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Il viaggio dei Magi Matteo 2:1-12
Una delle storie bibliche più conosciute è sicuramente l'arrivo dei Magi d'Oriente a Betlemme, per portare in dono al bambino Gesù, da poco nato: oro, incenso e mirra. La Chiesa Cattolica Romana celebra un giorno di festa nazionale il 6 gennaio, per ricordare quest'avvenimento che acquista notevole significato in quanto rappresenta la prima manifestazione di Gesù ai Gentili (cioè al popolo estraneo ai patti di Dio dell'Antico Testamento, in quanto non appartenente al popolo d'Israele). La tradizione popolare, aiutata dai vangeli apocrifi, ci dice che i Magi fossero una sorta di re astrologi che praticavano la divinazione, e che Gesù fu visitato da tre di loro i cui nomi sarebbero: Gasparre, Melchiorre e Baldassarre. Da un'attenta lettura biblica si scopre invece che il numero non è precisato né tanto meno il nome e che non erano dei re. Essi in realtà erano degli studiosi di astronomia (cioè studiavano le stelle da un punto di vista scientifico e non esoterico), venivano dal lontano Oriente (probabilmente dalla Persia) e, avendo letto l'Antico Testamento, rimasero profondamente influenzati dalla profezia di Balaam di Numeri 24:17: "Lo vedo, ma non ora; lo contemplo ma non vicino: un astro sorge da Giacobbe, e uno scettro si eleva da Israele". I Magi compresero che il Messia sarebbe venuto sulla terra in coincidenza di un evento astronomico particolare. Impiegarono probabilmente la loro vita per studiare l'avvento di questo fenomeno e, quando esso si realizzò, ebbero la certezza che si trattasse della stella del Messia. Giuseppe Flavio, noto storico Ebreo, disse che il re Erode morì tra un'eclisse di Luna visibile a Gerico e la Pasqua ebraica successiva. Conti alla mano si scopre che questa eclisse avvenne nella notte tra il 13 e 14 marzo del 4 a.C. Da ciò si evince che Gesù sia nato intorno al 4 a.C.; chi ha costituito il nostro calendario ha quindi commesso un errore di calcolo riguardo alla Sua nascita. Anche gli studiosi moderni sono tutti concordi che intorno a quegli anni vi fu una sorte di eclisse, confermando così una verità biblica. Si cominciò a parlare di cometa solo intorno al 1301 quando Giotto vide di persona la cometa di Halley e la ripropose nella sua celebre opera della natività nella Cappella degli Scrovegni a Padova, ma in realtà si tratta di una stella non di una cometa. Senza trascurare le notizie storico - scientifiche finora esposte, (comunque importanti), vogliamo approfondire il messaggio spirituale che questo evento ci trasmette, meditiamo in modo particolare sul cammino dei Magi che somiglia molto al cammino del cristiano guidato dallo Spirito Santo. Anche noi cristiani come i Magi, abbiamo un viaggio da compiere: quello della vita. Un giorno vivevamo nel lontano Oriente del nostro peccato, lontano dal popolo del Signore, lontano dalla presenza di Cristo. Vivevamo con il desiderio di scoprire quella stella che avrebbe cambiato la nostra vita donandoci una speranza, un avvenire, una certezza. Un bel giorno mentre scrutavamo quel vasto cielo abbiamo visto una stella e abbiamo subito compreso che non si tratta di una semplice stella, simile alle altre, ma dell'impareggiabile "Astro mattutino" glorioso nello splendore e nella forma: Cristo Gesù il Signore. Lo Spirito Santo ha parlato al nostro cuore facendoci comprendere che siamo dei miseri peccatori, che dobbiamo lasciare l'Oriente perché un nuovo cammino ci aspetta, una nuova via c'è posta dinanzi, è una via da percorrere, ma lo Spirito Santo non ci lascerà soli, sarà Egli stesso a guidarci e ci condurrà alla presenza di Cristo. Tuttavia il viaggio dei Magi fu lungo e faticoso, probabilmente dovettero incontrare difficoltà nel reperire i doni da portare al Messia. Capita spesso che quando abbiamo in cuore di dare qualcosa al Signore l'avversario si oppone rendendo il cammino difficile; i passi si appesantiscono, le difficoltà sopraggiungono e spesso capita anche di perdere la guida della stella. Le nostre difficoltà sembrano inghiottirci e mentre ansiosi cerchiamo la stella, ci accorgiamo che l'abbiamo persa. La disperazione ci assale, comincia a sorgere in noi quella domanda molto triste che peggiora la situazione: Ritroverò mai la mia stella? Oppure più verosimilmente la domanda potrebbe essere: Il Signore risolverà mai il mio problema? Vedrò mai la guarigione della mia malattia? Di quella di un mio familiare o amico? Vedrò mai la sua conversione? Questo peso che schiaccia il mio cammino rendendolo duro e faticoso sarà mai eliminato? L'ansia non ha mai prodotto nulla di buono, anzi più è presente nel nostro cuore e più la stella si allontana dalla nostra vita. Gesù ebbe parole riguardo all'ansia dicendo: "Non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete...basta a ciascun giorno il