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Le Assemblee di Dio in Italia (A.D.I.)

Assemblee di Dio in Italia

L'Isolamento

Il Movimento Pentecostale italiano, durante i primi decenni di vita, operò in totale isolamento. I convertiti provenivano direttamente dal Cattolicesimo Romano. Non erano a conoscenza dell'eredità storica della Riforma e dei Risvegli Evangelici. Pensavano che, mediante l'Evangelo, si erano ricongiunti direttamente al Cristianesimo dell'era apostolica; da questa considerazione rifiutavano di essere considerati protestanti. Si definivano semplicemente Cristiani. Il primo nome usato dalle Chiese era quello di "Assemblea Cristiana".

Le altre Chiese Evangeliche in Italia non riconoscevano queste realtà ma li guardavano con sospetto, nonostante in esse vi fosse il fervore evangelistico dei Pentecostali, con tutte le caratteristiche del Risveglio operato da Dio. Pertanto, non fu considerato come un Movimento Evangelico popolare che andava incoraggiato.

Si aggiungeva, inoltre, un'opposizione che dal 1932 divenne sempre più oppressiva da parte delle autorità fasciste che usavano intolleranza e perseguitavano tutti coloro che professavano un culto diverso da quello della Chiesa ufficiale. Guido Buffarini GuidiTale opposizione era stata ufficializzata dalla circolare Buffarini-Guidi voluta da Mussolini nel 1935. I Pentecostali da quel momento non sono più liberi di professare il loro Culto, in quanto ogni assemblea veniva sistematicamente vietata, e veniva usata anche la violenza verso i partecipanti per impedirgli di riunirsi. I locali di Culto venivano chiusi e i fratelli venivano arrestati, deportati, confinati e qualcuno inviato anche nei campi di concentramento. Dal 9 aprile 1935, inizia la persecuzione contro i Pentecostali, una storia incredibile che  ha solo riscontro con quella dei primi secoli della Chiesa.

I Pentecostali in Italia rimasero soli, tagliati fuori da ogni forma di comunione perfino con le comunità italo-americane da dove provenivano i primi testimoni dell'Evangelo. Essi però continuavano a rimanere fedeli al mandato di Cristo, al punto che alcuni divennero Martiri della Fede. Il pentecostale Fidardo De Simoni è uno dei 355 ostaggi trucidati dai nazisti a Roma, nell'ecidio delle Fosse Ardeatine. Ostaggi trucidati dai nazisti a Roma, nell'ecidio delle Fosse ArdeatineUnico evangelico ad entrare ufficialmente nella storia del nostro Paese, a nome di altri che, in conseguenza degli stenti patiti nei vari luoghi di pena, avevano anch'essi testimoniato con la vita la propria coerenza cristiana come Antonio Brunetti ucciso nelle camere a gas del campo di sterminio nazista di Mauthausen. Il regime non era riuscito ad intimorire ed a frenare i Pentecostali come invece aveva fatto verso altri oppositori. Questa persecuzione fu solo la strada obbligata per rimanere fedeli a Cristo che li aveva "trasportati dalle tenebre alla luce".  

La rinascita

Qualche spiraglio si comincia a vedere nel 1943, un anno di grandi speranze, grazie alla caduta della dittatura fascista. Le truppe alleate sbarcarono in Sicilia e decretarono "Libertà di religione, di culto e di propaganda". In Sicilia il fratello Vincenzo Federico, pioniere della testimonianza Pentecostale in sicilia,  saputo di questa libertà  poteva dire: "L'ora della libertà è suonata! Gloria a Dio... I nemici credevano che la persecuzione ci avesse decimato e distrutto, si preoccuparono invece quando ci videro come un popolo in continuo aumento. Era il seme puro dell'Evangelo che aveva fatto le radici sotto il manto di neve della sofferenza e delle persecuzioni e che ora spuntava rigoglioso al levarsi del sole della libertà". Nel 1944, anno in cui l'intera nazione viene liberata dalle truppe alleate, fu indetto un convegno di tutti i responsabili delle Chiese Pentecostali della Sicilia, che per le importanti decisioni venne poi unanimemente considerato non a carattere regionale ma nazionale. In tale Convegno vennero gettati le basi per una collaborazione organizzativa al di fuori della Chiesa locale.  

