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Data di pubblicazione : 18/08/2012

Billy Bray

il figlio di Re.

Billy Bray  il figlio di Re.

 William (Billy) Trewartha Bray nacque a Twelveheads, un villaggio della Cornovaglia, il primo giugno del 1794. All'epoca il villaggio comprendeva poche casette abitate da minatori, ma non vi mancava una modesta cappella metodista, frequentata dal nonno paterno. Anche il padre di Billy era un uomo devoto, ma morì quando il ragazzo era molto giovane. Billy allora andò a vivere col nonno, presso il quale rimase fino al diciassettesimo anno di età, quando si recò nel Devonshire dove, ben lungi dall'essere un modello di pietà e di cultura, visse una vita corrotta. Egli raccontò: ″Divenni amico degli alcolizzati e, in quel periodo, mi approssimai pericolosamente all'inferno. Una volta, a Tavistock,  ero ubriaco e ritornando a casa, incontrammo sulla nostra strada un grosso cavallo; era notte fonda e due di noi volemmo montare sulla bestia. Ma non andammo molto lontano: il cavallo incespicò contro una pietra poi, ruzzolando, cadde su di noi, quasi schiacciandoci. Un'altra volta - come al solito ero ubriaco -, litigando con un uomo, mi andò a finire il cappello nel fuoco e si bruciò. Per ritirarmi a casa ne rubai un altro, e per poco non andai a finire in prigione″.

Per sua stessa ammissione, Bray commise i più abominevoli peccati mai nominati. Ma sarebbe venuto il giorno in cui il Signore lo avrebbe scampato ″dal più profondo dell'inferno″.  Spesso raccontava: ″Benché fossi un servo del diavolo, il Signore ebbe pietà di me...Una volta stavo lavorando nel sottosuolo, quando sentii un sinistro scricchiolio lacerare l'aria.  Corsi subito via e dopo una manciata di secondi, il posto in cui poco prima stavo lavorando, era stato sepolto da almeno quaranta tonnellate di terra e pietrisco″.

Parallelamente all'essere calato nelle viscere della terra, Billy stava scendendo nei più profondi abissi del male e della miseria.

Allontanato dalla miniera per l'insolenza mostrata verso il ‘capo', si trasferì in un'altra zona del Devonshire dove, come a rendere ancor più garantita la propria dannazione, andò a vivere nei pressi di una birreria.

Seguiamo la sua narrazione: ″Lì, in compagnia di altri ubriaconi, bevevo tutta la notte. In quel periodo accusavo forti mal di testa e dolori di stomaco, ma il guaio peggiore fu che la mia mente era perseguitata da spaventi indescrivibili. Ero giunto a temere di andare a dormire, per paura di risvegliarmi all'inferno e, pur promettendo reiteratamente al Signore che mi sarei ravveduto, dopo poco diventavo più cattivo di prima″.

La vita di un alcolizzato non conosce la felicità domestica.

Accadeva frequentemente che la moglie Johanna dovesse venire a cercarlo in qualche birreria e trascinarselo a casa ubriaco fradicio. ″Una volta, ero andato a procurarmi del carbone. Lungo il tragitto c'era una birreria (ahimè, quante birrerie si possono trovare lungo il cammino di qualche misero alcolizzato!) e, ritornando a casa, mi infilai in quel locale e vi rimasi fino ad ubriacarmi. La mia povera moglie fu costretta a venirmi a prendere e a caricarsi lei stessa del carbone...″.

Così Bray metteva in guardia  le giovani donne: ″Assicuratevi di non frequentare mai un alcolizzato. Se lo sposerete, sappiate che egli non si curerà né dei vostri figli né di voi″. Ma il peggioramento estremo della sua vita era alle porte.

Il racconto della conversione di Bray è molto interessante.

