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La storia della Chiesa di Napoli coincide nel suo inizio con quella del suo primo convertito e pastore: Salvatore Anastasio. Fu portato al Signore da Umberto Nello Gorietti, poi primo presidente e legale rappresentante delle ADI il 15 gennaio del 1933. Da quel momento lo sviluppo della comunità napoletana è stato perseverante ed evidente. Da notizie di quel tempo si sa che, nel frattempo, altri credenti chiesero di essere battezzati e due di essi furono battezzati anche con lo Spirito Santo mentre uscivano dall'acqua battesimale; fu così formato il primo nucleo della chiesa di Napoli. Il Signore cominciò a manifestare la sua potenza giorno dopo giorno, chiamando a ravvedimento nuove anime, salvandole e battezzandole nello Spirito Santo. Il Risveglio si realizzò principalmente nel Rione Sanità. Dopo non poche difficoltà, si riuscì a servirsi di un luogo di culto, dopo due anni si fu costretti a trasferirsi in altro locale. Anche in questa nuova sede molti accettarono la salvezza in Cristo e il numero dei fedeli si accrebbe progressivamente. Si giunse così ai giorni difficili dell'anno 1935: le autorità chiusero il locale. Si proseguì fino al 1941 tenendo con prudenza le riunioni di culto di casa in casa; le persecuzioni furono intensificate nel 1941 e i collaboratori furono arrestati e condannati alla misura del Confino. In dicembre dello stesso anno, fu attuata una numerosa serie di arresti ... tra cui il pastore Anastasio nella sua qualità di presidente del disciolto gruppo dei "pentecostali", sito in Napoli, Via Costantinopoli, n° 89. I culti domestici continuarono nonostante l'assenza del pastore e dei suoi collaboratori. Quando i credenti confinati tornarono, non trovarono la comunità dispersa, ma più forte nella fede. Nel 1943 Napoli fu liberata dall'occupazione nazista; la comunità riprese l'evangelizzazione e poco dopo adibì una vecchia cantina, usata per ricovero antiaereo in Via San Giovanni a Carbonara, nel centro di Napoli, a sede della comunità per molti anni. Aurelio Pagano, scriveva nel 1949: "Come locale di culto a Napoli fu adibito un vecchio ricovero nel quale fino ad oggi si riuniscono centinaia di persone a glorificare il nome di Dio. Oggi la chiesa di Napoli è tutta tesa verso il raggiungimento di una meta comune a molte altre chiese d'Italia, quella di avere un locale capace di accogliere migliaia di anime per la maggior gloria di Dio, unico scopo della nostra vita Iddio non mancherà di ascoltare le preghiere che innalziamo a questo fine e ci concederà ancora questo". La costruzione di un nuovo luogo di culto a Napoli era certamente un passo di fede sia per ragioni logistiche sia burocratiche, senza contare i problemi economici di una comunità composta in massima parte di piccoli artigiani, operai e braccianti. Nel gennaio 1952 il pastore Salvatore Anastasio visitò gli Stati Uniti grazie al premio ricevuto dalla casa cinematografica americana Metro Goldwin Mayer, in collaborazione con la compagnia aerea olandese KLM che indisse un concorso che avrebbe premiato la miglior vetrina commerciale d’Italia; la sua visita durò un mese circa. In quell'occasione interessò le Chiese Italiane in America alla costruzione di un edificio di culto per i credenti di Napoli. Il Consiglio di Chiesa concluse l’acquisto di un suolo edificativo in Napoli - via Goffredo Malaterra, 23 – zona Materdei. Si stipulò poi un contratto con una ditta appaltatrice e si cedette l'area superiore al piano terra per la costruzione di un fabbricato di civile abitazione in cambio di un appartamento al primo piano e di un ampio salone a piano terra con galleria e relativo cortile per il futuro parcheggio. Il locale, costruito e adornato con criteri