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Da Costantino agli Spagnoli Tra i tanti eventi decisivi che si possono attribuire a Costantino oltre a quelli gia citati va annoverata anche la divisione dell'Impero in due tronconi ben distinti, quello d'Oriente e quello di Occidente.
Nel 476 con il crollo dell'Impero Romano d'Occidente l'ultimo imperatore Romolo Augusto fu deportato proprio a Napoli e rinchiuso nel Castrum Lucullanum. Dopo tantissimi anni di pace su Napoli si abbatterono un'infinità di avvenimenti guerreschi; la città dovette a volte con successo, a volte no, respingere le offensive dei popoli nemici. La Chiesa spesso si faceva promotrice di guerre e scontri. Alla fine del 661 aboliti i poteri dell'imperatore, i napoletani ripresero nelle loro mani il destino della città nominando un duca napoletano nella persona di Basilio. Da questo momento, pur dipendendo formalmente da Bisanzio, Napoli aveva un proprio governo autonomo, iniziando così un lungo periodo storico che possiamo definire come il Ducato napoletano. Furono continue le guerre del ducato contro longobardi, bizantini, saraceni e pontefici, rimanendo nel contempo una rocca di libertà e di indipendenza. Come se non bastasse, presto i napoletani dovettero fare i conti con i Normanni. Per il popolo si trattò di una "punizione divina" perché furono proprio i napoletani a chiamarli nel sud concedendo loro il feudo di Aversa. Nel 1137 il ducato napoletano fu costretto ad accettare la sottomissione ai Normanni. Salì al trono Ruggero II detto il Malo, il quale non riuscì mai ad avere rapporti pacifici con la Chiesa, anche se fu un sovrano giusto e prudente. Nel 1194 gli Svevi riuscirono a conquistare il mezzogiorno. Il rapporto tra gli Svevi e i napoletani fu caratterizzato da odio e amore. Uno dei re di questa dinastia fu Federico II ancora oggi considerato il più grande monarca che sia mai seduto su un trono d'Europa. Nel 1266 ci fu ancora un cambio di dinastia: Carlo D'Angiò assunse la corona del regno del sud. La casa D'Angiò merita giudizi abbastanza severi per le condizioni di arretratezza economica e per la fortissima pressione fiscale imposta, anche se vi fu un incremento della popolazione e un eccezionale lavoro urbano di statue, fontane, palazzi e castelli (tra cui il Maschio Angioino). Nel 1370 un avvenimento abbastanza insolito sconvolse la vita cittadina, si sparse infatti la voce che "l'uovo magico" si fosse rotto. Tale uovo secondo la leggenda fu posto dal poeta Virgilio nel Castel dell'Ovo e possedeva delle magiche virtù, se per caso si fosse rotto, Napoli sarebbe stata sicuramente distrutta. Per calmare il panico tra la plebe la regina Giovanna dovette dichiarare pubblicamente che l'uovo era stato ripristinato. In questi anni Virgilio svolse per Napoli un ruolo di santo protettore alla pari di San Gennaro. Anche se dietro al suo personaggio cominciarono a girare voci di una sua spietata crudeltà, al punto tale da dire che alla sua morte neanche Satana lo volle nel suo regno. Dopo una breve parentesi dei Durazzo la città fu conquistata dagli Aragonesi. Uno dei monarchi (Alfonso) instaurò una corte rinascimentale per nulla invidiabile a quella di Lorenzo il Magnifico. Tutte queste dinastie che si successero a Napoli, seppur abbondarono la città di opere d'arte, di chiese, statue, santuari, portarono grande desolazione spirituale. La Parola del Signore non veniva predicata, o veniva predicata in un linguaggio non comprensivo per il popolo. Spesso l'atteggiamento arrogante del clero sembrava allontanare le persone dalla fede. Ciò che invece regnava incontrastata era l'idolatria, a volte esasperata ed intrisa di fanatismo e violenza.
Nel 1559 fu arrestato un pastore di Ginevra di nome Giovan Luigi Paschale, di passaggio a Napoli, il quale fu poi arso vivo confessando eroicamente la propria fede in Cristo. Fu traduttore del Nuovo Testamento in italiano e francese (Versione Diglotta), usato prima della versione di Giovanni Diodati.
Bernardino Ochino e un vasto numero di servitori del Signore, verranno brevemente descritti nel prossimo articolo. Sergio Cristofori |
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