 Nell'autunno del 1823, Billy era sposato da 5 anni e aveva 29 anni. Nella sua casetta, rinvenne una copia del libro di John Bunyan dal titolo Visions of Heaven and Hell (Visioni dal cielo e dall'Inferno) che poi sarà il mezzo usato da Dio per la sua salvezza. Rievocando l'accaduto, Billy commentò: ″mentre era in prigione a scrivere Visions of Heaven and Hell, John Bunyan certamente non immaginava che Dio lo avrebbe usato come strumento per la mia conversione. Invece accadde proprio così e io benedico il Signore che Bunyan fu messo in carcere. Sia benedetto il suo santo nome che quel suo libriccino fu portato in casa mia. Chi ve l'abbia portato non so, ma sono riconoscente al Signore per avercelo fatto capitare. Ad ogni modo, lo presi e mi misi a leggerlo.

L'autore racconta di aver avuto la visione di due anime perdute nell'inferno, che si maledicevano a vicenda, essendo ciascuno stato l'artefice della miseria dell'altro″. A quel tempo, Billy aveva un amico del cuore; erano molto legati l'uno all'altro: lavoravano gomito a gomito, bazzicavano la stessa birreria e si ubriacavano insieme. Il dardo che trafisse il cuore di Billy Bray, dopo aver letto di quelle due anime perdute, fu il pensiero: ″Dunque, c'è la possibilità che io e S. Coad, così legati l'uno all'altro, ci tormenteremo a vicenda all'inferno?″

Billy continua: ″Già da quel momento avvertii di trovarmi sulla strada per essere un uomo migliore. Mentre leggevo quel libro, mia moglie era seduta preso il camino. Si era convertita da adolescente ma, prima che ci sposassimo, aveva ripudiato la fede e poteva dirsi una sviata. Le chiesi cosa volesse dire esser felice. Lei rispose: ‘Nessuno può dire quanto siano felici quelli che servono il Signore'. Le domandai: ‘E perché non ricominci a farlo? Lo farò anch'io'.

Pensavo che se fosse ritornata al Signore quella sera stessa, sarebbe stato buono per me, dal momento che mi vergognavo di inginocchiarmi in sua presenza. Sentivo di dover cadere sulle mie ginocchia e implorare la misericordia di Dio, ma il diavolo esercitava un tale potere su di me, da farmi sentire in imbarazzo davanti a mia moglie. Andai perciò a letto senza pregare: erano quasi le dieci di sera. Saranno state le tre di mattina quando mi svegliai meditando su quanto avevo letto la sera prima. Pensai: ‘Se sto ad aspettare che mia moglie si converta, non sarò mai salvato'.

Mi alzai dal letto e per la prima volta mi inginocchiai. Johanna mi sentì ma non poteva vedermi, perché era buio. Benedetto e lodato sia il Signore, non mi sono mai più vergognato di mia moglie da quella notte, e sono ormai passati quarant'anni da quella volta. Il giorno stesso mi disposi a servire il Signore col suo aiuto e cominciai a pregare. Era un venerdì. Più pregavo, più sentivo di pregare...Rimasi al piano di sopra per tutta la mattinata, invocando la misericordia del Signore. Nel pomeriggio andai all'osteria per incontrare i miei compagni di lavoro. Noi minatori, nel giorno di paga o di firma del contratto di lavoro, andavamo sempre in osteria a mangiare e bere, per ubriacarci e raccontare storielle. Io ero il più intraprendente di tutti: ero il loro leader, se vogliamo, il peggiore della combriccola″.

Bray era il più selvaggio, il più sfacciato, il più impulsivo di tutti gli incoscienti. Una volta, la sua irriverenza si spinse a tal punto che i suoi compagni, per quanto scellerati, arrivarono a dire che ‘le sue imprecazioni dovevano venire direttamente dall'inferno, giacché emanavano odore di zolfo'.

