere hanno, e qual sia questo carattere cercherò di esporvelo brevemente, per l'ultima volta. Innanzitutto essi sono dei veri penitenti. Sono stati convinti di quanto fossero indegni agli occhi di Dio. Si sono sentiti peccatori a fatti e in verità. Hanno provato dispiacere per le loro colpe, hanno odiato i propri peccati e li hanno abbandonati. Ricordarli per loro è opprimente, il loro peso è insopportabile. Essi hanno smesso di credersi a posto e di reputarsi degni di essere salvati, hanno confessato con tutto il cuore "Signore, noi siamo veramente i più grandi peccatori, siamo realmente impuri". E ancora: credono tutti in Cristo Gesù. Hanno scoperto l'eccellenza dell'opera che Egli ha compiuto per salvarli, e hanno gettato su di Lui il peso delle anime loro. Per loro, Cristo è tutto in tutti: è la loro sapienza, la loro giustificazione, il loro perdono e la loro redenzione. Altro modo di riscattare i propri debiti spirituali, non hanno; altre liberazioni dagli inganni del diavolo, non sono stati capaci di trovare. Ma hanno creduto in Cristo e sono venuti a Lui per essere salvati. Hanno fiducia che quanto essi non possono fare, Cristo può farlo per loro, e appoggiandosi su di Lui, sentono pace perfetta. Ma c'è di più: sono tutti nati dallo Spirito e santificati. Hanno spogliato il vecchio uomo e rivestito il nuovo, che è secondo Dio. Sono stati rinnovati nello spirito e nella mente e hanno ricevuto un cuore nuovo e una natura nuova. Essi hanno portato quei frutti che sono la sola conferma della presenza dello Spirito in loro. Cadono e sono mancanti in molte cose; spesso li trovate a piangere sulle proprie insufficienze. Ma, con tutto ciò, la loro generale tendenza e la predisposizione della loro vita sono sempre orientate verso la santità: più santità, più santità è l'anelito continuo del loro cuore. Essi amano Dio e devono vivere per Lui. Questo è il carattere di quelli che sono scritti nel cielo. Questi, dunque, sono gli uomini i cui nomi devono essere trovati nel libro della vita dell'Agnello. Un tempo essi possono esser stati malvagi come il peggiore degli immorali, degli abominevoli e dei mentitori, ciò non importa. Si sono ravveduti, hanno creduto e adesso sono scritti nel libro della vita. Possono essere stati gli sprezzati e i reietti di questo mondo, poveri, spregevoli e umili, secondo il giudizio di quelli che li circondavano, questo non conta. Hanno il pentimento, la fede e dei cuori nuovi e adesso sono scritti nel glorioso libro della vita. Possono essere stati di classe e di nazioni differenti, aver vissuto in epoche diverse e non essersi mai conosciuti l'un l'altro, ciò non importa. Hanno qualcosa che li accomuna: si sono ravveduti, hanno creduto, sono nati di nuovo e perciò sono tutti insieme nel libro della vita dell'Agnello. Si, miei cari, sono questi gli uomini e le donne che andranno a vivere nella presenza di Dio. Niente può tenerli fuori. E non venite a dirmi di prove avute in punto di morte, di visioni e di sogni di persone che stanno per morire: non c'è prova migliore che quella di essere seguaci di Cristo. Pentimento, fede, santità: questi sono i componenti del carattere davanti al quale le porte del cielo non saranno mai serrate. Ravvediti, credi in Cristo e sii convertito. Poi, qualunque cosa accada agli altri, se non altro tu entrerai nel paradiso. Tu non sarai mai gettato fuori. E adesso, amici, fratelli, in CONCLUSIONE, permettetemi di ripetervi la domanda di prima. Qual è la vostra situazione? Che? Nessuna risposta! Siete pronti per andarvene col Signore? Ancora nessuna risposta! È il vostro nome scritto nel libro della vita? Anche qui non avete una risposta? Oh, pensa, pensa, uomo o donna infelice, chiunque tu sia, pensa che sventura è l'essere incerti della propria eternità. E poi, rifletti, se non puoi dare il tuo cuore a Dio adesso, com'è possibile che tu possa godere in seguito il paradiso di Dio. Lì vi è adorazione ininterrotta; si è per l'eternità nella presenza di Dio e di Cristo. Dio è la luce, il cibo, l'aria stessa di quel luogo. È un sabato eterno. Servire Dio e parlare con Lui saranno le nostre occupazioni in cielo. O peccatore, peccatore, riusciresti a essere felice in quel luogo? A quale dei santi ti uniresti, a fianco di chi andresti e ti siederesti, con quale dei profeti e degli apostoli ameresti conversare? Certo, sarebbe dura per te, sicuramente non staresti nella pelle dalla voglia di uscirtene e andare coi tuoi amici. Oh, ravvediti, convertiti, mentre si può dire ancora oggi! Dio non cambierà il cielo solamente per farti piacere: è mille volte meglio adeguarti alle sue vie, finché puoi. Tu devi desiderare le cose del cielo prima che sopraggiunga la morte, perché non puoi entrare in cielo mentre stai morendo. Credente, alza lo sguardo al cielo e sii consolato. Gesù ha preparato un posto per te. Ricorda che quelli che Lo seguono non periranno mai, e che nessuno potrà strapparli dalla sua mano. Riguarda a quella gloriosa dimora che Egli ha provveduto; osservala per fede, giacché è tua. O fratelli, pensate che gloriosa adunanza si raccoglierà in quel luogo. Lì vedremo i santi antichi, dei quali così spesso abbiamo letto; vedremo i santi ministri la cui fede e perseveranza abbiamo ammirato; ci guarderemo a vicenda, mentre saremo intorno al trono del nostro amato e comune Salvatore, dal quale non ci separeremo mai più. Non ci saranno più né fatica né affanno, poiché i giorni del cordoglio saranno cessati. Oh, ma il cuore mi balzerà in petto, se lì vedrò i vostri volti, se udrò i nomi di alcuni di voi! Il Signore lo permetta, il Signore faccia sì che accada! Il Signore conceda che possiamo, almeno alcuni di noi, ritrovarci insieme in quel giorno, quando ci saranno un solo ovile e un solo Pastore e, di un solo cuore e con una voce, unirci a quel glorioso cantico che dice: «Degno è l'Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l'onore, la gloria e la lode». AMEN!
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