Nel 1945 con la riunificazione del territorio nazionale, furono riallacciati i contatti tra le Chiese del sud e nord, anche se con grande difficoltà a causa della guerra. Roberto BraccoDurante il 1° Convegno della Sicilia, Umberto Gorietti e Roberto Bracco furono incoraggiati a riprendere il "servizio fiduciario di coordinamento" che la comunità di Roma aveva già svolto prima del 1935 e ad invitare tutti i rappresentanti delle comunità d'Italia a partecipare ad un Convegno Nazionale che si tenne nel 1945, come il precedente, in Sicilia a Raffadali. I partecipanti scoprirono  che durante il periodo della persecuzione la testimonianza Pentecostale aveva raggiunto 29 nuove località, a riprova del fatto che i testimoni fedeli a Cristo possono soffrire afflizioni fino ad essere incatenati come malfattori "ma la Parola di Dio non è incatenata" . L'isolamento vissuto durante la persecuzione apparve una posizione negativa e tutti sentirono il desiderio di unire e coordinare le forze, i programmi, il fine delle comunità sparse in Italia. Si avvertì, anche, l'urgenza di riprendere i rapporti con le Chiese italiane all'estero.

Umberto GoriettiUmberto Gorietti fu chiamato a rappresentare il Movimento Pentecostale italiano, che prese il nome di Chiese "Cristiane Evangeliche Pentecostali". Successivamente vennero a conoscenza che oltre alle comunità italo-americane, esistevano in varie parti del mondo delle associazioni di Chiese Evangeliche Pentecostali, che avevano ottenuto il riconoscimento  dei relativi governi come era avvenuto alle "Assemblee di Dio" che si identificavano per dottrina ed etica alle comunità italiane. Questa "scoperta" inciderà positivamente sul futuro del Movimento in Italia, perché lo aiuterà ad uscire dall'isolamento e lo metterà in relazione con le realtà del Risveglio Evangelico Pentecostale internazionale. Al quinto Convegno Nazionale, tenutosi a Roma, per la prima volta nella storia del Movimento, partecipò una delegazione estera, molto varia e rappresentativa. L'argomento più importante trattato fu quello della libertà religiosa in Italia. Purtroppo con il passaggio dei poteri  dall'amministrazione alleata al Governo Italiano erano ricominciate le vessazioni nei confronti delle Chiese Pentecostali, con gravi episodi di intolleranza. Già dal settembre 1944 era stato confermato dalle autorità che la circolare Buffarini-Guidi promulgata nel 1935 era ancora operante. Si sarebbe dovuto attendere il 16 aprile 1955 per ottenere la revoca definitiva. In favore delle Chiese italiane vi fu la partecipazione delle fratellanze estere e delle rappresentanze politiche di molte nazioni e di Enti e Comitati costituiti  per la tutela  delle fondamentali libertà dell'uomo. I partecipanti al quinto Convegno Nazionale, tenutosi a Roma nel 1946, decisero di compiere un importante passo di "coordinamento amministrativo" come era stato suggerito da pastori di Chiese Evangeliche di altre nazioni  già costituitosi  in movimenti organizzati e riconosciuti dai loro Governi. Venne istituito un comitato missionario di ricostruzione e di assistenza, per amministrare in Italia i fondi messi a disposizione dalle Chiese del Nord America. Il Comitato era composto da tre sottocomitati, uno per la Sicilia, uno per l'Italia centromeridionale e uno per l'Italia settentrionale. Nel maggio 1947 si tenne a Zurigo la prima Conferenza Mondiale Pentecostale. In risposta all'appello del fratello Gorietti, la conferenza votò all'unanimità un ordine del giorno da inviarsi  al Governo Italiano, alle Nazioni Unite ed ai Governi delle ventuno nazioni rappresentate nella Conferenza per sollecitare la libertà di culto. Nel giugno dello stesso anno giunse in Italia una Commissione americana di pastori evangelici delegata dal Governo degli Stati Uniti, incaricata di fare  un'inchiesta sulla libertà religiosa in Italia. La soluzione suggerita  dalle autorità dell'epoca prevedeva che le Chiese dovessero  organizzarsi, in quanto si richiedeva la capacità di garantire gli scopi della loro esistenza. La richiesta in realtà dissimulava un'opinione diffusa all'epoca riguardo ai Pentecostali ritenuti una setta di esaltati e incapaci di costituire una qualsiasi forma di organizzazione.

