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V Le Assemblee di Dio in Italia (A.D.I.) L'Isolamento Il Movimento Pentecostale italiano, durante i primi decenni di vita, operò in totale isolamento. I convertiti provenivano direttamente dal Cattolicesimo Romano. Non erano a conoscenza dell'eredità storica della Riforma e dei Risvegli Evangelici. Pensavano che, mediante l'Evangelo, si erano ricongiunti direttamente al Cristianesimo dell'era apostolica; da questa considerazione rifiutavano di essere considerati protestanti. Si definivano semplicemente Cristiani. Il primo nome usato dalle Chiese era quello di "Assemblea Cristiana". Le altre Chiese Evangeliche in Italia non riconoscevano queste realtà ma li guardavano con sospetto, nonostante in esse vi fosse il fervore evangelistico dei Pentecostali, con tutte le caratteristiche del Risveglio operato da Dio. Pertanto, non fu considerato come un Movimento Evangelico popolare che andava incoraggiato. Si aggiungeva, inoltre, un'opposizione che dal 1932 divenne sempre più oppressiva da parte delle autorità fasciste che usavano intolleranza e perseguitavano tutti coloro che professavano un culto diverso da quello della Chiesa ufficiale. I Pentecostali in Italia rimasero soli, tagliati fuori da ogni forma di comunione perfino con le comunità italo-americane da dove provenivano i primi testimoni dell'Evangelo. Essi però continuavano a rimanere fedeli al mandato di Cristo, al punto che alcuni divennero Martiri della Fede. Il pentecostale Fidardo De Simoni è uno dei 355 ostaggi trucidati dai nazisti a Roma, nell'ecidio delle Fosse Ardeatine. La rinascita Qualche spiraglio si comincia a vedere nel 1943, un anno di grandi speranze, grazie alla caduta della dittatura fascista. Le truppe alleate sbarcarono in Sicilia e decretarono "Libertà di religione, di culto e di propaganda". In Sicilia il fratello Vincenzo Federico, pioniere della testimonianza Pentecostale in sicilia, saputo di questa libertà poteva dire: "L'ora della libertà è suonata! Gloria a Dio... I nemici credevano che la persecuzione ci avesse decimato e distrutto, si preoccuparono invece quando ci videro come un popolo in continuo aumento. Era il seme puro dell'Evangelo che aveva fatto le radici sotto il manto di neve della sofferenza e delle persecuzioni e che ora spuntava rigoglioso al levarsi del sole della libertà". Nel 1944, anno in cui l'intera nazione viene liberata dalle truppe alleate, fu indetto un convegno di tutti i responsabili delle Chiese Pentecostali della Sicilia, che per le importanti decisioni venne poi unanimemente considerato non a carattere regionale ma nazionale. In tale Convegno vennero gettati le basi per una collaborazione organizzativa al di fuori della Chiesa locale. Nel 1945 con la riunificazione del territorio nazionale, furono riallacciati i contatti tra le Chiese del sud e nord, anche se con grande difficoltà a causa della guerra.
La persecuzione continuava, occorreva prendere una decisione per ottenere libertà di culto e di evangelizzazione. Presero atto che il modo più semplice era quello di regolarizzare la posizione giuridica del Movimento in Italia, "in base al riconoscimento giuridico conseguito all'estero" da parte di qualche associazione consorella, che garantisse i fini e la serietà delle Chiese italiane. Spontaneamente le Assemblee di Dio degli Stati Uniti si offersero di produrre quella necessaria certificazione. Le Assemblee Pentecostali Italiane, riconosciuta l'urgenza di regolarizzare la propria posizione giuridica e constatato che l'unico mezzo a disposizione del Movimento era quello dell'affiliazione a Movimenti stranieri accettando l'affiliazione offerta dalle Assemblee di Dio degli Stati Uniti. Il Convegno Nazionale del 1947 fissava le indicazioni intorno alla futura struttura del Movimento. Furono istituiti i tre Comitati di Zona in sostituzione del triplice Comitato Missionario eletto dal convegno precedente. Viene istituito un Comitato Esecutivo composto da un Presidente, un Segretario, un Tesoriere e da due Consiglieri, in ordine furono nominati: Umberto Gorietti, Roberto Bracco, Aurelio Pagano, Vincenzo Federico, e Francesco Testa. Il Comitato doveva Rappresentare le Assemblee davanti al Governo, portare a termine la pratica di affiliazione e stabilire l'apposito statuto; indire le riunioni dei Comitati di Zona, convocare i Convegni Nazionali, intervenire come arbitro nelle questioni locali, dove non sia riuscito il Comitato di Zona. Per quanto concerne la pratica di affiliazione si scelse la via che riaffermava la totale indipendenza del Movimento Italiano con un rapporto fraterno che legava le Chiese Pentecostali italiane con le Assemblee di Dio degli Stati Uniti. Il 13 dicembre 1947 veniva ratificata la delibera emanata all'unanimità dal Convegno Nazionale dello stesso anno, con la quale le Chiese Pentecostali italiane assumevano il nome ufficiale di "Assemblee di Dio in Italia" (ADI). Il nome al plurale aveva lo scopo di indicare la struttura costituita da