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Alla ricerca del Battesimo dello Spirito Santo e dei Carismi attraverso i secoli

Fin qualche decennio fa, era opinione abbastanza diffusa che, dal tempo degli apostoli fino alla nascita del Movimento Pentecostale, non si siano manifestati il Battesimo nello Spirito Santo con il segno delle lingue e i carismi. L'idea nasceva dal desiderio di collegarsi interamente alla prima Pentecoste unito ad una scarsa conoscenza della storia del cristianesimo. Ma soprattutto fu l'opposizione del resto del mondo protestante ed evangelico ad alimentare questa falsa nozione. Da un attento esame della storia del cristianesimo risulta invece evidente, che, manifestazioni di Battesimo nello Spirito Santo e carismi si sono verificati in tutti i secoli, anche se, non erano sempre riconosciuti come tali. La particolarità del Movimento Pentecostale sta nel fatto che l'esperienza del Battesimo nello Spirito Santo è sorto prima dottrinalmente e poi praticamente nel corso del XX secolo, diventando, come al tempo degli apostoli, fenomeno di massa.

In periodi storici nei quali la Chiesa Cattolica Romana cercava di imporsi quale super potenza mondiale e il potere temporale dei Papi cominciò a costituire una seria minaccia alla libera predicazione del messaggio del Vangelo, la "Chiesa dissidente" continuava a predicare che bisogna ritornare alla semplicità e alla potenza della Chiesa dell'era degli apostoli. I principi generali che hanno caratterizzato tutti questi movimenti sono innanzitutto la fedeltà alla Sacra Bibbia, il rifiuto di gerarchie ecclesiastiche e la chiamata al ministero fondata sulla vocazione divina e non conseguenza di titoli conseguiti in corsi di studio teologico.

Non pochi esempi storici mettono in evidenza che il fenomeno del parlare in altre lingue da parte di singoli credenti, si verificò continuamente nella storia della Chiesa. Due ricercatori, Kilian Mc Donnel e George Montagne, autori del libro intitolato "Iniziazione Cristiana e Battesimo dello Spirito Santo - Testimonianze dei primi otto secoli", sono riusciti, attraverso gli scritti dei Padri della Chiesa, a rintracciare la presenza del Battesimo dello Spirito Santo nella Chiesa almeno fino all'VIII secolo. Gli autori citano come fonte di prova i seguenti storici, nelle cui opere si fa esplicito riferimento al Battesimo di Spirito Santo e ai suoi carismi:

Tertulliano Tertulliano nel Nord Africa a Cartagine (circa 198), Ilario in Gallia a Poitiers (circa 350), Cirillo in Palestina a Gerusalemme (circa 364), Basilio in Cappadocia a Cesarea (366-374), Gregorio di Naziano a Costantinopoli (380), Giovanni Grisostomo (392-393), Filosseno a Mabbu in Siria (fine del V, inizio del VI secolo), Severo di Antiochia (V-VI secolo), Giovanni il solitario di Apamea (430-50), Teodoreta a Ciro (444), Giuseppe Hazzaya a Quardu, Iraq (VIII secolo). Le date riportate si riferiscono alle opere di maggior rilievo realizzate dagli storici citati.

Altri dati molto interessanti, utili a ricostruire la presenza storica del Battesimo dello Spirito Santo all'interno della Chiesa ci vengono forniti dalla rivista americana WORLD MAP Digest, che in un articolo pubblicato nei numeri di Gennaio-Febbraio e Marzo-Aprile '94 espone i risultati di una ricerca storica sull'argomento. In questo articolo si parte dalle opere dei vari Padri della Chiesa dei primi secoli, nelle quali si fa esplicito riferimento ai carismi dello Spirito Santo, sino al periodo della Riforma, giungendo, poi, sino ai nostri giorni. Tra questi si citano Giustino martire (100-165) e Ireneo (140-203).