moderni, fu dedicato al Signore il 17 aprile 1955 e ben presto fu ricolmo di credenti perché l'opera di evangelizzazione svolta nella provincia produsse centinaia di conversioni. La comunità aveva acquistato notorietà nazionale non solo perché guidata da ministri come Salvatore Anastasio, Aurelio Pagano e altri “Anziani” che collaboravano, ma anche perché ospitò Convegni Nazionali fondamentali per lo sviluppo delle Chiese poi associatesi come: ”Chiese Cristiane Evangeliche” Salvatore Anastasio lasciò la cura della propria comunità nel 1977 per età e motivi di salute, come suo successore la Chiesa di Napoli elesse Daniele Melluso che dal 28 maggio 1977 al 13 marzo 2010 esercitò il suo ministero. Il luogo di culto era sempre quello di Via Goffredo Malaterra 23 in zona Materdei. Negli ultimi dieci anni di permanenza nel locale di Materdei consistente in 310 mq, nacque l'esigenza di un nuovo luogo di culto più grande e spazioso che potesse accogliere tante persone. Dio guidò a individuare nel 1991 il Teatro 2000 in via Fra Gregorio Carafa 13, un fabbricato di circa 1000 mq di superficie nel centro della città, vicino alla tangenziale. Il suo acquisto fu un miracolo del Signore! Dal 13 marzo 2010, il pastore Daniele Melluso ha lasciato la guida della Chiesa di Napoli via Fra Gregorio Carafa per limiti di età. La Chiesa ha eletto come nuovo Pastore un proprio membro che per trentatré anni ha pasturato in altre Chiese: Davide Di Iorio. La Chiesa di Napoli si è distinta negli anni per essersi adoperata alla nascita di chiese e prodotto ministeri cristiani. Precisamente, trenta comunità delle ADI presenti in città e quarantasei ministeri sviluppati nel tempo e in zone diverse d’Italia (*). Di seguito l’elenco: Salvatore Anastasio (primo convertito e pastore), Davide Anastasio, Cosimo Barretta e Sergio Barretta, Gennaro Basile, Antonio Basile, Sebastiano Bozzon, Carmine Brandi, Giuseppe Calabrese, Sergio Chiribiri, Pasquale D'Alessandro, Stefano D'Alessandro, Davide D'Alessandro, Maurizio D'Alessandro, Daniele Di Iorio, Davide Di Iorio, Giuseppe Di Iorio, Ugo Di Iorio, Abramo Falciano, Arnaldo Di Falco, Pasquale Di Martino, Vittorio Livigni, Daniele Marra, Daniele Melluso, Alfonso Melluso, Giuseppe Melluso, Beniamino Melluso, Elio Melluso, Gianluca Melluso, Marco Melluso, Paolo Melluso, Marco Vario, Paolo Vitulli, Luigi Piacentini, Francesco Pepe, Salvatore Pepe, Giovanni Scarallo, Daniele Scarallo, Giuseppe Scarallo, Aldo Siviero, Enrico Tagliaferri, Francesco De Santis, Daniele Licciardello, Giovanni Mandato, Antonio Torre, Rosario Palma, Gennaro Murone, Umberto Valanzano. Di essi almeno quattro hanno svolto il loro ministero anche fuori di Napoli e provincia e quattro sono ritornati, anche dopo molti anni, nella propria città: A. Melluso (Napoli Secondigliano), E. Melluso (Napoli Miano), Davide Di Iorio (Napoli – via Fra Gregorio Carafa), Maurizio D’Alessandro (Napoli Stella).
Da Teatro 2000 a... tempio di Dio Il locale di Via Fra Gregorio Carafa, nel quale oggi la nostra comunità risiede, fu in precedenza uno dei più popolari teatri napoletani: il Teatro 2000. Grazie a un credente che conosce da tempo via Fra Gregorio Carafa, abbiamo potuto ricostrure cos'era il teatro 2000. "Si chiamava duemila perché aveva duemila posti a sedere. Nel principio fu un teatro accogliente, dove tanti artisti napoletani si esibivano, ma ben presto accolse un unico genere: "La Sceneggiata". Si esibivano così i cosiddetti cantanti neo melodici, l'apice si raggiungeva con Mario Merola e Nino D'Angelo. Ma il fatto che si trovasse vicino alla caserma dell'Arenaccia, favoriva molto la presenza di giovani militari provenienti da tutta Italia, quindi molto presto i padroni del teatro furono costretti a cambiare genere, furono