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VI Il Movimento Pentecostale a Napoli Abbiamo ritenuto cosa utile inserire alcune biografie relative ai fratelli pionieri dell'opera a Napoli, tracciando nel contempo anche un po' di storia della nostra comunità. Salvatore Anastasio (1904-1984) Salvatore Anastasio nacque a Napoli, nel rione Sanità, il 18 aprile del 1904, da una famiglia di umili condizioni. Trascorse l'infanzia da vero "scugnizzo napoletano", senza però abbandonare le attività della parrocchia del quartiere. Insieme a suo fratello Carmine, dopo continue vessazioni che subiva dal suo datore di lavoro, a causa di un suo difetto alla vista che non gli consentiva di lavorare bene, Salvatore decise di avviare un modesto laboratorio artigianale di scarpe. Anastasio credeva di aver raggiunto il giusto equilibrio di vita, applicando il proverbiale detto "dopo il dovere il piacere". Infatti dopo aver speso la maggior parte della sua giornata a lavorare, Salvatore non essendo sposato, amava frequentare i luoghi ritrovo della città e i locali per assistere a spettacoli di intrattenimento. Salvatore non immaginava che la sua vita, per la grazia di Dio, sarebbe totalmente cambiata di lì a poco. Nel 1931, Anastasio incontrò per ragioni di lavoro il fratello Umberto Gorietti, il quale aveva nel cuore di evangelizzare nell'area partenopea, dato che all'epoca non esisteva nessuna comunità pentecostale a Napoli. Fu così che Anastasio, dopo ripetute resistenze, accettò l'Evangelo, convertendosi e ricevendo il Battessimo nello Spirito Santo. Anastasio fu il primo partenopeo ad accettare Cristo. Iniziò così una collaborazione e un amicizia fraterna, tra lui e Pagano, che durò diversi decenni. Salvatore non esitò a testimoniare della salvezza di Cristo a tutti i suoi familiari che, per grazia di Dio, si convertirono. Aurelio Pagano, allora residente a Caserta, prese cura inizialmente di questo nascente gruppo di credenti, la cui cura dal 1935, fu affidata a Salvatore Anastasio, che divenne così il primo pastore della Chiesa di Napoli con la collaborazione del fratello Pagano, nel frattempo trasferitosi a Napoli. Quando nel 1935 il locale (in Via Costantinopoli) venne chiuso, per la persecuzione che era in atto nei confronti dei Pentecostali, Anastasio fu diffidato a tenere riunioni di alcun genere, ma clandestinamente la comunità continuò a radunarsi per i culti. Nel 1941, insieme con altri, fu arrestato e condannato al confino di polizia a Braciliano (Salerno) insieme con la moglie e i tre figli, il più grande dei quali di soli due anni e mezzo. (Nelle foto la lettera di confino di polizia e il timbro della questura di Napoli).
A causa del suo stato di salute fu condizionalmente prosciolto il 4 novembre 1942. Tornato a Napoli le riunioni clandestine continuarono e quando nel 1943 Napoli fu liberata dalla occupazione nazista, la comunità si radunò in un ex ricovero antiaereo, eufemisticamente chiamato "grotta di Betlemme" (Via San Giovanni a Carbonara), dove rimase per molti anni. La comunità aumentò grandemente di numero e si trasferì nella cappella di un ex convento adibito a fabbrica di calzature, dove risiedeva la famiglia Melluso. Nonostante ciò era necessario avere un locale di culto che potesse dignitosamente accomodare tutti i credenti. Nel 1950, con grande sacrificio la comunità acquistò un terreno e nel 1954 una società costruì un palazzo di cinque piani, dando in permuta alla Chiesa un appartamento ed una vasta sala a pianterreno di circa cinquecento posti. Questo fu possibile grazie anche ad un viaggio negli Stati Uniti che Salvatore fece negli anni precedenti la costruzione del locale a Materdei, dove Anastasio predicò l'Evangelo e raccolse delle offerte che quei fratelli americani generosamente gli accordavano. I problemi di salute per Anastasio non mancarono, tanto da divenire sempre più preoccupanti, ma nonostante tutto manifestò una eccezionale resistenza per oltre trent'anni. Negli anni '50 e '60 furono raggiunte con l'Evangelo tutte le località della provincia di Napoli fino a divenire la zona con il maggior numero di comunità ADI di tutta la penisola. Nel 1977 Anastasio si dimise e la comunità lo elesse pastore onorario, affidando il compito della conduzione della Chiesa al pastore Daniele Melluso, già collaboratore di Anastasio da diversi anni. Anastasio va ricordato anche per i suoi impegni in ambito nazionale, nel Comitato di Zona della Campania e, poi, quasi ininterrottamente dal 1955 al 1973, come membro del Consiglio Generale delle Chiese delle "Assemblee di Dio in Italia". Durante il suo lungo ministerio la comunità di Napoli (Via Goffredo Malaterra) fu sede di Convegni Nazionali di rilievo, come quello del 1947 che fu l'Assemblea Costitutiva delle ADI e quella del 1978 nella quale fu approvato lo Statuto annotato ed il regolamento Interno delle ADI. Il suo grande amore per l'opera di Dio e per l'evangelizzazione lo spinse a prendere cura, nonostante le sue grandi limitazioni fisiche, della nascente comunità di Arzano (Napoli) che praticamente ha curato quasi fino alla morte avvenuta il 18 agosto del 1984, dopo aver speso una vita al seguito di Cristo Gesù il Signore. Sotto la guida di Daniele Melluso la comunità, con l'aiuto di Dio, intraprese verso la fine degli anni ottanta l'acquisto dell'ex teatro 2000, nei pressi di piazza Carlo III (Via Fra Gregorio Carafa). Il locale fu dedicato al Signore nel 1993 e ancora oggi, in questo locale, Cristo porta avanti l'opera Sua.
