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Data di pubblicazione : 26/12/2012

 

Samuel Ajayi Crowther

Lo schiavo che divenne il primo pastore negro

 

Osogun, un piccolo villaggio Ajayi nacque a Osogun, un piccolo villaggio appartenente al gruppo dei Yoruba, intorno al 1810. I suoi genitori consultarono l'Oracolo Ifa per sapere a quale delle quattrocento divinità tradizionali sarebbe stato consacrato.

Il sacerdote pagano li avvertì di non dedicarlo ad alcun idolo, avendo previsto che Ajayi avrebbe adorato l'Iddio onnipotente.

Un giorno, Ajayi era tredicenne, su Osogun piombò la desolazione.  I cercatori di schiavi fecero irruzione nel suo villaggio, trasformandolo in poco tempo in uno scenario infernale: le case furono senza pietà date alle fiamme e gli abitanti costretti a fuggire via. Il padre di Ajayi, dopo aver ordinato a tutta la sua gente di scappare, non fu più visto. Il ragazzo, insieme a sua madre e due sorelle, catturato e legato con delle funi al collo, fu condotto insieme ad migliaia di altri prigionieri a Iseyin, dove Ajayi fu barattato con un cavallo.

Brutalmente separato dal resto della sua famiglia e portato a Ijaye, andò venduto a una donna maomettana, che aveva l'intenzione di spedirlo a Popo, da dove Ajayi venne a sapere che non sarebbe più tornato. Terrorizzato dalla prospettiva di rimanere schiavo per sempre, decise di togliersi la vita strangolandosi, ma non ci riuscì. Alla fine, venne scambiato con delle foglie di tabacco e del vino inglese e divenne proprietà di un mercante Ijebu; era ormai rassegnato ad accettare qualsiasi condizione. Quando però, nel mercato di schiavi di Lagos, fu venduto e imbarcato su una nave di mercanti portoghesi, Ajayi pensò che la sua sorte fosse ormai segnata. Fortunatamente, la Myrmidon, un'unità della marina britannica con il compito di debellare la tratta degli schiavi, intercettò la goletta negriera nel golfo della Guinea (Africa occidentale) e la fece naufragare. In quell'affondamento, dei 189 schiavi presenti a bordo, ne perirono 102.

Samuel Crowther AjayiAjayi fu così condotto sano e salvo a Freetown, capitale della Sierra Leone, dove fu liberato. Il ragazzo cominciò a frequentare una scuola anglicana della locale C.M.S. (Christian Mission Society), dove gli fu insegnato l'inglese e apprese i primi rudimenti della Parola di Dio. Era un giovane molto diligente e desideroso di imparare. A soli sei mesi dal suo arrivo in Sierra Leone, si era così impegnato nello studio che non solo era in grado di leggere il Nuovo Testamento, ma fu anche nominato insegnante in una scuola locale, guadagnando sette pence e mezzo al mese.

Ajayi, gradualmente introdotto alla conoscenza della Parola di Dio che, lui credeva, gli aveva restituito la libertà, diede la sua vita al Signore. Nelle sue memorie scriverà che, già tre anni dopo la sua liberazione, si era reso conto  "dell'esistenza di una schiavitù molto peggiore di quella voluta dagli uomini, quella imposta del peccato e da Satana. Piacque al Signore di aprirmi il cuore...e fui così accolto nella Chiesa visibile di Cristo in terra, per combattere virilmente sotto la sua bandiera contro i nostri nemici spirituali".

L'ex schiavo era diventato un devoto cristiano; decise che sarebbe stato un soldato di Cristo, combattendo contro il mondo, la carne e il diavolo.  Fu battezzato l'11 dicembre del 1825 dal reverendo John Rahan, uno dei pionieri della Church Missionary Society, e volle chiamarsi col nome di Samuel Crowther, influente membro del comitato direttivo di quella missione.  Crowther  era un autorevole uomo di chiesa, ma il suo giovane omonimo negro avrebbe reso quel nome ancora più illustre.