inseriti nella programmazione spettacoli pornografici e comici-scurrili. Era routine di ogni sera vedere giovani e non, gonfiarsi di botte per futili ragioni. Fino a quando nel 1984, un incendio notturno, non si ancora se doloso o non, pose fine agli spettacoli. Qualcuno rimase deluso perché un teatro che si chiamava 2000, avrebbe affascinato molto con l'avvicinarsi del nuovo millennio, ma Dio aveva altri piani". Abbiamo chiesto al nostro pastore emerito Daniele Melluso di raccontarci come fu possibile comprare l'edificio distrutto dal fuoco; ecco cosa ci ha detto: "Negli ultimi 10 anni di permanenza nel locale di Materdei, avvertivamo tutti l'esigenza di un nuovo locale più grande e spazioso che potesse accogliere tante persone. Insieme ai fratelli Pietro Melluso e Luigi Aragione, girammo diversi teatri napoletani, alcuni dei quali sembravano anche accessibili per essere adibiti a locale di culto, ma grazie a Dio perché ci guidò ad individuare nel 1991 il Teatro 2000. Inizialmente fu richiesta una somma troppo elevata per noi. Ma Dio operò facendo "ammorbidire" il proprietario, il quale ridusse la somma ad un prezzo per noi accessibile e ci concesse anche una cospicua dilazione senza richiedere alcuna garanzia. È stato sicuramente un miracolo del Signore! Il locale che abbiamo trovato si trova nel centro della città, a pochi passi dalla tangenziale e dall'autostrada, dall'aeroporto, dalla stazione ed è facilmente raggiungibile con qualsiasi mezzo di trasporto pubblico. Iddio con la Sua mano benigna ci ha accompagnato anche nel tempo in cui sono stati eseguiti i lavori di esecuzione del progetto aiutandoci in tutto: dalla scelta del pavimento a quella delle travi d'acciaio, dal trovare un architetto non esosi a scavare nei sotterranei per ricavare il garage, dall'aiuto di alcuni fratelli che si sono resi disponibili con la loro professionalità nell'esecuzione dei lavori, alcuni di loro anche gratuitamente. La grandezza del locale ci permette di accogliere diverse centinaia di anime, di avere numerose aule per svolgere in modo ordinato la Scuola Domenicale e le nostre numerose attività. Ad esempio il sabato sera nello stesso orario si svolge sia la Riunione dei Giovani, che lo "Dimorando Insieme" . Inoltre il Signore ci sta benedicendo dandoci l'opportunità di ospitare i Convegni dei Pastori della Campania e del Molise, la S.C.B. (scuola di cultura biblica), e periodicamente anche la Riunione Provinciale Giovanile, con l'opportunità quando è necessario di offrire ai nostri fratelli ospiti un pranzo o uno "spuntino" grazie alla nostra cucina e ad un'ampia sala refettorio. Possiamo ben dire che il Signore ha fatto al di là di quello che il nostro cuore desiderava! Sono passati ormai diversi anni dalla dedicazione del locale e ancora oggi i pastori che vengono da altre parti d'Italia rimangono molto soddisfatti dalla struttura e dalla funzionalità del nostro locale, che talvolta è preso ad esempio per la costruzione di nuove chiese. La dedicazione del nuovo locale "Desidero esprimere un sincero sentimento di ringraziamento, a quanti hanno lavorato fino a sera tardi, pur di portare avanti i lavori di questo locale. Non posso fare nomi perché dimenticherei sicuramente qualcuno. Ma desidero ringraziare soprattutto Dio, perché Egli ci ha dato degli uomini ed in modo particolare: Umberto Nello Gorietti, Salvatore Anastasio ed Aurelio Pagano e su quel che loro hanno costruito prima di noi, Dio ha permesso che noi potessimo arrivare fin dove siamo arrivati". Con queste parole, dette con gran commozione, il giorno 29 maggio 1993, il pastore di allora Daniele Melluso apriva la riunione di dedicazione del nuovo locale di culto. Il locale era gremito fin fuori, centinaia e centinaia di fratelli