Continuiamo a seguire la narrazione di Bray: ″Quando entrai in quella taverna, i miei amici mi guardarono e capirono che non ero più quello di prima. Sì, avevano perduto il loro capo: uno di loro bestemmiò. Gli dissi: ‘Un giorno dovremo dar conto di quello che diciamo'. Lui mi rispose, prendendomi in giro: ‘Che ti è preso, frequenti anche tu le riunioni dei Brianiti?' E io: ‘Sempre meglio che andare all'inferno'. Rimproverato da un altro per ‘aver fatto così gran baccano', risposi: ‘Faresti chiasso anche tu, se sentissi il mio stesso peso; e strillerò fino a quando non me lo sarò tolto di dosso...″.

Dopo molti anni, era la prima notte in cui Billy non rincasava sbronzo...La moglie fu assai sorpresa di vederlo rientrare così presto, per di più sobrio. Gli chiese: ″Come mai sei tornato a casa così presto, oggi?″ Billy le disse: ″Con l'aiuto del Signore, non mi vedrai mai più ubriaco″.

E, lode al Signore, da allora non fu più visto ubriaco.

″Quella sera″, continua Billy, ″pregai fino a quando andammo a letto. Il giorno successivo non andai a lavoro. Presi la Bibbia e l'innario di Wesley e salii le scale che portano alla stanza da letto. Era sabato e lessi e pregai tutta la giornata. Leggevo la Bibbia e l'innario, chiedendo al Signore misericordia. La domenica mattina fu molto piovosa. A un miglio da casa nostra doveva tenersi una class meeting di credenti chiamati Cristiani Biblici.  Mi recai anch'io a quella riunione ma, a causa della pioggia, rimase deserta. Avrei voluto incontrarmi con loro, ma quando vidi che un po' di pioggia aveva loro impedito di venire alla casa di Dio, dissi: Non voglio incontrarmi con questi, se una goccia di pioggia basta a tenerli nella loro abitazione.

Me ne ritornai a casa, salii in camera da letto e presi con me la Bibbia e l'innario. Ancora una volta, leggevo e pregavo, chiedendo al Signore di usarmi misericordia. Sentivo nello stesso tempo di essere bersaglio degli attacchi del diavolo. Egli mi provocava, dicendomi che non avrei mai ottenuto pietà. Ma io non gli ho mai creduto; sapevo che il Signore aveva detto Chi cerca trova″.

Nel pomeriggio, Billy dovette recarsi nella miniera, dove trascorse tutto il tempo senza mai smettere di implorare il Signore che avesse misericordia di lui. Il suo aspetto triste commosse i suoi colleghi di lavoro: ″non era più il Billy Bray che conoscevamo″, dicevano. Cosa era accaduto? Tempo addietro lui raccontava un sacco di storielle volgari per farli ridere, ma adesso era determinato a servire il Signore. Frattanto, il diavolo continuava a tentarlo, sussurrandogli che non era degno della misericordia di Dio. Ma lui lo ribatteva:  ″Diavolo, tu sei mendace″.

Bray racconta: ″Non appena proferii quelle parole, sentii il peso rotolare via dalla mia mente e fui in grado di lodare il Signore, quantunque non con la medesima libertà con cui l'avrei fatto in seguito″. Ancora una volta si ritirò in camera sua e si rivolse al Signore: ″Tu hai promesso chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa e io ci credo. In un istante il Signore mi rese talmente felice che non potrei esprimere ciò che sentii. Gridavo di gioia. Lodavo Dio con tutto il mio cuore per quello che aveva fatto in favore di un misero peccatore come me. Potevo finalmente dire: Dio ha perdonato tutti i miei peccati. Questo accadde nel novembre del 1823. Alcuni dicevano che ero diventato pazzo, altri che sarei ritornato alla solita vita il prossimo giorno di paga. Ma grazie a Dio, sono ormai passati più di quarant'anni e ciò non è più successo. Dicevano che ero pazzo, ma forse volevano dire ‘pazzo di gioia' e, gloria a Dio, da quel giorno lo sono diventato″.

I risultati della trasformazione di Billy Bray non si fecero attendere.