Nel 1826 Samuel Ajayi Crowther si recò per la prima volta nella sua vita a Londra; il viaggio produsse in lui una profonda impressione.  Al suo ritorno nella Sierra Leone, Ajayi conobbe una ex schiava di nome Asao che sapeva leggere e scrivere, anche lei cristiana; quando si battezzò, volle chiamarsi col nuovo nome di Susan Thompson. In seguito i due si sposarono vivendo insieme per circa 50 anni.  

Nel 1828 la Church Missionary Society fondò il Fourah Bay College, con lo scopo di formare una leadership cristiana alla guida del continente africano e di fornire la prima erudizione universitaria nell'Africa tropicale. Crowther fu tra i primi allievi. Egli maturò un notevole interesse per gli studi filologici, che lo porterà a tradurre la Bibbia nel dialetto yoruba, lingua a cui poi dedicherà anche una grammatica e un vocabolario.

In poco tempo Samuel divenne un docente del seminario, insegnandovi greco e latino. Nella Sierra Leone un insegnante era anche un evangelista; chiesa e istruzione erano inseparabili. Il vigoroso e zelante Samuel Ajayi Crowther, al principio estremamente polemico nei suoi incontri con i rappresentanti dell'Islam e delle religioni primitive in Africa, nella seconda fase della sua vita si ammorbidirà e capirà la necessità di costruire le relazioni personali, sviluppando la capacità di ascoltare con pazienza.

Nel 1841 la British Society for the Extinction of the Slave Trade and the Civilization of Africa  progettò la famosa Niger Expedition, una missione ricognitiva che aveva lo scopo di preparare la strada a una alleanza che, fondendo "cristianesimo, commercio e progresso", potesse estirpare il commercio di schiavi e portare pace e prosperità all'Africa occidentale. L'associazione faceva molto affidamento sulla Sierra Leone per gli interpreti e per i sostenitori e infatti la Church Missionary Society contribuì attivamente con l'apporto di due valide figure, il rev. J. F. Schon, studioso di linguistica, e Samuel Ajayi Crowther.

Purtroppo, questa prima missione non sortì i risultati sperati: 40 dei 45 europei, che costituivano un terzo della spedizione, morirono di malaria. Tuttavia, La Niger Expedition aveva messo in luce le doti spirituali di Samuel Crowther, che Schön elogiò, citandole a sostegno della sua tesi secondo la quale la base strategica dell'evangelizzazione dell'entroterra africano era la Sierra Leone.

Questa premessa fece sì che Ajayi fosse chiamato a Londra per prendere gli ordini sacri, cosa che accadde  la domenica seguente alla Pentecoste del 1843. Una settimana dopo, ad appena 21 anni dalla sua liberazione dalla schiavitù, fu ammesso al sacerdozio.

Il suo ritorno in Sierra Leone fu salutato con un caloroso benvenuto. La domenica successiva, il rev. Samuel Ayayi Crowther predicò il suo primo sermone in inglese e un altro in lingua Yoruba. Crowther si dedicò anche alla traduzione della Bibbia nel suo dialetto. Come abbiamo accennato, redasse inoltre il primo dizionario Yoruba e continuò a predicare e a stabilire colonie missionarie nel sud-ovest della Nigeria, in particolare ad Abeokuta.

I suoi sforzi furono ampiamente riconosciuti dalla chiesa anglicana e il 29 giugno del 1864, nella cattedrale di Canterbury, Crowther fu consacrato primo Vescovo del Niger, ricevendo il dottorato in teologia dall'università di Oxford. Quel giorno, la cattedrale era gremita all'inverosimile: tra i presenti c'era anche l'Ammiraglio John Henry Leeke, comandante del Myrmidon, che aveva permesso il suo ritorno alla libertà. La consacrazione di Crowther fu solenne e il sermone fu predicato dal rev. H. Longueville Mansel, professore di filosofia a Oxford, che leggendo 1 Pietro 5:2-3,  predicò sull' essere "un esempio per il gregge".

Quello sembrò essere il coronamento della vita del vescovo Crowther, che allora aveva 54 anni.

Crowther non fu solamente un uomo di preghiera, ma anche un buon pastore che si sforzava di conoscere ogni membro del suo gregge. Non si intrometteva nel campo di alcuno, preferendo piuttosto lavorare sodo preparando un abbondante raccolto nel quale entrassero altri. Non si concedeva mai periodi di inattività e aveva la capacità di sapere sempre cosa fare in caso di emergenza. Anche quando la sua salute era in pericolo, lavorava con dedizione e tenacia.