e sorelle accorsero da tutta l'Italia, per poter assistere al primo culto nel nuovo locale. Chi visse quel momento ricorderà sicuramente che sembrava la realizzazione di un lungo sogno; mentre i nostri sguardi guardavano meravigliati il locale, ci sembrava di sentirci più piccoli. Qualche sorella anziana diceva di rimpiangere l'intimità del vecchio locale di Materdei, ma dopo una settimana quella malinconia era già passata. La realizzazione di un sogno..., si, un sogno che i nostri padri avevano fatto tante volte, mentre si riunivano per lodare il Signore nelle case, nelle grotte umide: non c'erano sedie, né riscaldamento ed erano perseguitati dalla milizia fascista e dai cattolici. Eppure sognavano! Se andiamo ancora un po' più indietro negli anni, come abbiamo detto, i nostri fratelli del primo secolo e del 500, non potevano permettersi neanche il pregio di sognare, perché i governanti dell'epoca li avrebbero arsi vivi. Ma tutti dal profondo del loro cuore elevavano una preghiera al trono di Dio, fiduciosi che Egli l'avrebbe udita e che al tempo propizio avrebbe risposto: "Signore fa che terminino le persecuzioni e che ti possiamo lodare in libertà". La loro preghiera è arrivata al trono di Dio, ed Egli ha permesso alla nostra generazione di realizzare quel sogno. Nessuno di coloro che soffersero per la causa di Cristo ha potuto vedere tutto questo; l'ultimo dei pionieri Pasquale D'Alessandro, fu promosso in gloria proprio qualche settimana prima della dedicazione del nuovo locale. Forse Dio "aveva per loro qualcosa di meglio". Presente alla dedicazione solo la sorella Elvira Cecciarelli, la quale fu chiamata in gloria nel 1995. A noi dunque è stato concesso di vedere i frutti di coloro che "seminarono piangendo" e possiamo veramente affermare con tutto il nostro cuore che "l'Eterno ha fatto cose grandi per loro, l'Eterno ha fatto cose grandi per noi, e noi siamo nella gioia" (Salmo 126). Nel culto di dedicazione, erano presenti quasi tutti i pastori della Campania ed inoltre c'erano i fratelli: Rito Corbo segretario delle ADI, Alfonso Melluso segretario del comitato di zona, Giorgio Bouchard pastore valdese e allora presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. Molti fratelli e sorelle della nostra comunità, giovani e anziani, si disposero per collaborare nel servizio d'ordine. Il culto si svolse in una meravigliosa e dolce atmosfera di gioia, adorazione e ringraziamento a Dio per come potevamo ancora vedere manifestata la sua fedeltà in quest'opera meravigliosa iniziata nella nostra città sessant'anni prima. Durante il culto fummo consolati dalla Corale e dall'Orchestra che elevarono magistralmente degli inni a Dio, e dalla predicazione del pastore Francesco Toppi, presidente ADI il quale esortò la comunità a non dimenticare che siamo pellegrini su questa terra, che il nuovo locale di culto rappresentava l'inizio di un opera e non la fine e di fare nostro l'invito del profeta Isaia 54:2 "Allarga il luogo della tua tenda". Di seguito un sunto della predicazione. Desidero innanzitutto esprimere un ringraziamento al Signore e i miei complimenti alla Comunità di Napoli per quest’eccezionale locale di culto. Ogni qual volta che possiamo strappare all’avversario un luogo come questo (un ex teatro) e farlo diventare un tempio per la gloria di Dio, noi siamo molto felici. Questo è un giorno di gioia per la comunità di Napoli, perché si vede realizzato un sogno, ma vorrei dire a tutti i fratelli e sorelle che questa non è la fine di un’opera, ma è l’inizio. Non siamo giunti al traguardo, il nostro traguardo sono le nozze dell’Agnello. La Chiesa di Gesù non può essere confusa con un bel locale il quale altro non è che uno strumento per raccogliere anime bisognose di salvezza