Il Montanismo, ci riferisce WORLD MAP, nonostante le scomuniche della Chiesa ufficiale e le persecuzioni, sopravvisse in clandestinità sino all'880. Wesley, tra gli altri, era un estimatore di questo Movimento. Va anche ricordato che ad esso aderì Tertulliano, uno dei più grandi padri della Chiesa. Questa era una corrente teologica nei confronti della quale ci sono giudizi discordanti; ma è invece accertato che era forte al suo interno la componente carismatica con tutti i segni tipici del Battesimo dello Spirito Santo.

A proposito di Ambrogio (339-337) vescovo di Milano, la rivista ci riferisce che nel suo: "Lo Spirito Santo (i Padri della Chiesa)", egli afferma che le guarigioni e il dono delle lingue vengono ancora dati da Dio.

Agostino (354-430), il più famoso dei Padri della Chiesa dei primi secoli, sempre secondo la rivista, scrisse: "Con l'imposizione delle mani noi facciamo ancora come facevano gli apostoli quando imposero le mani sui Samaritani invocando la discesa dello Spirito Santo su di essi. E ci si aspetta che i convertiti parlino in lingue nuove". Ancora, nel suo libro "La città di Dio", scritto al termine della sua vita, oltre a fare una lista dei miracoli avvenuti nei suoi giorni, egli afferma: "Le cose che avvengono e che sono riportate nel Nuovo Testamento sono degne di fiducia". Inoltre, si legge nell'articolo che Agostino si oppose energicamente alla emergente teoria delle cessazione dei doni carismatici (che si andavano affermando come reazione agli eccessi, veri o presunti, del Montanismo), ritenendo che questi fossero cessati con l'era apostolica. Sempre a proposito dell'evidenza di carismi si cita Gregorio di Tours (538-594) vescovo di Tours appunto, e Gregorio Magno (540-604), eletto papa nel 590, nelle cui opere si fa riferimento a guarigioni, profezie e fenomeni carismatici. Lo stesso ci viene detto di Vladimiro (988) principe di Rus (l'attuale Russia) e di Francesco D'Assisi (1181-1226). Anche nel Movimento Valdese si registrano episodi carismatici, come pure nell'esperienza di Vincenzo Ferire (1350-1419).

Martin LuteroGiunti dunque al tempo della Riforma, scopriamo che Martin Lutero, (citiamo le parole dell'articolo): "Era profeta, evangelista, uno che parlava in altre lingue e anche le interpretava, essendo ripieno di tutti i doni dello Spirito. Pregava per la guarigione dei malati e cacciava i demoni. Era un Luterano Pentecostale".

Ed ancora degli Ugonotti Francesi (1559) ci viene riferito che credessero e praticassero i doni carismatici, Anche di Giovanni Calvino ci viene dato conto, il quale nei suoi scritti si esprime in difesa del dono delle lingue, ritenendolo che esso fosse ancora attuale.

I Quaccheri (1640) così detti proprio per le manifestazioni carismatiche dello Spirito Santo, con stadi d'estasi e tremori, che avvenivano durante le loro riunioni religiose.

Nikolaus Ludwig von ZinzendorfI Moravi (1700-1760) furono visitati dallo Spirito Santo nell'estate del 1727 a Herrnhut, vicino Dresda in Germania. Questa era una città di rifugio per i cristiani perseguitati provenienti da tutta Europa, fondata da Nikolaus Ludwig Von Zinzendorf. Da allora fu data vita ad una riunione di preghiera che durò per circa 100 anni 24 ore al giorno.

Anche John Wesley, fondatore del Metodismo, riteneva l'esperienza della Pentecoste valida ed ancora attuale, tanto è vero che riteneva il Montanismo un Movimento spirituale genuino.

Lo storico Battista Edward Hiscox rileva che ci sono riferimenti alle comunità Battiste di Filadelfia nel 1743 circa la presenza tra loro di vari doni dello Spirito.

Nel 1830, nella "Regent's Square Presbyterian Church" di Londra si sviluppò un Risveglio ad opera di Thompson, al quale aderì appieno il pastore Edward Irving, ci furono Battesimi di Spirito Santo e i credenti cominciarono a parlare in altre lingue e a profetizzare pubblicamente. Però a causa di controversie sorte all'interno della Chiesa ci fu una divisione che diede vita alla "Chiesa Cattolica Apostolica", la quale nominò al suo interno Apostoli e Profeti.