Innumerevoli furono le difficoltà con cui dovette scontrarsi, nella sua intensa attività evangelistica, come estenuanti e lunghi viaggi a piedi, su strade in pessime condizioni e persecuzioni.

Samuel Crowther Ajayi con suo figlio Tra le riforme patrocinate dal vescovo Crowther c'era la sacralità del cristianesimo e la sua convinzione che esso doveva sostituire e abolire tutte le false religioni, essendo per la razza umana l'unica via per il conseguimento della pace e dell'armonia con Dio. Egli non voleva che il cristianesimo annullasse l'assimilazione nazionale, ma auspicava che esso la emendasse da ogni elemento degradante e superstizioso. I cristiani, secondo lui, dovevano rendere a Dio le cose che sono di Dio, affrontando i temi politici con prudenza, saggezza e mansuetudine per produrre una mutua comprensione tra le varie realtà locali. Tra le altre cose, Crowther si rifiutò di battezzare i poligami e suo figlio Dandeson arrivò al punto di dichiarare quella pratica una "schiavitù imposta alle mogli".

Anche lui, come il grande apostolo Paolo, aveva assunto il compito di portare il vangelo ai pagani e, nell'adempimento di questo incarico, aveva esposto la sua vita a innumerevoli rischi. Aveva sofferto il freddo pungente, la nudità ed era stato costantemente in pericolo da parte dei suoi connazionali. Grazie alla sua cura pastorale, l'opera missionaria si era ampiamente estesa ed era stata dotata di numerose stazioni lungo tutto il Niger.

Samuel Crowther AjayiGli ultimi anni della lunga carriera del vescovo non furono affatto privi da difficoltà e di sofferenze. Samuel cominciava a sentirsi stanco, sebbene ancora pieno di zelo disinteressato. Uno degli eventi più tragici della sua vita fu la morte della moglie, avvenuta il 19 ottobre del 1880. Erano stati schiavi entrambi e insieme avevano condiviso la gioia dell'affrancamento ma, all'avvicinarsi del loro cinquantesimo anniversario del matrimonio, mentre Samuel era in viaggio nell'alto Niger, Susan si era ammalata. Crowther ritornò appena in tempo per vedere la sua diletta moglie gravemente inferma: morì tra le sue braccia.

Ma un altro lutto lo avrebbe colpito, a breve distanza. Nell'ottobre del 1883, alla veneranda età di novantasette anni, sua madre andò col Signore. Anche stavolta, Crowther era lontano a causa di un viaggio missionario per il Niger. Mamma Anna aveva chiesto alla nipote, la signora Macaulay, di non incomodare il figlio vescovo, turbandolo con la notizia della sua imminente dipartita. Era una preghiera conforme a quanto la donna anni prima aveva detto a Ajayi: "Tu non sei più mio figlio. Ora sei un servitore del Signore e devi continuare a portare avanti la sua opera, senza preoccuparti di me".

Quelli che assistettero al trapasso della pia donna, assicurarono a Crowther che l'anziana madre era morta felice di andare a incontrare il suo amato Signore.

Ma ormai il suo viaggio era giunto al termine; le tribolazioni, le delusioni e le sofferenze subite nel corso della vita fecero precipitare le condizioni fisiche di Samuel Ajayi Crowther che, alla fine, crollò. L'ultimo culto al quale partecipò fu quello del mattino di Natale del 1891, a Lagos. Morì sei giorni dopo, il 31 dicembre del 1891.

 


 

La colonia africana della Sierra Leone era stata fondata dietro impulso di una coalizione di interessi antischiavistici, ispiratisi in gran parte al cristianesimo evangelico. Era nata come insediamento cristiano, libero dalla schiavitù e dal commercio di schiavi. Nel 1807, grazie all'abolizione del commercio di schiavi da parte del parlamento britannico e ai conseguenti trattati con altre nazioni per dichiarare illegale l'ignobile traffico, la Sierra Leone aveva ottenuto una nuova importanza. Divenne infatti la base navale di una flotta che sequestrava i vascelli negrieri (n.d.r).

     
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