Chiese locali le quali senza essere private della loro autonomia sono legate da un rapporto fraterno sulla base dei principi di comunione e di collaborazione. Lo statuto dell'Ente fu approvato nel 1948 e il 12 ottobre fu presentata formale richiesta di riconoscimento al Governo italiano. La Battaglia per il riconoscimento Il Convegno Nazionale del 1948, dopo aver preso visione del nuovo Statuto elaborato dal Comitato Esecutivo lo approvò allunanimità e quindi le Assemblee di Dio in Italia, il 12 Ottobre 1948, presentarono regolare domanda corredata di tutta la documentazione richiesta per ottenere il riconoscimento giuridico dell'Associazione come Ente di Culto. Per circa quattro anni dalla data di presentazione, non pervenne alcuna risposta ufficiale di accoglimento o di rifiuto della richiesta. Questo silenzio faceva presagire la risoluta determinazione delle autorità dell'epoca nel non concedere alcuna libertà. Il 24 giugno 1950 fu emessa una sentenza fondamentale per l'abrogazione del divieto di culto Evangelico Pentecostale. Il 17 gennaio 1952, fu presa la decisione di notificare al Ministero che, trascorso un ulteriore termine di novanta giorni, il silenzio sarebbe stato interpretato come una risposta negativa. Il periodo trascorse e le ADI davanti al tacito rifiuto presentarono un ricorso al Consiglio di Stato contro il Ministero dell'Interno nella persona del Ministro On. Mario Scelba. Lo Sviluppo e il Riconoscimento giuridico Il Convegno Nazionale del 1953, in considerazione del notevole numero di Chiese esistenti, deliberò di aumentare il numero dei membri del Consiglio Generale delle Chiese da sette a nove. Nello stesso anno venne costituita la prima squadra della Scuola Domenicale che porterà poi ad un servizio delle "Scuole domenicali" per la pubblicazione dei testi. Quest'attività dette degli ottimi risultati nel campo dell'educazione Cristiana. Nel 1954 si da inizio all'iniziativa fondamentale per lo sviluppo delle Chiese, l'istituzione di una Scuola Biblica in Italia. Nel 1956 iniziano delle attività caritative come orfanotrofi, case di riposo ecc. Il riconoscimento giuridico delle ADI sarà firmato dal Presidente della Repubblica il 5 dicembre 1959 e il 7 marzo 1960 sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Umberto Gorietti annunciava ufficialmente l'evento sul "Risveglio Pentecostale" del marzo 1960 scrivendo: "Non soffermiamoci però, a riguardare con compiacimento il campo di battaglia dopo la vittoria; altre e più luminose mete addidateci dall'Eterno ci aspettiamo. Prepariamoci rivestiti della virtù di Dio, a continuare il buon combattimento della fede, affinché nella libertà possiamo continuare a predicare l'anno accettevole del Signore fino alla vittoria finale in cui riceveremo dal Salvatore benedetto la corona della vita eterna". Nel 1960 le ADI erano costituite da 447 chiese e gruppi e in virtù dell'emigrazione interna l'opera si stava diffondendo dal sud al nord. Con la continua espansione delle ADI si manifestavano problemi di carattere finanziario, insormontabili dal punto di vista umano. Era un anno per l'Italia di difficile situazione economica, inoltre i sussidi che le Chiese consorelle estere inviavano per scopi missionari furono sospesi per inviarli in altri campi di missione. Ma per fede dei pastori a pieno tempo nessuno lasciò il ministerio, e Dio li onorò risolvendo i problemi economici e spingendo fratelli ad offrire di più. Nell'Assemblea del 1967 furono completati i principi di comunione e collaborazione che caratterizzano le ADI che in sintesi possono essere riassunti come segue:
Attività Spirituale L'Assemblea del 1979 compì un altro passo importante, quello di definire la natura, la struttura e gli scopi delle ADI che divenne un'Associazione di "Chiese Cristiane Evangeliche di Fede Pentecostale esistenti nel territorio dello Stato italiano, che sulla base di principi di collaborazione stabiliti in comune e volontariamente accettati formavano una sola comunione, fondata sulla medesima fede, dottrina ed etica". L'Assemblea Generale del 1981 fu caratterizzata dall'interesse delle Chiese per i mezzi di comunicazione di massa, quali la stampa con la pubblicazione del giornale quindicinale Cristiani Oggi in aggiunta al Risveglio Pentecostale e l'utilizzo per l'evangelizzazione delle radio locali in FM e delle televisioni private.
"Le Assemblee di Dio in Italia" oggi, rappresentano oltre mille comunità grandi e piccole diffuse da nord a sud su tutto il territorio nazionale, per mantenere questo patrimonio spirituale che Dio ha donato è necessario non perdere la semplicità iniziale del Risveglio; è di fondamentale importanza separare accuratamente ciò che è genuino da quanto è stato invece già contraffatto. Occorre accettare la pura verità della Bibbia, come cristiani fedeli a "Tutto l'Evangelo" continuiamo a "combattere strenuamente per la fede che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre". Daniele Licciardello |
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