Vengono anche citati uomini come: Charles Finney, Charles Spurgeon, Dwight Moody, uomini che avevano sperimentato il Battesimo dello Spirito Santo e di cui il Signore si è usato potentemente.

I più recenti movimenti sono sorti all'inizio del Novecento, allorquando Battesimi di Spirito Santo si manifestarono contemporaneamente in diverse parti del mondo, dagli Stati Uniti d'America al Sud Africa, all'Europa, all'India.

La Chiesa Cattolica Romana invece nel corso dei secoli, si è completamente distaccata dal modello neotestamentario di Battesimo nello Spirito Santo. Riteniamo utile raccontare a questo punto come un miracolo di grande potenza divina (quale è il Battesimo nello Spirito Santo) si sia potuto trasformare nel corso degli anni in un arido rituale quale la Cresima.

Sergio Cristofori



Dal Battesimo dello Spirito Santo ... alla Cresima

Secondo la Chiesa Cattolica Romana, la Cresima o Confermazione è una pratica della Chiesa Cristiana che si consolida in Occidente solo dal V secolo e che può considerarsi una "seconda fase" del cammino dell'iniziazione Cristiana, allorché, la persona battezzata da bambino, prende coscienza e conferma di ciò che ha ricevuto nel Battesimo disponendosi responsabilmente a vivere la vita cristiana. Nella Chiesa Cattolica Romana la Confermazione diviene un sacramento con il quale si riceve la pienezza dello Spirito Santo mediante l'imposizione delle mani e l'unzione dell'olio. Con essa il credente afferma davanti al Signore e agli uomini la propria fede in Dio e chiede allo stesso di rafforzarla.

La Confermazione fa parte, insieme al Battesimo ed alla Eucaristia, dei "sacramenti dell'iniziazione cristiana". Il Battesimo incorpora il fedele alla Chiesa, il "popolo di Dio", l'Eucarestia sostiene il fedele nel cammino verso la "città celeste", mentre è ancora in quella "terrena", la Confermazione conferma l'impegno del credente nella fede e nell'essere testimone della Parola di Dio.

La Confermazione è anche detta Cresima. Il termine Cresima ha la stessa origine del termine Cristo, derivano infatti dalla parola greca "crisma", "unzione". Come Cristo è "l'Unto", così la "Cresima" è l'unzione del Cristiano. Come Cristo è consacrato Sacerdote, Profeta e Re, così con la Cresima il Cristiano è consacrato sacerdote, profeta e re.

La giustificazione biblica della Cresima è molto debole e da una lettura approfondita dei riferimenti biblici sembra quasi inesistente il legame con il Battesimo dello Spirito Santo, inoltre anche le testimonianze storiche non tracciano nessun legame tra la Cresima ed il Battesimo dello Spirito Santo, infatti la testimonianza più antica della cerimonia che è stata poi chiamata Confermazione [dal latino confirmatio, in greco βεβαίωσις (bebaiōsis)] si trova nei riti battesimali contenuti nella "Tradizione apostolica" di Ippolito (AD 215) e nel trattato "De Baptismo" di Tertulliano (AD 198). Entrambi questi testi testimoniano dell'esistenza di una cerimonia al seguito del Battesimo, consistente in una preghiera detta dal vescovo mentre distende le mani sui candidati, l'unzione del candidato sulla fronte, l'imposizione delle mani sul capo di ciascuno ed il segno della croce sulla fronte. Originalmente non si faceva distinzione alcuna fra bambini ed adulti nell'uso di questa cerimonia post-battesimale. Quando venivano battezzati dei bambini, essi pure venivano unti con l'imposizione delle mani. Ciò che, però, era stabilito dalle Chiese romane ed africane era che l'unzione e l'imposizione delle mani spettava al vescovo e quindi vennero separate dal Battesimo, sia per i bambini che per gli adulti. In caso di emergenza, amministrata da un presbitero, o quando i vescovi non erano più in grado di presiedere ad ogni Battesimo, questa cerimonia post-battesimale era inevitabilmente rimandata fintantoché il candidato avesse potuto presentarsi dinanzi ad un vescovo. Questa separazione fra Battesimo e Confermazione, impostatasi nelle Chiese da esigenze pratiche, diventa così la pratica normale e conduce alla situazione in cui il Battesimo era ritenuto appropriato per l'infanzia e la Confermazione ad anni più tardi.

