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Parte seconda

 

La mansuetudine, requisito indispensabile per la guida

di

Donald Gee (1891-1966)

 

articolo tratto dal n° 1091 del 23 marzo 1935, della rivista

 Pentecostal Evangel

 

 

Gli affetti e le devozioni personali possono impedire a tutti i responsabili della comunità di ricevere la vera guida dello Spirito in ciò per cui hanno pregato, se tali relazioni non sono totalmente sottomesse a Dio.

Propositi arresi

È una risaputa debolezza umana quella di mettere in atto prima i nostri programmi e poi di chiedere a Dio di benedirli! Piani e intenzioni, per quanto possano sembrarci apparentemente lodevoli, devono essere completamente arresi a Dio, se desideriamo ottenere la sua guida. Siamo disposti a vedere i nostri propositi rivoluzionati? Dobbiamo esserlo, poiché la fede ci assicura che Dio ha "qualcosa di meglio". Il rischio di una prevenzione personale si può manifestare in una presunta guida offertaci attraverso qualcuno dei possibili canali soprannaturali, come le profezie, l'interpretazione delle "lingue", le visioni, i sogni ecc. Riteniamo che questo sia il motivo del dover "giudicare" ogni profezia (1 Cor. 14:29; 1 Tess. 5:19-21).

L'eventualità che la presunta "rivelazione" possa essere in qualche modo alterata è indubitabile, laddove l'interessato sostenga delle opinioni ostinatamente dogmatiche su qualche punto della dottrina, abbia dei pregiudizi aggressivi nei confronti di un determinato individuo oppure nutra delle forti ambizioni e desideri per un certo compito o per un determinato modo di agire.

In tali circostanze, una "profezia" distintamente rivolta a un singolo soggetto può rivelarsi priva di valore, ai fini della guida. È interessante notare che nel Nuovo Testamento, l'indirizzo dato dallo Spirito Santo è quasi sempre in contrasto coi preconcetti e le propensioni individuali (Si veda Atti 8:26, dove lo Spirito comanda di allontanarsi da un risveglio in corso; 9:13, dove Dio chiede di assistere un persecutore; 10:1, in cui la volontà di Dio va contro tutte le prevenzioni personali dell'apostolo; 13:2, in cui lo Spirito chiede la separazione di preziosi ministri).

Ancora oggi, lo Spirito Santo continua a guidare, per rivelazione soprannaturale, ma lo fa a favore di volontà interamente arrese, che hanno sperimentato un profondo lavacro dello spirito umano, mediante il sangue del Calvario. Alla chiesa in Antiochia fu sufficiente udire la voce dello Spirito per mettere da parte Barnaba e Paolo, durante un tempo di intensa ricerca: "Mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano".

Mansuetudine o cocciutaggine: quale delle due?

Il prerequisito per la guida sembra essere interamente riassunto nella promessa secondo la quale i mansueti saranno guidati nel discernimento. L'inestimabile qualità della mitezza è fortemente fraintesa. Essa è soprattutto una condizione dello spirito dell'uomo (si vedano Gal. 6:1 e 1 Pie. 3:4) ed è correttamente equilibrata con una grande potenza in opere e in parole, come nel caso del mansueto per eccellenza, Mosè. Oppure, se vogliamo, in maniera ancora più rappresentativa, dallo stesso nostro Signore. L'assoluta subordinazione alla volontà di Dio è un sicuro e fondamentale segno di vera mitezza. Ecco perché costituisce il supremo requisito per avere una vita guidata.

Fu la mitezza che fece di Mosè uno dei più grandi condottieri di tutta la storia. L'uomo possedeva uno spirito profondamente controllabile, una virtù che lo rese all'altezza di condurre una nazione. La frase ricorrente "e il Signore parlò a Mosè" aveva come sfondo la mansuetudine dello spirito di quell'uomo. Ed è il mansueto che, anche oggi, continua a ricevere la guida divina. Il contrario della mansuetudine, da questo punto di vista, è la cocciutaggine del mulo. Questo è semplicemente il risultato dell'accordare alla nostra volontà e ai nostri desideri di rimanere inviolati e non sottomessi a Dio. Ci piace definirlo con termini del tipo "fermezza di carattere", "tenacia nei propositi", "forte autorità" e simili tronfie espressioni. Spesso sarebbe piacevole assistere all'incontro di due conduttori "dalla forte autorità", se non fosse così devastante per quell'intesa che porta alla benedizione pentecostale. Le personalità veramente grandi e forti si umiliano e si arrendono sempre davanti al Signore, per poi scoprire di convergere verso il medesimo scopo, attraverso la tremenda potenza unificatrice del fuoco dello Spirito, dell'amore divino. La testardaggine non riceverà altra guida oltre quella del  "morso  e della briglia". La sovranità divina qualche volta potrà obbligarla a percorrere dei sentieri che non vorrebbe percorrere, mediante la sola forza delle circostanze esterne. Balaam ne è una buona illustrazione, ma è un misero esempio da seguire. L'ostinatezza convinta, in ultima analisi, verrà lasciata totalmente priva di guida, anche se utilizza tante belle parole, e alla fine si sprofonderà nella disgrazia eterna.

Donald Gee

 

FINE

 

 

Articolo tratto e liberamente tradotto da Ciro Izzo,  dal n° 1091 del 23 marzo 1935, della rivista  Pentecostal Evangel

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