Egli non riusciva a fare a meno di testimoniare della liberazione ricevuta. La moglie fu la prima a trarre beneficio dalla sua conversione. Circa una settimana dopo, nella cappella di Hicks Mill, Johanna ritrovò la salvezza rimasta a lungo nell'oblio.

Billy amava ripetere che se in passato sprecava il tempo raccontando storielle frivole, adesso voleva spenderlo raccontando a tutti ″le verità celesti e tutto ciò che il Signore aveva fatto per me″. Osservava con rammarico che nella miniera dove lavorava, ″non c'era nessuno che pregasse, ma quando il Signore mi convertì, mi dette la potenza per pregare insieme a quegli uomini, prima di recarci nei posti prestabiliti per lavorare″.

A volte, capitava che fosse assegnato a una squadra di sei o anche dieci uomini. Allora diceva: ″Amici, adesso voi mi ascolterete: pregherò per voi, prima che si vada tutti al lavoro, perché se non pregassi con voi e, disgraziatamente, qualcuno dovesse morire, me ne riterrei responsabile″. Quando si metteva in preghiera, Billy si inginocchiava e diceva: ″Signore, se quest'oggi deve morire qualcuno, lascia pure che sia io, perché sono pronto. Non permettere che alcuno di questi uomini muoia, poiché essi non hanno felicità nel loro cuore. Io invece sì, e se dovesse succedere qualcosa a me, so che verrò presso di Te″. ″Quando finivo di pregare″, ricorda Bray, ″vedevo le lacrime rigare le guance di quegli uomini. Poco dopo, alcuni di loro si convertirono″. 

Innumerevoli furono i casi di conversione dovuti all'opera di Bray: ne ricordiamo giusto un paio particolarmente significativi, lasciando che a narrarli sia proprio Billy:

″Accanto a me lavorava il vecchio William S., insieme a suo figlio. Poiché non erano salvati, ripetevo spesso loro ciò che Dio desiderava fare nelle loro vite, poi mi inginocchiavo e pregavo fino a quando il vecchio non si commuoveva. Purtroppo il diavolo teneva soggiogati quei poveri peccatori al punto tale che, subito dopo aver pregato, già sentivo il padre bestemmiare contro il figlio. Più volte venni tentato di non pregare più con lui e,  grazie a Dio, non ho ceduto alla tentazione; continuai ancora a pregare e, poco prima di morire, il povero vecchio trovò la felicità e la salvezza in Cristo".

L'altro caso è il seguente: "Justin T., era con me nel Devonshire. Eravamo compari di sbornia e insieme facemmo ritorno in Cornovaglia. Io mi convertii prima di lui. Quando dicevo ai miei compagni il pericolo che incombeva su di loro e dove sarebbero andati se fossero morti nei loro peccati, essi mi maltrattavano e mi chiamavano pazzo. Ma Justin diceva: ‘Lasciatelo  stare e non ditegli nulla; io lo conosco quando si ubriacava e adesso è un uomo nuovo. Anzi, vorrei essere come lui'. Un giorno, mentre ero al lavoro, mi inginocchiai per pregare per lui. Il Signore mi parlò e mi disse: Presto lo salverò. Quando lo vidi, gli dissi che avevo una buona notizia e cioè che mentre pregavo per lui, il Signore mi aveva detto che a breve si sarebbe convertito. E così accadde. Poco dopo la sua conversione, Justin si ammalò. Durante la sua malattia, lo andai a trovare diverse volte; lui mi diceva che era felice in Gesù e che stava per andare in paradiso, dove avrebbe lodato Dio per l'eternità″.

Un giorno, stando sul letto di morte, Edward Payson disse: ″Ah, se gli uomini realizzassero l'onore e la gloria che li attende in Cristo, andrebbero per le piazze gridando ‘sono un cristiano, sono un cristiano!', per far si che anche altri possano rallegrarsi con loro della benedizione alla quale fra breve prenderanno parte″.