Sebbene nel rito romano questa cerimonia sia associata al dono dello Spirito Santo, non è chiaro se questo pure fosse il caso degli altri riti nell'occidente latino. Essi forniscono esempi di semplici unzioni post-battesimali sulla fronte, che in Gallia ed in Spagna sono amministrate dal presbitero che battezzava con olio consacrato precedentemente dal vescovo. Dove però questo rito non era influenzato dalla pratica romana, non c'è nulla che indichi che la ricezione dello Spirito Santo sia connessa con lo scopo di questa unzione.

La Chiesa Cattolica Romana per dare anche una minima giustificazione biblica della Confermazione, spesso è stata fatta risalire, nel Nuovo Testamento, ad Atti 8:14-17 ["Allora gli apostoli, che erano a Gerusalemme, saputo che la Samaria aveva accolto la Parola di Dio, mandarono da loro Pietro e Giovanni. Essi andarono e pregarono per loro affinché ricevessero lo Spirito Santo; infatti non era ancora disceso su alcuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Quindi imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo."] e 19:1-7 ["Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, dopo aver attraversato le regioni superiori del paese, giunse a Efeso; e vi trovò alcuni discepoli, ai quali disse: «Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?» Gli risposero: «Non abbiamo neppure sentito dire che ci sia lo Spirito Santo». Egli disse loro: «Con quale battesimo siete dunque stati battezzati?» Essi risposero: «Con il battesimo di Giovanni». Paolo disse: «Giovanni battezzò con il battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo di credere in colui che veniva dopo di lui, cioè, in Gesù». Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù; e, avendo Paolo imposto loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro ed essi parlavano in lingue e profetizzavano. Erano in tutto circa dodici uomini."]. In queste occasioni, in Samaria e ad Efeso, l'azione dell'imposizione delle mani è associata con il Battesimo e il dono dello Spirito Santo. In questi casi però non si può parlare di una seconda fase dell'esperienza Cristiana, separata dall'impegno di seguire Cristo suggellato dal Battesimo. Anche se lo fosse non potrebbe essere equiparata alla Confermazione come la si conosce oggi. È impossibile infatti, dedurre dall'imposizione delle mani in Atti 8 o 19, o in qualunque altro luogo del Nuovo Testamento, un chiaro precedente del rito posteriore della Confermazione.

Altri testi del Nuovo Testamento associati alla Confermazione parlano dell'uso dell'olio o crisma nell'iniziazione, ed includono II Corinzi 1:21 ["Or colui che con voi ci fortifica in Cristo e che ci ha unti, è Dio"] e I Giovanni 2:20,27 ["Quanto a voi, avete ricevuto l'unzione dal Santo e tutti avete conoscenza. ... Ma quanto a voi, l'unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi, e non avete bisogno dell'insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera, e non è menzogna, rimanete in lui come essa vi ha insegnato"]. L'unzione a cui si riferiscono questi testi, però, può essere null'altro che una metafora del dono dello Spirito Santo nel Battesimo.

Il rito della Confermazione continua ad essere praticato nelle Chiese Riformate e Presbiteriane e, in genere, quelle che praticano il Battesimo dei bambini.

Nella Chiesa Anglicana la Confermazione assume natura "sacramentale", cioè non di sacramento vero e proprio, ma di pratica che attribuisce un bene spirituale al fedele. Il ramo "Cattolico" dell'Angliganesimo attribuisce a tale istituto, però, un vero e proprio valore sacramentale.

Nelle Chiese Evangeliche la legittimità della Confermazione è fortemente messa in discussione innanzitutto a causa della sua non giustificazione biblica, dal fatto che venga praticata per mera tradizione e senza che i praticanti ne capiscano il significato spirituale e che viene fatta in età adolescenziale, età che non permette ai praticanti di comprenderne il significato.