Aurelio Pagano nacque a Ogliara di Salerno l'11 marzo del 1900 da famiglia di operai. Nel 1923 Domenico Gaeta portò la testimonianza Pentecostale alle famiglia Russo e Pagano che si convertirono all'Evangelo. Insieme ad Aurelio accettarono Gesù Cristo come personale Salvatore, i genitori, le due sorelle ed suo fratello. Dopo il Battesimo nello Spirito Santo, Aurelio cominciò a manifestare, nonostante avesse soltanto l'istruzione elementare, uno spiccato ministero della predicazione. Nel 1929 sposò Maria Giovanna De Matteis della comunità di Caserta ed insieme svolsero una vasta opera di evangelizzazione personale. Amico intimo di Umberto Gorietti, (nella foto a destra i due pionieri) trascorrevano insieme ore nella meditazione ed approfondimento dottrinale della Scrittura. A testimonianza di ciò, Gorietti scrisse a proposito della sua amicizia con Pagano: "Sembra ieri, invece sono passati quasi quarant'anni, da quando c'incontrammo per la prima volta nella chiesa di Roma. Ci sentimmo attratti l'uno verso l'altro, legati nell'amore di Cristo, spinti da un medesimo sentimento e dallo zelo per l'Evangelo, studiandoci nella grazia di Dio e nella conoscenza della Sua volontà. Quante notti abbiamo trascorso nella veglia per approfondire le nostre cognizioni sulla Parola di Dio...". Trasferitosi a Napoli cominciò a prendere cura, insieme ad Anastasio, della nascente comunità. Il difficile periodo della persecuzione (1935-1943) non interruppe il suo ministerio; egli prese cura anche dei gruppi Pentecostali di Albanella e di Polla in provincia di Salerno e di quello di Frattamaggiore (Napoli). Nel 1941 fu arrestato e nonostante fosse stato proposto per l'ammonizione, la commissione provinciale per l'assegnazione del confino di polizia inasprì la condanna e lo assegnò al confino. Fu costretto a cessare la propria attività artigianale e con la famiglia fu assegnato a Polia (Catanzaro). Prosciolto dopo dieci mesi, nel 1943 tornò a Napoli ormai liberata dall'occupazione nazista e continuò l'opera di evangelizzazione. Sostenitore di una struttura unitaria del Movimento Pentecostale fu il primo tesoriere del comitato esecutivo dell'erigenda Associazione delle "Assemblee di Dio in Italia" e venne eletto membro del Consiglio Generale delle Chiese fino al 1959. Nel 1960 si trasferì, per ragioni familiari (uno dei suoi figli si era già precedentemente trasferito in America) negli Stati Uniti dove continuò a svolgere un fedele ministerio tra le chiese italo-americane. Il suo cuore cessò di battere il 2 gennaio del 1969. Aurelio Pagano può essere considerato uno dei ministri più validi del periodo iniziale delle ADI sia per il suo fecondo "ministerio della Parola", sia per i consigli e l'esempio di consacrazione nel ministerio, sia per una visione globale del Movimento. Maria Giovanna De Matteis Pagano (1906-1980) Maria Giovanna De Matteis, più nota come "Giovannina", nacque a Caserta nel 1906 da un'umile famiglia d'agricoltori. Negli anni '20 seguì i familiari che emigrarono negli Stati Uniti, precisamente a New York. In America realizzò la salvezza e la potenza dello Spirito Santo, ma quando i familiari decisero di tornare in Italia, ella non voleva, perché temeva di perdere quello che Dio le aveva donato. Nel 1923 tornarono in Italia, nel paesino di Ercole di Caserta, dove testimoniarono di Cristo e della Sua potenza liberatrice. Giovanna fu molto usata da Dio nei culti, dove nello spazio delle testimonianze, esponeva profondi pensieri dalla Sacra Scrittura. Maria Giovanna aveva ricevuto da Dio, uno spiccato dono per l'evangelizzazione. Spesso si recava anche fuori provincia per annunziare Cristo. Insieme con un'altra sorella visitò un paesino, San Giorgio a Liri (Frosinone) dove un gruppo di persone fu attratta dall'Evangelo e dalla bellissima voce di Maria Giovanna. Tra quelle persone c'era Elvira Ciacciarelli, futura consorte di Salvatore Anastasio. Nel 1932 la "sorella Giovannina" si unì in matrimonio con Aurelio Pagano, ed entrambi si adoperarono per la diffusione del messaggio dell'Evangelo, nella zona del napoletano. Nel periodo della persecuzione, con cinque figli a carico, i Pagano furono mandati al confino a Polia (Catanzaro). Il Signore anche in questa circostanza non mancò di stare vicino ai coniugi Pagano che, anche se lontani da casa, non esitarono di testimoniare di Cristo in quella zona. Maria Giovanna lascerà questa terra il 26 aprile del 1980, dopo aver servito fedelmente il suo Salvatore, che aveva amato profondamente. Ha lasciato una famiglia fedele a Cristo, ma soprattutto un esempio d'amore perseverante per le anime da condurre ai piedi di Gesù, unico Signore e Salvatore. Alessandro Iovino |
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