VERAMENTE LIBERI
Il 25 dicembre, nel giorno di Natale, l'organizzazione terroristica Boko Haram ha ucciso 16 persone, tra cui bambini, in un villaggio nigeriano. Quello che Boko Haram sta consumando sotto gli occhi del mondo, da quando ha cominciato a fare guerra al governo nigeriano, è un vero massacro: 20.000 innocenti uccisi in sei anni. Di questi, oltre 5mila erano cristiani. 350 le chiese distrutte. Ciononostante c'è un folto numero di cristiani che continua silenziosamente a resistere e a frequentare i culti e le funzioni religiose. Nessuno dei vescovi o dei missionari presenti in Nigeria abbandona i propri fedeli: fino a quando c'è ancora una sola anima da curare e da salvare vale la pena restare al fronte, guardando negli occhi la morte.
Nella World Watch List, la classifica stilata da "Open Doors" delle nazioni in cui i cristiani sono maggiormente perseguitati, la Nigeria è comunque solo al decimo posto. Prima c'è il Pakistan, l'Iraq, dove i cristiani sono costretti a rinnegare la propria fede o a fuggire, il Sudan, l'Iran, la Somalia.
Il primo posto di questa triste classifica lo detiene la Corea del Nord, in testa, in verità, da ben 13 anni. Qui essere cristiani è un grave reato, punito con arresti, torture e finanche esecuzioni capitali. Sono tra i 50.000 e i 70.000 i cristiani detenuti in campi di lavoro. Nonostante la pesante repressione del governo coreano, esiste un movimento crescente di chiese sotterranee che conta circa 400 mila cristiani su una popolazione di 24,5 milioni di abitanti. Dio c'è ed è all'opera.
Il primo dato che balza agli occhi è che, dei 50 paesi oggetto di questa classifica, non ce n'è neanche uno europeo. La storia del mondo occidentale sembra aver portato ad una conquista preziosa, che oggi diamo per scontata: la libertà. Un diritto ad autodeterminarsi che può presentarsi sotto diverse forme: non solo libertà di religione, ma libertà sessuale, libertà di parola, di voto, di pensiero, di stampa. Esiste, nel mondo occidentale, un catalogo di libertà ampissimo, che ci consente di condurre una vita tranquilla, al riparo da soprusi, garantita dalle nostre istituzioni. Vita tranquilla, sicura, che non vuol sempre dire però vita felice. Chissà perché di tante funzioni positive che la libertà svolge, non ve n'è una che riesca ad assicurare felicità all'uomo. In questa società civilizzata, emancipata, ci sono prigioni che la moderna libertà non riesce a distruggere, celle che non riesce ad aprire. Perché non ne possiede le chiavi.
Potremmo vivere una vita agiata, confortevole, con il sostegno degli affetti più cari al nostro fianco, eppure ci sono paure, tristezze, ansie che non ci abbandonerebbero mai. Possiamo sventolargli in faccia la nostra presunta libertà di fare come crediamo e andare dove vogliamo, loro avrebbero la capacità di trovarci sempre, ovunque siamo. I nostri errori, i nostri peccati, ci seguirebbero fino in capo al mondo, perché sono dentro di noi, nel nostro cuore.
Gesù, parlando a dei Giudei che avevano creduto in Lui, un giorno disse: "Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Essi gli risposero: "Noi siamo discendenti d'Abraamo, e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: ‘Voi diverrete liberi'?" .
Gesù rispose loro: "In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non dimora per sempre nella casa: il figlio vi dimora per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi." (cfr. Giovanni 8:30-36).
Questo ci insegna che c'è un solo tipo di libertà capace di scioglierci dalle prigioni della nostra infelicità. Questa libertà non consiste in un diritto, in una possibilità o in un'idea, ma in una persona: Gesù. Libertà è in Gesù. Egli è l'unico capace di aprire la porta della nostra prigione e renderci veramente liberi, perché ha espiato per noi la pena. La Sua morte sulla croce ci ha dato le chiavi della libertà: via il peccato, via la tristezza, via la paura, via lo scoraggiamento! La porta è aperta!
La storia ci ha consegnato la memoria di molti uomini morti per dare a se stessi e a noi la libertà politica o di parola, di cui avevamo bisogno. Ma c'è un solo Uomo che con la Sua vita ha comprato la Vera Libertà: Gesù. La possibilità di afferrarla dipende da noi. E' vicina a noi; non è necessaria una legge che ce la riconosca, e nulla potrà togliercela..."né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 8.38).
Tutto ciò spinge anche ad un'altra considerazione. Se Cristo ci ha reso veramente Liberi, nulla di quello che accade attorno a noi potrà metterci in catene. Se domani ci togliessero la libertà di parola o di religione, nessuno potrebbe sottrarci la Libertà che Gesù ci ha donato. Nessun sopruso, nessuna tortura, nessuna condanna umana potrebbe rimettere sul nostro cuore le sbarre che Gesù ha distrutto e i lucchetti che Egli ha aperto. Veramente Liberi, come le migliaia di credenti che si trovano nei campi di lavoro in Corea, come i fratelli nigeriani che, seppur di nascosto, continuano a lodare Dio, in libertà.
E' il paradosso del nostro secolo: si può essere Liberi anche se in prigione, oppure in prigione nonostante la propria libertà.
S.G.