Nelle Chiese Evangeliche Pentecostali vi è una netta opposizione alla Cresima perché non ha giustificazione biblica e perché la manifestazione ed il Battesimo dello Spirito Santo avviene, durante i culti Pentecostali, con potenza e con segni tangibili, e con il segno iniziale del parlare in altre lingua, così come descritto nel Nuovo Testamento.

Giovanni Tagliaferri




 Qualche dato di storia di cristianesimo

Prima di esporre i vari movimenti di Risveglio che si sono manifestati nel corso dei secoli, è opportuno elencare qualche dato di storia del Cristianesimo al fine di comprendere meglio il quadro nel quale essi ebbero vita.

La prima data da ricordare è il 70 d. C. anno nel quale Gerusalemme fu distrutta dai Romani (cfr Luca 21:20), e la Chiesa di Gerusalemme cessò di esistere. Fino a quel momento essa esercitava una grande influenza sulle altre Chiese perché Gerusalemme era il cuore dell'Ebraismo ed era la Chiesa dove erano presenti gli apostoli del Signore (cfr Atti 8:14; 15:1-29; Galati 1:17 - 2:10). Essendo i Dodici gli apostoli di Gesù, é normale che la loro presenza facesse sì che la Chiesa di Gerusalemme avesse una notevole influenza su tutte le altre Chiese. Furono gli apostoli che si trovavano in Gerusalemme a mandare Pietro e Giovanni in Samaria (Atti 8:14). Paolo, Barnaba e alcuni fratelli di Antiochia salirono a Gerusalemme dagli apostoli ed anziani della Chiesa per trattare la questione dei giudaizzanti (Atti 15). E l'apostolo Paolo dopo la sua conversione andò una prima volta a Gerusalemme per visitare Cefa (Pietro) e una seconda volta, dopo quattordici anni, per esporre il Vangelo che lui predicava alle "colonne" della Chiesa: Giacomo, Cefa e Giovanni (Galati 1:11; 2:10). Dopo la distruzione di Gerusalemme e dopo la morte degli apostoli, Giovanni fu l'ultimo degli apostoli a morire in Asia Minore (cfr II Giovanni 1; III Giovanni 1; Apocalisse 1:9), ogni Chiesa conservava "la tradizione apostolica" e aveva identico valore delle altre, come Ireneo di Lione scrisse verso il 180 circa d.C. nella sua opera «Contro le Eresie»: «La tradizione degli Apostoli, manifesta in tutto il mondo, può essere riscontrata in ogni Chiesa da coloro che vogliono conoscere la verità».

Tuttavia, Roma, capitale dell'Impero Romano e capitale del mondo pagano di allora, acquistò via via una sempre maggiore influenza nel cristianesimo antico, fino al punto che, da Costantino in poi, la Chiesa di Roma divenne di fatto, la Chiesa più importante del Mediterraneo. Ireneo, nel famoso e discusso passo contenuto in "Contro le Eresie" scrive: «Infatti a questa chiesa (Roma), per la sua più forte superiorità, bisogna che ogni Chiesa si rechi, vale a dire (mediante) i fedeli che (vi pervengono) da ogni dove, nella quale sempre da coloro che (giungono) da ogni dove si è custodita la tradizione proveniente dagli apostoli».

Poiché Roma era la capitale dell'Impero, aveva una natura cosmopolita, la Chiesa era frequentata da fedeli provenienti da tutto il Mediterraneo, e per questi suoi frequenti contatti con tutto il mondo Cristiano, la Chiesa di Roma esprimeva e testimoniava in un certo senso la tradizione degli apostoli. Dunque, una supremazia dovuta non tanto a ragioni teologiche, ma storiche, politiche e geografiche.

imperatore CostantinoIl secondo momento storico che segnò una svolta nel Cristianesimo antico, è stata la "conversione" dell'imperatore Costantino (molti ritengono che Costantino non fu mai battezzato, che abbia sempre creduto nelle divinità pagane e mantenuto la funzione di sommo sacerdote del paganesimo!). Nel primo secolo, il Cristianesimo era stato considerato un movimento di "dissenso" all'interno del Giudaismo, una setta giudaica, la setta dei Nazareni (cfr Atti 24:5,14). Staccatosi dal mondo ebraico dopo la distruzione di Gerusalemme, il cristianesimo cominciò a rappresentare un pericolo per l'Impero Romano. Le ragioni che diedero vita alle persecuzioni furono di natura politica, sociale e religiosa; il modello di vita dei Cristiani e la loro testimonianza di fede in Gesù Cristo quale unico Signore e Salvatore non erano compromissori o accomodanti col sistema (cfr Giovanni 15:19).

