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Geografia Storica della Bibbia
IL MAR ROSSO
Il suo nome ebraico è סוף ים (traslit.= yâm sûf, mare dei giunchi, Salmo 106:7). Comincia allo stretto di Bab el Mandeb, è largo in media 150 miglia e si divide in due bracci. Gli israeliti lo chiamavano il mare (Esodo 14:2, 9, 16, 21, 28 e molti altri passi), o il mare di Suf (Esodo 10:19; 13:18; 15:4, 22 ecc.). In Numeri 21:14 e in Deuteronomio 1:1 la versione inglese Authorized Version traduce mar Rosso. La versione in greco dei Settanta rende sempre Ερυθρά Θάλασσα (traslit.= eritrà tàlassa) e così anche il Nuovo Testamento: vedi Atti 7:36; Ebrei 11:29. Gli arabi chiamano il mar Rosso Bahr El Qulzum, mare di El Qulzum, nome che deriva dall'antica Clysma. Questi appellativi richiedono qualche considerazione. In ebraico, la parola sûf ha un significato alquanto vago, designando generalmente piante acquatiche come giunchi e alghe, anche se alcuni commentatori ritengono indichi le canne (Esodo 2:3, 5; Isaia 19:6). L'origine del nome mar Rosso è stata fonte di molti studi, che sostanzialmente hanno dato vita a due scuole di pensiero: secondo la prima, l'espressione deriverebbe da un fenomeno della natura, come l'aspetto rosseggiante delle montagne della costa occidentale che, riflettendosi sulla superficie dell'acqua, conferirebbe il caratteristico colore, oppure la presenza nel mare di zoofiti (piante acquatiche), coralli o alghe di color rosso, o anche di cicogne rosse. Alcuni studiosi hanno però fatto notare che un golfo di larghezza così ridotta e sotto la continua influenza di monsoni che soffiano da punti opposti per diversi mesi all'anno, è troppo mosso per ospitare tali vegetali, che quasi sempre crescono in acque stagnanti e molto raramente in acque salate. Alcuni hanno anche immaginato che il nome di questo mare derivi dal calore tropicale delle sue acque: Artemidoro, citato dal geografo Strabone, affermava che il mare era chiamato così a causa dei riflessi dei raggi solari. L'altra corrente si è invece sforzata di trovare una derivazione etimologica all'espressione, suggerendo la sua provenienza etimologica da Edom. Siccome le nazioni limitrofe lo chiamavano Mar di Edom, locuzione derivante dal nome della zona compresa tra il mar Rosso e il lago di Sodoma, occupata dai discendenti di Edom (Edom vuol dire rosso; Genesi 25:30), i greci venuti in contatto coi fenici, esperti navigatori, pensando che Edom fosse un aggettivo invece che un nome proprio, cominciarono a chiamarlo Erythra Thalassa, in greco mare rosso. Plinio, Mela e altri autori dicono che questo mare era chiamato così non dal suo essere rosso, ma dal suo antico sovrano Erythrus, il quale aveva regnato nel paese che si affaccia su questo mare. Gli edomiti, discendenti di Esaù, si erano stabiliti nel territorio del monte Seir (o monte di Esaù, vedi Abdia 9) dopo la morte di Isacco (Genesi 36:6-8). Idumea è quindi solo una forma tarda della parola Edom. Gli edomiti avevano occupato questo territorio, un tempo residenza degli amalechiti (Numeri 13:29; 1 Samuele 15:1-7). La notorietà del Mar Rosso è legata principalmente al passaggio miracoloso del popolo d'Israele attraverso le sue acque; nel caso degli israeliti, non si tratta del braccio sinistro, l'attuale canale di Suez, ma del golfo di Aqaba. Il mar Rosso è infatti uno stretto mare che partendo da sud, dall'Eritrea, si biforca a nord attorniando la penisola del Sinai con i suoi due bracci: il canale di Suez e il golfo di Aqaba, appunto. Quindi secondo la Bibbia è mar Rosso anche il golfo di Aqaba. Lungo la costa egiziana del golfo di Aqaba c'è un solo posto dove due milioni di persone sarebbero potute entrare: è la piana di Nuweiba, proprio al termine del wadi.