Billy mise in pratica questo suggerimento per tutta la sua vita cristiana, ricevendone la giusta ricompensa.

Egli racconta inoltre che, da poco convertito, ″mentre lavoravo ero felicissimo; saltavo e danzavo per l'allegrezza, tanto nel sottosuolo come all'aria aperta. I miei compagni dicevano che non è necessario saltare, danzare e fare tanto chiasso, perché il Signore non è sordo e conosce i nostri cuori. E io rispondevo: ‘Voi però sapete che nemmeno il diavolo è sordo, eppure i suoi servi fanno tanto strepito e preferisce vederci dubitare, piuttosto che sentirci gridare'.

Sicuramente i lettori avranno capito quali erano le porzioni della Bibbia preferite da Billy Bray: ne citiamo un paio delle principali da lui citate migliaia di volte:

1.       Tu hai mutato il mio dolore in danza; hai sciolto il mio cilicio e mi hai rivestito di gioia perché io possa salmeggiare a te, senza mai tacere. O Signore, Dio mio, io ti celebrerò per sempre (Sal. 30:11, 12).

2.      Allora la vergine si rallegrerà nella danza, i giovani gioiranno insieme ai vecchi;io muterò il loro lutto in gioia, li consolerò, li rallegrerò liberandoli del loro dolore (Ger. 31:13).

 

Ma l'episodio del paralitico presso la porta Bella è forse il più prezioso di tutti: E con un balzo si alzò in piedi e cominciò a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio (Atti 3:8). Il Signore aveva guarito un paralitico di quarant'anni, che iniziò a saltare di gioia. Billy avrebbe ‘saltato' o ‘corso', se necessario, perché aveva il dovere di farlo, nella stessa misura in cui l'ebbe quel paralitico. Pensava anzi di doverlo fare doppiamente, rispetto a quell'uomo. ″ Pietro aveva preso il paralitico per mano, ma il Signore rafforzò le sue caviglie, facendolo correre e danzare. L'uomo non lodò Pietro, ma glorificò il Signore e così dovevo fare io″, diceva. ″Davanti al Signore dovremmo saltare, danzare e gridare. Satana ha i suoi saltimbanchi ed essi compiono più malvagità mediante le loro azioni che non per mezzo di ciò che dicono, poiché le azioni parlano più forte delle parole. Ora io sono un istrione al servizio di Gesù Cristo, che è il miglior Padrone e che dà le migliori ricompense. Il diavolo offre dolore in cambio di gioia, ma il Signore dona gioia al posto del dolore, un diadema invece di cenere, olio di gioia invece di dolore, il mantello di lode invece di uno spirito abbattuto.

Insomma, Billy non riusciva a spiegarsi come dei ″nati dallo Spirito″ potessero rimanere silenziosi. Come minimo erano tenuti a pregare ″Signore, apri tu le mie labbra, e la mia bocca proclamerà la tua lode″. Ad ogni modo, gli sembrava del tutto naturale cantare, gridare, saltare, danzare e anzi, se si può usare il termine, piroettare di gioia.

″E' un triste spettacolo″, soleva dire, ″quando manifestiamo soltanto la parte espressiva dell'amore di Cristo; è la parte emotiva che ci rende felici″.

A una riunione di quartiere tenutasi presso la cappella Hicks Mill nel 1866, il sig. Oliver, descrivendo la morte gioiosa di una donna, disse che era trapassata gridando ‘vittoria'. L'episodio toccò il cuore di Billy, che disse ad alta voce: "″Gloria a Dio! Se una donna morente ha lodato il Signore, a maggior ragione deve farlo un uomo che vive!″. Bray amava dire ai credenti: ″Voi lodate Dio, io loderò Dio e insieme loderemo Dio″. O anche: ″Voi siete il pastore e io sono il fedele. Voi dite: Gloria a Dio e io risponderò: Amen″.