Le grandi persecuzioni avvennero al tempo di Nerone (64 - ricorderete il celebre incendio di Roma); Domiziano (81-96), Traiano (98-117), Marco Aurelio (161-180), Settimio Severo (193-211), Decio (249-251), Valeriano (253-260), Diocleziano (302-305 - la persecuzione più feroce e spietata).

Costantino con l'editto di Milano (editto di Tolleranza) del 313 d.C., non solo pose fine alle persecuzioni, ma favorì il cristianesimo offrendogli ufficialmente il suo appoggio. Per Costantino, l'unità dei Cristiani era una questione politica, oltre che religiosa; ecco perché egli convocò e presiedette il primo Concilio nella storia della Chiesa, il Concilio di Nicea del 325 d. C. (Nicea era località presso l'antica Bisanzio, poi chiamata Costantinopoli e ora Istanbul).

La sua ingerenza politica nella vita della Chiesa, generalmente chiamata "cesaropapismo" condizionò pesantemente il futuro del cristianesimo, producendo degli effetti devastanti nella ecclesiologia del Nuovo Testamento. Poco tempo dopo l'imperatore Teodosio (381-395) riconobbe il cristianesimo come religione ufficiale dello Stato.

Quando Costantino nel 328 trasferì la sede imperiale da Roma a Bisanzio, il vescovo di Roma di fatto cominciò ad essere l'unica autorità che contava nella vita sociale e religiosa della città. L'importanza che la città di Roma rivestiva nell'Impero, l'assurgere del cristianesimo a religione ufficiale e la posizione in cui venne a trovarsi il vescovo di Roma, dopo il trasferimento di Costantino a Bisanzio, fece sì che il vescovo della Chiesa di Roma acquistasse una certa supremazia sopra gli altri vescovi.

Queste ragioni politiche sommate alle ragioni teologiche, daranno vita col tempo alla nascita e allo sviluppo del papato. Il riconoscimento del cristianesimo a religione di Stato portò inevitabilmente alla formazione di due gruppi di Cristiani: quelli divenuti tali, per scelta personale, per convinzione, e che passarono attraverso la nuova nascita, e quelli dichiarati cristiani per decreto imperiale o per essere nati in una nazione cristiana. Dall'era costantiniana in poi si è potuto parlare in senso geopolitico di un mondo cristiano e di un mondo non cristiano. Tale fenomeno portò, come è facile intuire, ad un imbarbarimento della fede Cristiana; l'ecclesiologia e la soteriologia del Nuovo Testamento furono stravolte e la Chiesa si allontanò sempre più da quelli che erano gli insegnamenti del Vangelo, fino al punto che divenne una organizzazione irriconoscibile se confrontata con la Chiesa "organismo" del Nuovo Testamento (cfr Romani 12; I Corinzi 12; Efesini 4:11) Gesù ha insegnato che nella Chiesa non deve esserci chi signoreggia sugli altri (cfr Matteo 20:20-28) e che la grandezza sta nel servizio; il Signore non ha lasciato ai discepoli dei titoli onorifici o di potere o delle cariche da assumere, ma dei servizi da compiere (cfr Matteo 18:23; Marco 10:43-45; Filippesi 2:5-11; 1 Pietro 5:1-4).

La terza data da ricordare è il 1054 (Scisma d'Oriente), anno nel quale avvenne la definitiva rottura dalla Chiesa Occidentale con quella d'Oriente. Le questioni di questa rottura furono legate alla supremazia di Roma e alla rivalità del Papa romano con il Patriarca di Costantonopoli. Dallo scisma d'Oriente nacque la Chiesa Ortodossa.

Sergio Cristofori

     
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