È di grande edificazione per i credenti sapere che in quel punto, in profondità è stata trovata una enorme quantità di ruote appartenenti a carri egiziani, interamente ricoperte di coralli, oltre a scheletri umani e di cavalli fossilizzati. Nei pressi del luogo in cui gli israeliti attraversarono il deserto, Salomone 400 anni dopo eresse una colonna, a commemorazione del miracoloso evento (Isaia 19:19). Il mar Rosso è infatti in stretta relazione con Elat, l'Aila di Strabone, la moderna Aqaba, di cui si parla nell'Antico Testamento (1 Re 9:26). All'epoca della monarchia israelita, il paese di Moab (Edom) era tributario di Israele (1 Re 22:48), essendo stato annesso al regno grazie alla politica espansionistica avviata dal re Davide (2 Samuele 8:14; 1 Re 11:15, 16; 1 Cronache 18:13). Salomone ebbe l'intuito di farvi costruire una flotta e un porto, sfruttando lo sbocco in mare di Esion-Gheber, che diedero un forte impulso all'attività commerciale marittima ebraica. La sua flotta mercantile, le navi di Tarsis, partiva ogni tre anni dal mar Rosso per importare in Israele oro, argento, avorio, scimmie e pappagalli. (1 Re 10:22). Nome arabo che significa Porta delle Lacrime o della Lamentazione Funebre. Sono due le spiegazioni per questo nome: la prima ha a che fare con la pericolosità che ne caratterizza la navigazione, resa sempre alquanto rischiosa a causa dei repentini cambi di direzione e della forza dei venti che vi spirano. Il viaggio da un capo all'altro del mar Rosso era rallentato da un vento prevalente che soffia nella parte settentrionale da sud per nove mesi l'anno e nella parte meridionale verso nord, per lo stesso periodo. Cfr. Fallows S., The Popular and Critical Bible Encyclopædia, vol. 3, pag. 1432. L'altra interpretazione allude alle persone che sarebbero annegate a causa del forte terremoto che provocò la separazione dell'Asia dall'Africa (cfr. Genesi 10:25). Per una dissertazione sulla placca Arabo-Africana e sulle relative deduzioni tettoniche, cfr. il saggio di Banner D. E. e Ervin Y. K., Plate Tectonics in the Red Sea Region as Inferred from Space Photography. Gli israeliti definiscono mare qualsiasi grande massa d'acqua: vedi il mar di Galilea, o di Tiberiade, il mar Morto, ecc.; i fiumi come il Nilo, il Tigri e l'Eufrate, essendo molto grandi, vengono considerati come dei grandi laghi o dei piccoli mari. Cfr. Isaia 11:15; 18:1, 2; Geremia 51:36, 42 ecc. in altri termini, il termine generico Yam per gli israeliti può indicare l'oceano, i vasti laghi dell'entroterra, i laghi di dimensioni più modeste (Giobbe 14:11) e anche un grande fiume come il Nilo (Naum 3:18; Isaia 19:5). Kytto J., A Cyclopædia of Biblical Literature, vol. 3, pag. 793. Cfr. anche Calmet A., Dictionary of the Holy Bible, pag. 825. Kulzum vuol dire inondazione o sopraffazione. Alcuni scrittori arabi, con riferimento alla distruzione dell'esercito egiziano che inseguiva Israele, lo definiscono il mare in cui annegò l'esercito di Faraone. Smith W., A Dictionary of the Bible, vol. 3, pag. 1009 e Smiley T. T., Scripture geography, or, A companion to the Bible, pag. 256. Sull'importanza, in epoca romana, di questa città portuale, Sidebotham s., Roman economic policy in the Erythra Thalassa, 30 B.C.-A.D. 217, pag. 57. Sulla sua esatta ubicazione, Bryant J., Observations upon the plagues inflicted upon the Egyptians, pag. 330, Stackhouse T., A History of the Holy Bible, vol. 1, pag. 290 e Malte-Brun C., Universal geography: or a description of all parts of the world, vol. 4, pag. 55. In caratteri geroglifici (tufi, papiro). Vigoroux F., Dictionnaire de la Bible, vol. 5, pag. 622. Horne H. T., Landscape Illustrations of the Bible, vol. 1, alla voce Mar Rosso. Cfr. anche Schiano C., Artemidoro di Efeso e la scienza del suo tempo, pag. 30 e Arduini M. L., Dall'età greca classica agli inizi di Roma imperiale. Da Senofonte a Diodoro, pag. 265. Ab Erythra rege in ditum est nomen propter quod ignari aquas credunt, ossia "trae il proprio nome dal re Eritro e solo un ignorante crederebbe che abbia le acque rosse". Quinto Curzio Rufo, Historia Alexandri Magni, VIII, 9, 14. Cfr. Prideaux, An historical connection of the Old and New Testaments, vol. 1, pag. 9 e 10 e The London Encyclopedia, vol. 18, pag. 424. Il re Eritro sarebbe da identificarsi quasi certamente con Edom. Strabone, XVI, 1, 20; Plinio, Storia Naturale, VI, 23 e altri. Erode il grande era un discendente di Esaù, Idumeo da parte del padre Antipatro e con sangue arabo da parte della madre, come ci fa sapere lo storico giudeo Giuseppe Flavio, Antich. Giud., XII, 8. Hewitt J., Scripture Geography, pag. 126. Nuweiba è abbreviazione di Nuwayba' al Muzayyinah, che in arabo significa l'apertura delle acque di Mosè o Mosè in acque libere. Il wadi è il letto di un torrente, quasi un canyon, una sorta di canalone in cui scorre (o scorreva) un corso d'acqua a carattere non perenne. Si trova generalmente nelle regioni desertiche, ad esempio nel Sahara o nei deserti della Penisola araba. Cioè, che hanno subìto il processo di fossilizzazione, grazie al quale la struttura ossea è stata rimpiazzata e sostituita dai coralli. Tischler M. N., All things in the Bible, vol. 2, pag. 632
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