La persecuzione continuava, occorreva prendere una decisione per ottenere libertà di culto e di evangelizzazione. Presero atto che il modo più semplice era quello di regolarizzare  la posizione  giuridica del Movimento in Italia, "in base al riconoscimento giuridico conseguito all'estero" da parte  di qualche associazione consorella, che garantisse i fini e la serietà delle Chiese italiane. Spontaneamente le Assemblee di Dio degli Stati Uniti si offersero di produrre quella necessaria certificazione. Le Assemblee Pentecostali Italiane, riconosciuta l'urgenza di regolarizzare la propria posizione giuridica e constatato che l'unico mezzo a disposizione del Movimento era quello dell'affiliazione a Movimenti stranieri accettando l'affiliazione offerta dalle Assemblee di Dio degli Stati Uniti.

Il Convegno Nazionale del 1947 fissava le indicazioni intorno alla futura struttura del Movimento. Furono istituiti i tre Comitati di Zona in sostituzione del triplice Comitato Missionario eletto dal convegno precedente. Viene istituito un Comitato Esecutivo composto da un Presidente, un Segretario, un Tesoriere e da due Consiglieri, in ordine furono nominati: Umberto Gorietti, Roberto Bracco, Aurelio Pagano, Vincenzo Federico, e Francesco Testa.  Il Comitato doveva Rappresentare le Assemblee davanti al Governo, portare a termine la pratica di affiliazione e stabilire l'apposito statuto; indire le riunioni dei Comitati di Zona, convocare i Convegni Nazionali, intervenire come arbitro nelle questioni locali, dove non sia riuscito il Comitato di Zona. Per quanto concerne la pratica di affiliazione si scelse la via che riaffermava la totale indipendenza del Movimento Italiano con un rapporto fraterno che legava le Chiese Pentecostali italiane con le Assemblee di Dio degli Stati Uniti. Il 13 dicembre 1947 veniva ratificata la delibera emanata all'unanimità dal Convegno Nazionale dello stesso anno, con la quale le Chiese Pentecostali italiane assumevano il nome ufficiale di "Assemblee di Dio in Italia" (ADI). Il nome al plurale aveva lo scopo di indicare la struttura costituita da Chiese locali le quali senza essere private della loro autonomia sono legate da un rapporto fraterno sulla base dei principi di comunione e di collaborazione. Lo statuto dell'Ente fu approvato nel 1948 e il 12 ottobre fu presentata formale richiesta di riconoscimento al Governo italiano.  Giorgio Spini (1916 -2006)Dal 1948 fino al 1955 non cessò di avere vigore l'infamante circolare del 1935, basata su inconcepibili motivi razziali. "Una lunga serie di atti di intolleranza, concretatisi in chiusura di locali aperti al culto pubblico e privato, in scioglimenti di adunanze di culto e di preghiera, tenuta anche in private abitazioni, in denunce e violenze di ogni sorta, testimonia della situazione verificatasi dal 1948 in poi". Fu una battaglia di principi a fronte aperta, in cui gli evangelici italiani trovarono per la prima volta quelle vie verso l'unità, che invano avevano cercato in altri tempi. Lottarono per la libertà di tutti gli italiani, tra i protagonisti vi fu Giorgio Peyrot che fu l'anima delle battaglie per la libertà religiosa in Italia. Anche Giorgio Spini (nella foto) fu uno dei più strenui difensori della libertà religiosa, coinvolgendo molti uomini di cultura, come i giuristi Piero Calamandrei e Arturo Jemolo e lo storico Gaetano Salvemini. Jemolo ha assunto poi la difesa delle ADI dinanzi al Consiglio di Stato per poi passarla successivamente all'Avv. Giacomo Rosapepe per problemi di salute.