suo affanno" (Matteo 6:25-34). La stella rimase al suo posto ma la vista dei Magi era talmente offuscata da non riuscire più a vederla. Un noto evangelista disse: "Durante il temporale non riusciamo a scorgere il sole perché le nuvole lo coprono impedendoci di poterlo vedere, ma sappiate, che anche se le nuvole ci ostacolano la visione del sole, esso è presente e svolge lo stesso ruolo che svolge nei bei giorni d'estate". Anche le difficoltà ostacolano la nostra visione di Dio, ma anche se non lo vediamo, Egli è presente ed è pronto a intervenire in nostro soccorso. "E tu, quando dici che non lo scorgi, la tua causa gli sta davanti; sappilo aspettare!" (Giobbe 35:14). L'ansia produsse nei Magi il suo effetto negativo, non riuscendo a ritrovare la stella si ritrovarono nel luogo dove i figliuoli di Dio non dovrebbero mai ritrovarsi: a Gerusalemme nel palazzo del re Erode. Gerusalemme era la Città Santa, Erode il re del popolo eletto, tutto sommato con un po' di logica umana potremmo dire che il luogo era adatto per ricevere l'informazione desiderata. Sappiamo bene che Satana cerca di condurci lontano dalla presenza di Dio, non allontanandoci dalla Chiesa e dai fratelli, ma facendoci stare in mezzo ad essi inducendoci a trarre da loro tutti gli aspetti negativi, allontanando la nostra mente dalle cose spirituali, e avvicinandoci sempre più allo sterile ritualismo religioso. Ci dice la Scrittura che Erode, dopo aver ascoltato la notizia, fu turbato, e ciò che ci stupisce ancora di più, è che tutta Gerusalemme fu turbata con lui. Questa è forse l'accoglienza che meritava il Messia? Così, riuniti i sacerdoti e gli scribi, Erode seppe che il Cristo doveva nascere a Betlemme alla luce delle profezie del profeta Michea. Tutti credevano ai Magi e alle parole della Scrittura, ma tutti erano concordi nel rifiutare il Salvatore del mondo, attirando il giudizio di Dio. Erode convocò di nascosto i Magi informandosi del tempo nel quale avevano visto la stella e mandandoli a destinazione, chiese loro di ricevere, in un secondo momento, informazioni affinché anch'Egli possa adorarLo. Sappiamo tutti il losco piano di Erode e come in seguito farà ammazzare tutti i bambini, con la speranza di colpire così anche Gesù. In questa difficoltà, gli occhi dei Magi si riaprirono, quel vuoto che si era creato nel loro cuore fu colmato, quando la potenza di Dio concesse ai Magi di ritrovare la stella perduta. Che gloriosa esperienza, quella stella che credevano persa, quel problema che credevamo irrisolvibile tutto d'un tratto è stato risolto, è svanito nel nulla, la presenza di Cristo è tornata reale e tangibile nella nostra vita. Che cosa ha aiutato i Magi a ritrovare la stella e può aiutare ognuno di noi a ripristinare il rapporto perduto con il nostro Signore? La preghiera personale e profonda del nostro cuore, la preziosa lettura e meditazione della Parola del Signore e la comunione con Dio e con i fratelli. Così la Scrittura ci dice che la stella li accompagnò fino alla casa dove c'era il bambino, poterono offrirGli i doni che avevano preso durante il viaggio e, avvertiti in sonno di non ripassare da Erode, tornarono al loro paese pieni di gioia nel cuore, per una altra via. Facciamo attenzione; la Scrittura in un caso simile a questo ci parla di una donna che, similmente ai Magi che si trovarono nel palazzo di Erode, si ritrovò con la sua famiglia a Sodoma. Quando l'Angelo del Signore venne a liberarla, essa si voltò indietro verso Sodoma, rammaricandosi per ciò che stava perdendo e rimanendo per sempre una statua di sale. Anche Gesù nei Suoi discorsi ricordò ai Suoi discepoli, e quindi anche a noi: "Ricordatevi della moglie di Lot" (Luca 17:32). Anche noi dobbiamo raggiungere la casa nel Regno dei cieli che Gesù Cristo sta preparando per ognuno di noi, avremo in quel glorioso giorno l'opportunità di incontrare tutti i nostri cari fratelli servitori di Cristo che ci hanno preceduto nella gloria, ma soprattutto avremo modo di incontrare personalmente il Re dei re e Signore dei signori Cristo Gesù per godere l'eternità in Sua presenza. "Ed Egli asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate" (cfr. Apocalisse 21:4). Fino a quel giorno però dovremo affrontare questo viaggio, guidati dalla presenza dello Spirito Santo. Se abbiamo perso la Sua guida, ricordiamoci che essa è sempre a nostra completa disposizione, sta solo a noi ritrovarla, attraverso la preghiera, la meditazione della Parola del Signore e la comunione con Dio e con i nostri fratelli. Coraggio fratelli "Soltanto...continuiamo a camminare per la stessa via" (cfr. Filippesi 3:16), fino al giorno del Suo glorioso ritorno dicendo insieme all'apostolo Giovanni "Vieni, Signore Gesù" (Apocalisse 22:20). Il Signore ci benedica nel nostro cammino! Sergio Cristofori
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