Una volta, un fratello andò insieme a lui a visitare un credente in fin di vita, il cui carattere era stato per molti anni irreprensibile, ma la cui naturale disposizione era riservata e schiva, tanto da esser quasi biasimevole. Nel volto l'uomo aveva impressa un'aria di indicibile dignità e compostezza, rischiarata da una singolare gloria ultraterrena. Si vedeva che era alle porte del cielo. Riusciva soltanto a bisbigliare e con un filo di voce disse: ″Vorrei avere ancora tanta voce per lodare il Signore!" ″Fratello, avresti dovuto farlo quando ne avevi″, fu la risposta composta ma sottilmente sarcastica di Billy.

Dei due distinti aspetti della religione pura, come la definisce Giacomo, si vuole mettere in risalto il primo e cioè, soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni. A questo proposito, potremmo dire che Bray aveva un senso quasi cavalleresco del dovere e dell'onore. Sovente dipendendo lui stesso dalla carità degli altri - verso i quali si mostrava sempre onestamente grato ma mai sottomesso o deferente - era pronto a condividere gioiosamente il poco che possedeva con quelli che erano più poveri di lui.

Ad esempio, non riusciva a tenere per sé due cappelli, se veniva a sapere che un fratello in Cristo non ne aveva uno. Nessuno traeva maggior godimento dal canto, dalla preghiera e dalla meditazione più di lui, ma Billy non scordava mai nemmeno una volta, anche quando era al culmine della felicità, che l'ignudo va vestito e l'affamato va saziato. Non offriva al Signore quello che non gli costava nulla. La sua religione non era unilaterale ma si espandeva ampiamente in tutte le direzioni.

Spesso incontriamo credenti che affermano di sopportare le più dure avversità e tentazioni di tutti. A chi gli parlava in questo modo, Bray rispondeva: ″Il diavolo sa dove abito″. Lui raccontava che veniva tentato di fare moltissime cose cattive, di bestemmiare, dire bugie ecc., finanche di togliersi la vita gettandosi in una galleria della miniera. In quei momenti diceva a quella vecchia faccia nera del tentatore, come lo chiamava lui: ‘fallo tu, e dimmi se ti è piaciuto' e non, come troppi cristiani fanno, che talvolta gli vengono addirittura incontro, come se gli dicessero ″Allora, hai oggi qualche invitante trappola per me, caro principe dei demoni? Sai, vorrei farmi adescare da una bella tentazione!″.

Bray contrastava sempre Satana, rimanendo fermo nella fede, non cercando mai la commiserazione altrui ma, al contrario, accettando con gioia tutto ciò che proviene dalla mano dell'amorevole Padre celeste. Più di tutto, però, Billy era convinto che la cosa inconsueta non era affrontare dure prove, come se accadesse qualcosa di strano. Per lui, se bisognava considerare strana la tentazione, ancor più singolare il fatto che Gesù stesso avesse sofferto la tentazione, per poter venire in aiuto di quelli che sono tentati.

Diceva: ″Il diavolo? Chi è? E cosa può fare? Non è che un angelo decaduto, che Dio ha scacciato dal cielo e che è trattenuto in catene. Io sono Billy Bray e Dio è il mio Padre celeste. Perché mai dovrei temere il diavolo?″ Spesso, Dio mette alla prova la fede dei suoi figli, perché desidera onorarla. Billy sapeva aspettare, agire, soffrire e anche morire, ma non avrebbe mai peccato contro il suo migliore Amico, dubitando del suo amore.

Una volta, nel giorno di paga, dovette ritornarsene a casa senza un soldo. Fu una grande prova, ma egli la accettò umilmente. La moglie cominciò ad accusarlo di essere la causa della loro povertà. Lui le disse semplicemente: ″Il Signore provvederà″ e, proprio in quella circostanza, una persona che aveva saputo della sua condizione, si presentò da loro con un cesto pieno di provviste.

Billy menzionò un episodio che fa capire la fede che aveva nella provvidenza divina.