La Battaglia per il riconoscimento

Il Convegno Nazionale del 1948, dopo aver preso visione del nuovo Statuto elaborato dal Comitato Esecutivo lo approvò allunanimità e quindi le Assemblee di Dio in Italia, il 12 Ottobre 1948, presentarono regolare domanda corredata di tutta la documentazione richiesta per ottenere il riconoscimento giuridico dell'Associazione come Ente di Culto.

Per circa quattro anni dalla data di presentazione, non pervenne alcuna risposta ufficiale di accoglimento o di rifiuto della richiesta. Questo silenzio faceva presagire la risoluta determinazione delle autorità dell'epoca nel non concedere alcuna libertà. Il 24 giugno 1950 fu emessa una sentenza fondamentale per l'abrogazione del divieto di culto Evangelico Pentecostale. Il 17 gennaio 1952, fu presa la decisione di notificare al Ministero che, trascorso un ulteriore termine di novanta giorni, il silenzio sarebbe stato interpretato come una risposta negativa. Il periodo trascorse e le ADI davanti al tacito rifiuto presentarono un ricorso al Consiglio di Stato contro il Ministero dell'Interno nella persona  del Ministro On. Mario Scelba. Mario ScelbaIl 25 maggio 1954, durante il Governo presieduto dall' On. Scelba, si ebbe l'udienza del ricorso  presentato al Consiglio di Stato. Quel giorno vide migliaia di Pentecostali uniti in una giornata di preghiera, per ottenere giustizia. Dal punto di vista umano v'era poco da sperare in quanto il ricorso era stato presentato contro il Ministro dell'Interno che, nel frattempo, era divenuto Presidente del Consiglio dei Ministri, ma il popolo Pentecostale, sperando contro speranza credette e il Signore diede la vittoria. Il ricorso al Consiglio di Stato è stato accolto. "Nella prova della persecuzione" era maturato il coraggio con cui le Assemblee di Dio suscitarono dopo la guerra uno dei più imponenti Movimenti religiosi popolari della storia italiana recente; e per di più, proprio nel mezzogiorno, così gravato da secolari catene e superstizioni.


Lo Sviluppo e il Riconoscimento giuridico

Il Convegno Nazionale del 1953, in considerazione del notevole numero di Chiese esistenti, deliberò di aumentare il numero dei membri del Consiglio Generale delle Chiese da sette a nove. Nello stesso anno venne costituita la prima squadra della Scuola Domenicale che porterà poi ad un servizio delle "Scuole domenicali" per la pubblicazione dei testi. Quest'attività dette degli ottimi risultati nel campo dell'educazione Cristiana.  

Nel 1954  si da inizio all'iniziativa fondamentale per lo sviluppo delle Chiese, l'istituzione di una Scuola Biblica in Italia. Nel 1956 iniziano delle  attività caritative come orfanotrofi, case di riposo ecc.  

Il riconoscimento giuridico delle ADI sarà firmato dal Presidente della Repubblica il 5 dicembre 1959 e il 7 marzo 1960 sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Umberto Gorietti annunciava ufficialmente l'evento sul "Risveglio Pentecostale" del marzo 1960 scrivendo: "Non soffermiamoci però, a riguardare con compiacimento il campo di battaglia dopo la vittoria; altre e più luminose mete addidateci dall'Eterno  ci aspettiamo. Prepariamoci rivestiti della virtù di Dio, a continuare il buon combattimento della fede, affinché nella libertà possiamo continuare a predicare l'anno accettevole  del Signore fino alla vittoria finale in cui riceveremo dal Salvatore benedetto la corona della vita eterna".

