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Data di pubblicazione : 11/10/2013

 

Risposte alla preghiera

 

Dio mandò il vento del Sud per facilitare la riparazione di una caldaia

 

George MullerVerso la fine del novembre 1857 fui informato di un inatteso guasto alla caldaia dell'impianto di riscaldamento del nostro orfanotrofio nuovo n° 1. Perdeva notevolmente ed era impossibile trascorrere l'intero inverno con questo danno. Il nostro impianto di riscaldamento consiste in una grande caldaia cilindrica, all'interno della quale viene tenuto acceso il fuoco; l'acqua calda, attraverso le tubazioni collegate alla caldaia, viene convogliata nelle stanze. Anche l'aria calda è collegata con l'impianto.

Ora mi trovavo in questa situazione. La caldaia era rotta e non potevamo affrontare i rigori dell'inverno; l'aver avuto motivo di sospettare che prima o poi si sarebbe rotta e non aver provveduto a sostituirla con una nuova, dicendo di confidare in Dio che ce l'avrebbe preservata, era stata superbia incosciente, non certo fede in Dio; anzi, era esattamente l'opposto della fede.

La caldaia è interamente in muratura e pertanto non potevamo renderci conto del suo effettivo stato senza prima abbattere l'involucro in muratura. Ciò, se non inutile, sarebbe stato più dannoso che altro per la caldaia e siccome anno dopo anno, per otto inverni, non avevamo avuto alcun problema, il fatto ci aveva colti alla sprovvista ponendoci, improvvisamente e inaspettatamente, all'inizio dell'inverno, dinanzi a questo contrattempo. Cosa dovevamo fare? A me premeva principalmente che i bambini, specie i più piccoli, non patissero la mancanza di riscaldamento. Ma come ovviare al problema? L'installazione di un nuovo impianto, con tutta probabilità, avrebbe richiesto diverse settimane e la riparazione della caldaia era solo ipotizzabile, non conoscendo l'entità della rottura. Tuttavia, non potevamo azzardare nessuna ipotesi, almeno fin quando non fosse stata smantellata, almeno parzialmente, la camera di mattoni all'interno della quale era posta la caldaia. Ma quello, almeno stando a alle nostre valutazioni, avrebbe richiesto giorni: e nel frattempo, come avremmo fatto a riscaldare le camere per trecento bambini?

Naturalmente pensai di provvedere a delle stufe a gas provvisorie ma, a rendere ancor più difficile la situazione, ci accorgemmo che per riuscire a scaldare quei cameroni così ampi, ci sarebbero volute troppe stufe, cosa che non avremmo potuto fare in quanto non disponevamo della quantità sufficiente di gas, che avremmo dovuto sottrarre al nostro impianto di illuminazione.

Inoltre, ciascuna di queste stufe necessitava di una piccola canna fumaria per smaltire il fumo. Quindi, anche se efficace per grandi sale, scale e negozi, questo tipo di riscaldamento non era adatto al nostro scopo. Pensai anche alla temporanea introduzione di stufe di Arnott, ma sarebbero state inadeguate perché richiedevano canne fumarie lunghe, essendo solo temporanee, per cui i fumi dovevano fuoriuscire dalle finestre. A questo proposito, l'incertezza dell'efficacia di questo sistema unita, nel nostro caso, alla conseguente modificazione quasi definitiva delle camere, mi spinse a rinunciare anche a questo sistema.

E allora, cosa fare? Avrei pagato volentieri cento sterline, se avessi risolto il problema con questo rimedio e evitato ai bambini di rimanere per molti giorni al freddo nelle loro camere.

Alla fine, decisi di rimettermi interamente nelle mani di Dio, che è pietoso e pieno di compassione, e stabilii di far aprire in ogni caso la camera in muratura, per constatare la natura del danno e accertare se la caldaia potesse essere riparata, in modo da poter passare l'inverno. Fu così fissato il giorno in cui dovevano venire gli operai e disponemmo tutte le preparazioni necessarie. Ovviamente, mentre si effettuavano le riparazioni, il fuoco andava spento.

Ma adesso state a sentire.

Fissato l'appuntamento per le riparazioni, il giovedì o il venerdì precedenti il giorno stabilito cominciò a spirare un vento gelido, proprio quando la fiamma del bruciatore doveva essere spenta. Era il primo vero freddo che avevamo all'inizio del passato inverno, durante i primi giorni di dicembre.

Che fare? Le riparazioni non potevano essere rinviate. Chiesi allora al Signore due cose: compiacersi di mutare il vento del nord in un vento caldo e far si che gli operai avessero "preso a cuore il lavoro": mi ricordai del risultato ottenuto da Neemia in 52 giorni, mentre edificava  le mura di Gerusalemme, grazie al fatto che "la gente aveva preso a cuore il lavoro".

Ebbene, venne il gran giorno. La sera prima, il gelido vento del nord si era calmato: il mercoledì, giorno stabilito per la riparazione, soffiava un vento caldo, esattamente come avevo chiesto al Signore. Il tempo fu così mite che non ci fu bisogno di accendere i riscaldamenti. La muratura fu rimossa, la perdita fu individuata in breve tempo e i calderai cominciarono a lavorare di buona lena. Alle otto e mezzo di sera, mentre mi accingevo a lasciare l'orfanotrofio per tornare a casa, dalla portineria fui informato che il responsabile della ditta incaricata si era recato presso l'orfanotrofio per controllare l'andamento dei lavori e per vedere se fosse stato possibile velocizzarli in qualche modo. Scesi così subito nello scantinato, per cercare di affrettare il lavoro. Rivolgendosi al caposquadra, il responsabile disse: "gli operai stasera dovranno lavorare fino a tardi e venire molto presto domattina". "Signore", rispose  il capo, "avremmo preferito lavorare tutta la notte". Allora mi ricordai della seconda parte della preghiera che avevo fatto a Dio, chiedendogli di far si che gli operai "avessero preso  a cuore l'opera".  Così fu: il mattino successivo la riparazione della caldaia era stata completata, la perdita eliminata, anche se con grande difficoltà, e in circa 30 ore la caldaia e la muratura erano ritornate come prima. Per tutto il tempo, aveva soffiato un vento così caldo che non c'era stata la minima necessità di riscaldamento.

Ecco, quindi, come una delle nostre difficoltà fu superata con la preghiera e con la fede.
Per quasi tre mesi dopo, tutto andò bene, ma alla fine di febbraio spuntò un'altra crepa, più grande di quella precedente. Anche quella volta fummo aiutati attraverso la preghiera e, senza alcun reale imprevisto, le opportune riparazioni furono effettuate in circa 30 ore.

Da quel momento il Signore non ci ha provato ulteriormente in questo modo. Mentre scrivo queste parole, è bel tempo e fa caldo. Ho disposto che in entrambi gli orfanotrofi siano sospese le attività degli impianti di riscaldamento e, se il Signore vuole, provvederemo ovviamente a comprare una nuova caldaia.


George Muller

 

Tratto e liberamente tradotto e adattato, ad opera di Ciro Izzo, dal libro George Muller: Answers to Prayer.

 

 

     
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