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1946-1996: cinquanta anni nella mia comunità di Napoli


Mi accingo a narrare quello che ricordo e alcune mie impressioni a tanti giovani e fratelli, una parte del passato, della mia comunità di Napoli. Eravamo appena usciti dalla guerra, avevo diciotto anni e una sera fui invitato da un fratello che mi aveva parlato di Gesù fin dal 1944, ad ascoltare un culto. Quale fu la mia sorpresa nell'entrare in un sotterraneo in via San Giovanni a Carbonara (la famosa grutticella), nel vedere uomini e donne che lodavano il Signore. Il locale era a forma di T con sei o sette scalini, il soffitto si poteva toccare con le mani, tanto era basso, soltanto un finestrino a cancelletto che dava sulla strada in alto, talché si potevano vedere solo i piedi delle persone che camminavano. Tra i ricoveri antiaerei e quel locale era poca la differenza. Nel fondo c'era una pedana con la vasca per i battesimi (dove fui battezzato anch'io), un tavolino che traballava per l'umidità sopportata, alcune sedie a destra e a sinistra con un corridoio nel quale si poteva appena passare. Nonostante tanto squallore, avvertii la presenza del Signore che incominciava a operare in me. Quando sentii la Parola del Signore, mi vidi nudo e scoperto, cosa che non mi era mai capitato. Quel locale servì per i culti fino al 1949, con servizi di preghiera per lo Spirito Santo il lunedì e i culti il martedì, giovedì e domenica. Nell'inverno tra il 1946-47 ci fu la visita a Napoli di un missionario inglese di nome Smitt, per una settimana nella sala Maddaloni con avvisi su un quotidiano cittadino, molti andammo alle riunioni che furono di grande benedizione. In quei tre anni nel locale di culto si susseguirono le visite di alcuni fratelli dall'estero: Di Biase, Palma, Mauriello, Graziano e altri che ricordo i nomi. Anche molti fratelli italiani venivano a visitarci, tra cui: Roberto Bracco, Nello Gorietti, Eliana Rustici e altri ancora. La chiesa era composta di parecchie famiglie, eccone un breve elenco: Anastasio Salvatore, Pagano Aurelio, Alvino Gennaro, Melluso Pasquale, D'Alessandro Pasquale, Cerino Salvatore, Calabrese Giuseppe, Marra Carmine, Pochet Mario, Di Martino Pasquale, Luise, Affuso, Roncavassaglia e alcuni che non avevano la famiglia convertita. In quel locale il Signore quasi ogni lunedì battezzava con lo Spirito Santo.

Poi si passò nel 1949 a Capodimonte in un antico convento, dove si stabilì la famiglia Melluso Pasquale con la fabbrica di scarpe. C'era un grande e lungo corridoio che fu usato per fare i culti. La chiesa cresceva continuamente di numero e iniziammo la scuola domenicale alla buona, senza libretti e con l'aiuto di fratelli e sorelle esteri ogni servizio ebbe un'immagine. In quel tempo non c'erano trasmissioni radio come oggi per ascoltare il messaggio dell'Evangelo, soltanto da radio Montecarlo potevamo ascoltare i messaggi dell'Evangelo sulle onde corte il mercoledì mattina, e pochi erano che possedevano una radio. Tutti i fratelli erano pieni d'entusiasmo di parlare ad altri di Gesù. Nel frattempo sorsero tanti gruppi di fedeli nei dintorni di Napoli nelle case di fedeli appena convertiti. E si facevano i culti. Intanto si formò anche un gruppo che suonava, e con quelle poche nozioni di musica ma sufficiente per suonare i cantici, si usciva insieme ai fratelli anziani per fare visita a quei gruppi. Eravamo: Basile Antonio, D'Alessandro Enzo fisarmonica; Montella Pasquale cornetta; Castagna Aldo trombone a tiro; De Santo Salvatore, Basile Gennaro, Pagano Eliseo violino, Vitulli Franco mandola; Melluso Daniele clarino. La domenica ci dividevamo in due gruppi per andare fuori.
Ecco un elenco di quei gruppi: Portici, Torre Annunziata, Sarno, Boscoreale, Gragnano, Nocera Inferiore, Siano, Villa dei misteri, Casalnuovo, Afragola, Secondigliano, Caivano, Cardito, Siringnano, Poggiomarino, San Giuseppe Vesuviano, Frattamaggiore.

Nel 1950 il fratello Calabrese prenotò una carrozza ferroviaria per portarci a Roma in via dei Bruzi a fare una visita a suonare il Salmo 24. A Napoli c'era il fratello Loffredo dall'America e ci preparò per quella prima uscita impegnativa, eravamo molto timorosi, ma a nostra sorpresa il Signore ci guidò in una maniera meravigliosa. Non c'erano registratori e ci fu richiesto il bis. In molti di noi è rimasto un piacevole ricordo, fu pubblicato anche sul Risveglio Pentecostale. Il gruppo era invitato in molte comunità in occasioni di battesimi, S. Cena e matrimoni. Fu un incentivo per conoscere tanti fratelli in Campania e in altre regioni.
Ritornando al locale di Capodimonte vi rimanemmo fino al 1954, l'anno che fu dedicato il locale a Materdei. Nell'estate del 1951 avemmo una visita di fratelli del Canada interpretati da Paolo Arcangeli e ci fu un bel risveglio con numerosi battesimi nello Spirito Santo. Altri pastori esteri si alternavano a visitarci. Anche in quel corridoio il Signore ci benediceva. Nell'estate del 1952 ricordo la visita del fratello Caprino che ci cantò un cantico che certamente molti fratelli anziani ricordano. Sembrano piccoli dettagli, ma tutto contribuì a risvegliare i fratelli e a salvare chi non era convertito.


Si arrivò al 1954 l'anno che fu dedicata la chiesa di Materdei in via Goffredo Malaterra. Ormai eravamo una chiesa aperta a tutti e fu necessaria una preparazione spirituale con molto impegno. Il Signore continuava a chiamare anime. Non mancarono evangelizzazioni e nell'estate del 1964 vi fu al teatro Politeama una campagna evangelistica con il fratello Herman. Non possiamo non menzionare la sorella Cristina, famosa per il suo modo semplice di evangelizzare.


Si arrivò al 1970 con l'avvento della tenda all'aperto, non erano pratici ma quei fratelli che avevano esperienza, ci incoraggiarono ai primi tempi con la loro presenza, così si sta andando avanti fino a questo momento. Oggi in quasi tutte le località sono installate più di una tenda nei mesi estivi.
Tutto questo è sempre opera dello Spirito Santo che guida i Suoi fedeli. L'attuale locale ormai è conosciuto da tutti e sia ringraziato il Signore per la Sua preziosa guida.

                                                                                                            Antonio Basile

     
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