″Avevo lavorato tutto il mese eppure, nel giorno della paga, non percepii alcun salario. Siccome in casa non avevamo pane, Joey mi suggerì di andare dal caposquadra e chiedergli in prestito qualche scellino. Andai e riuscii ad ottenere dieci scellini.

Al ritorno, mentre camminavo fui attratto da una famiglia le cui condizioni, mi accorsi, erano peggiori delle mie. Se in casa nostra mancava il pane, avevamo tuttavia del bacon e delle patate, mentre quelli non avevano nulla. Così, diedi loro cinque scellini e mi avviai verso casa. Poi vidi un'altra famiglia e vidi che, se possibile, erano ancor più in ristrettezza dell'altra famiglia. Pensai che non avrei potuto offrir loro una somma minore di quella data all'altra famiglia. Così presi i cinque scellini rimasti, li detti a loro e me ne ritornai a casa.

Joey disse:

‘Ah, William, sei tornato. Ti sei visto col caposquadra?'

‘Certo'.

‘Gli hai chiesto i soldi?'.

‘Sì, mi ha dato dieci scellini'.

‘E dove sono?'

 ‘Li ho donati'.

‘Non ho mai visto uno come te. Faresti perdere la pazienza a chiunque'.

‘Il Signore non permetterà che io rimanga indebitato molto a lungo'.

E me ne uscii.

Nei due o tre giorni successivi, Joey fu molto abbattuta.  Verso metà settimana, al mio ritorno dalla miniera, la vidi molto contenta e pensai: ‘Qualcosa è successo'.

Lì per lì mi disse:

‘Oggi è stata qui la signora tal dei tali'.

‘Oh'.

‘Mi ha dato una sterlina!'.

‘Vedi? Te l'avevo detto che il Signore non mi avrebbe lasciato oberato di debiti per molto tempo. Adesso abbiamo i dieci scellini da restituire al caposquadra, più altri dieci di interesse'.

Com'era ovvio, dopo la conversione, Billy Bray nutrì una viscerale avversione per due tra i vizi più diffusi, il fumo e l'alcol, essendo stato un forte bevitore e fumatore incallito. Sapeva dell'esistenza di un bar dal quale diciannove uomini, in stato di ebbrezza, erano usciti e poi erano caduti in un tunnel minerario, morendo sul colpo.

 Diceva che ″in realtà, i bar sono tante anticamere dell'inferno! Luoghi in cui gli uomini si preparano per andare all'inferno e agevolarli in questa impresa″.

Tuttavia, grazie a quel suo amore per le contrapposizioni, anche in quelle ‘anticamere dell'inferno' Billy riusciva a vedere delle cattedrali in cui le persone si possono convertire e prepararsi piuttosto per la gloria eterna, per cui, più appropriatamente, dovrebbero chiamarsi ‘preludi al paradiso'.

A proposito della sua dipendenza da certe cattive abitudini, raccontava: ″Sono stato sia un fumatore sia un alcolizzato. Amavo il tabacco quanto il cibo e avrei preferito scendere nella miniera senza mangiare, anziché che senza la mia pipa. Nei giorni antichi il Signore parlava per bocca dei suoi profeti, ma adesso parla a noi mediante lo Spirito del suo Figliuolo...Quando prendevo la pipa, dentro di me sentivo una voce che mi diceva: ‘è idolatria, è concupiscenza, adora il Signore con labbra pure' e così sentivo che non era buono fumare. Ma il Signore usò anche una donna per farmi smettere. Un giorno, mi trovavo in una casa. Presi la mia pipa per accenderla e Mary Hawke - si chiamava così quella donna - mi disse: ‘Non senti che è sbagliato fumare?'. Le risposi che avvertivo qualcosa dentro di me che mi diceva che la pipa era un idolo e un vizio. Lei mi disse che era il Signore. Poi dissi a me stesso: ‘Adesso devo smettere, perché interiormente mi sta avvertendo il Signore e dal punto di vista umano questa donna. Ora basta col tabacco, anche se non riesco a farne a meno'.