Nel 1960 le ADI erano costituite da 447 chiese e gruppi e in virtù dell'emigrazione interna l'opera si stava diffondendo dal sud al nord. Con la continua espansione delle ADI si manifestavano problemi di carattere finanziario, insormontabili dal punto di vista umano. Era un anno per l'Italia di difficile situazione economica, inoltre i sussidi che le Chiese consorelle estere inviavano per scopi missionari furono sospesi per inviarli in altri campi di missione. Ma per fede dei pastori a pieno tempo nessuno lasciò il ministerio, e Dio li onorò risolvendo i problemi economici e spingendo fratelli ad offrire di più.

Nell'Assemblea del 1967 furono completati i principi di comunione e collaborazione che caratterizzano le ADI che in sintesi possono essere riassunti come segue:

  1. Le Chiese ed i pastori debbono tener conto di tutte le deliberazioni emanate dal Consiglio Generale;
  2. Ogni ministro deve essere subordinato, per ciò che concerne fattori organizzativi e amministrativi, al rispetto dello Statuto;
  3. Tutte le cariche amministrative sono a carattere biennale, e gli incarichi possono essere riconfermati;
  4. Gli immobili di tutti gli istituti debbono appartenere all'Ente;
  5. Ogni Chiesa è chiamata ad inviare offerte per scopi missionari.


Attività Spirituale

L'Assemblea del 1979 compì un altro passo importante, quello di definire la natura, la struttura e gli scopi delle ADI che divenne un'Associazione di "Chiese Cristiane Evangeliche di Fede Pentecostale esistenti nel territorio dello Stato italiano, che sulla base di principi di collaborazione stabiliti in comune e volontariamente accettati formavano una sola comunione, fondata sulla medesima fede, dottrina ed etica".

L'Assemblea Generale del 1981 fu caratterizzata dall'interesse delle Chiese per i mezzi di comunicazione di massa, quali la stampa con la pubblicazione del giornale quindicinale Cristiani Oggi in aggiunta al Risveglio Pentecostale e l'utilizzo per l'evangelizzazione delle radio locali in FM e delle televisioni private.

Nella foto Francesco Toppi, secondo presidente delle Chiese A.D.I.Negli ultimi vent'anni sono stati istituiti diversi servizi gestiti dal Consiglio Generale  delle Chiese tra cui: Servizio delle Scuole Domenicali; Servizio Pubblicazioni ADI-Media; Servizio Audiovisivi ADI; Servizio Evangelico delle Radio Comunitarie ADI; Servizio Evangelico di Assistenza Sociale ADI. Inoltre, è stata sviluppata,  a cura dei Comitati delle varie Zone in cui è diviso il territorio nazionale, l'attività evangelistica con campagne di evangelizzazione in tende, e in culti all'aperto. Sono sorti inoltre, otto Centri Evangelici Comunitari per vacanze che svolgono una vasta attività spirituale e di assistenza soprattutto a favore dei giovani.

"Le Assemblee di Dio in Italia" oggi, rappresentano oltre mille comunità grandi e piccole diffuse da nord a sud su tutto il territorio nazionale, per mantenere questo patrimonio spirituale che Dio ha donato è necessario non perdere la semplicità iniziale del Risveglio; è di fondamentale importanza separare accuratamente ciò che è genuino da quanto è stato invece già contraffatto. Occorre accettare  la pura verità della Bibbia, come cristiani fedeli a "Tutto l'Evangelo" continuiamo a "combattere strenuamente per la fede che è stata trasmessa ai santi una volta  per sempre".

Daniele Licciardello

     
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