Presi il tabacco che aveva in tasca, lo gettai nel fuoco e mi misi la pipa sotto i piedi, cenere alla cenere, polvere alla polvere, e da allora non ho più fumato. Certo, è stata dura rinunciare alle vecchie abitudini, ma ho gridato al Signore e Lui mi ha dato la forza, poiché ha detto: invocami nel giorno della sventura e io ti salverò. Il giorno dopo smisi di fumare. Avevo un mal di denti fortissimo e non sapevo cosa fare. Pensai che fosse dovuto all'aver rinunciato alla pipa. Tuttavia promisi: ‘non ritornerò più a fumare, anche se dovessi perdere tutti i denti'.

Negli ultimi anni della sua vita, Billy Bray subì un considerevole calo fisico. Nondimeno, sebbene il suo uomo esteriore si andasse disfacendo, quello interiore si rinnovava giorno dopo giorno. ″Ancora un po' e me ne ritornerò alla casa del Padre″ era il suo chiodo fisso e la sua gloriosa speranza. Ritornava a casa pallido e sfinito e peggiorava a vista d'occhio. Un giorno mandò a chiamare un dottore. Quando questi arrivò, gli disse: ″Dottore, l'ho mandata a chiamare perché mi hanno detto che lei è un uomo onesto e dice sempre la verità sullo stato di salute delle persone″. Dopo che il dottore l'ebbe visitato, Billy chiese: ″Bene, dottore. Allora?″ ″Lei sta per morire″.

Per tutta risposta, Billy si mise a gridare: ″Alleluia! Gloria a Dio! Sto per andare in paradiso!″.

Poi aggiunse in tono pacato, come era solito fare: ″Quando giungerò lì, posso portare i suoi saluti e dire che presto ci sarà anche lei?″.

In seguito, il dottore testimoniò che ‘su di lui, quelle parole fecero una meravigliosa impressione'. Durante la sua malattia, Bray fu visitato da credenti di ogni denominazione, che contribuirono generosamente al suo sostegno. Il 22 maggio del 1868, era di venerdì, non scese più dalla sua camera da letto. A uno dei suoi amici di vecchia data, poche ore prima di morire, che gli aveva chiesto se avesse timore della morte, o di essere perduto, disse: ″Cosa? Io temere la morte? Io temere di essere perduto? E perché?  Il mio Salvatore ha vinto la morte. Se dovessi andare nella geenna, griderei ‘Gloria!' ‘Alleluia!' al mio amato Gesù per tutto l'inferno, tanto che quell'antipatico di Satana dovrebbe dirmi: ‘Billy, Billy, questo non è un posto per te! Vattene via!'. Poi salirei in cielo gridando ‘Gloria!' ‘Gloria!' ‘Lode al Signore!'.

Il 25 maggio 1868, di lunedì, il suo nobile cuore cessò di battere.

Aveva 74 anni.


Il materiale riprodotto  è stato  estratto, tradotto e liberamente adattato da Ciro Izzo, dal libro a king's son, or a memoir of billy bray , di R W. BOURNE

Il nome non meglio precisato di quel suo amico.

Da ulteriori riferimenti di Billy Bray, si capisce che con l'espressione raccontare storielle egli intende raccontare barzellette scurrili per far ridere gli altri. Qui egli ammette di esser stato il principale narratore di tali storielle.

Dal loro fondatore, il pastore metodista William O'Bryan.

Gruppi di studio e preghiera creati da John Wesley, in seguito a una riunione del 1739. Wesley stesso dichiarò che queste riunioni erano per un gruppo di uomini aventi la forma della pietà, che ne ricercano la potenza, uniti per pregare insieme, per ricevere una parola di esortazione e per vigilare l'uno sull'altro nell'amore. I Cristiani biblici seguivano un tipo di riunione su questo stile.

Una volta raccontò di aver gustato "le gioie della religione ai 250", cioè a circa 460 mt sottoterra!

 

 

     
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