e liberazione. Il nostro testo si trova nel capitolo 54 di Isaia ai versi 2 e 3: “Allarga il luogo della tua tenda, si spieghino i teli della tua abitazione, senza risparmio; allunga i tuoi cordami, rafforza i tuoi pioli! Poiché ti spanderai a destra e a sinistra; la tua discendenza possederà le nazioni e popolerà le città deserte”. Il testo ci richiama a un fatto fondamentale: il popolo di Dio è un popolo pellegrino verso la sua santa città. Non dice “allarga il muro del tuo tempio” ma “allarga il luogo della tua tenda”. Sei di passaggio quaggiù, sei forestiero, sei un nomade che cammina verso la gloria, fa spazio, estenditi, non rimanere fermo perché altri possano abitare con te nella presenza del Signore. Quando pensiamo ai pionieri di quest’opera e gli umili inizi di questa comunità 70 anni fa, non possiamo fare altro che ringraziare il signore perché un piccolo gruppo di artigiani sentì nel cuore di predicare l’Evangelo alla gente semplice e a coloro che non erano tenuti in alcun conto da alcuni. Come non ricordare il primo modestissimo locale di culto preso in fitto in via Costantinopoli nel 1933, chiuso dalla Polizia fascista nel 1935. Come non ricordare le persecuzioni, l’arresto e l’invio al confino dei fratelli responsabili: Salvatore Anastasio, Aurelio Pagano e altri con le loro numerose famiglie. Come non ricordare la comunità ricostruita che si radunava in una cantina (ex ricovero antiaereo) in via San Giovanni a Carbonara, un luogo umido e freddo ma dove la potenza di Dio è scesa ed ha salvato, battezzato, liberato e guarito centinaia di persone. Già nel 1949 la comunità aveva allargato il luogo della sua tenda, erano state raggiunte Pompei, Portici, Torre Annunziata, Sarno, Frattamaggiore, Castellammare e Caivano. Quel luogo stretto fin dall’inizio divenne ben presto totalmente insufficiente. Fu necessario trovare un altro luogo e la famiglia Melluso mise a disposizione la propria fabbrica, un ex convento a Capodimonte, dove di giorno si costruivano calzature e a una certa ora si chiudeva perché era ora di culto; lì si radunarono per molti anni. Nel 1953 fu costruita la bella sala di Via Malaterra, una sala capiente e si pensò che quella fosse stata sufficiente ma avevano fatto i conti male. Quella sala è diventata troppa piccola e c’è stato bisogno di questo nuovo meraviglioso locale. Oggi dopo 60 anni bisogna dare testimonianza nella zona metropolitana di Napoli e in provincia. Questa chiesa pellegrina ha allargato il luogo della sua tenda ed esistono 36 comunità costituite, 25 gruppi e 12 stazioni, per un totale di 73 comunità delle A.D.I. Non accontentarti di avere già allargato la tenda ma estenditi ancora; non ti fermare, ancora migliaia di persone sono senza una tenda, raggiungili e se non sanno dove riposare e trovare pace proclama loro che Cristo è la soluzione a ogni loro problema. Sii sempre, chiesa di Napoli, una comunità aperta per quanti sono senza Dio e senza speranza. “Si spieghino le tele delle tue dimore”; un popolo che viaggia nel deserto, pianta ogni sera la sua tenda e spiega le tele in modo che tutti sappiano che in quel deserto c’è una popolazione che sta abitando che è diversa dagli altri. Il popolo di Dio, fedele a Cristo e annunciatore di tutto l’Evangelo non può nascondersi, deve gridare ai quattro venti: “C’è ancora posto nella sala del Re dei re, venite, tutto è pronto perché Dio ha predisposto in Cristo la salvezza, la speranza, la liberazione e la gloria!”. La tenda dove abita il popolo di Dio è una tenda sicura perché Dio dice nel Salmo 91: “Male alcuno non ti coglierà, né piaga alcuna si accosterà alla tua tenda”. È altresì una tenda felice, il Salmo 118 dice: “Un grido di esultanza e di vittoria risuona nelle tende dei giusti, la destra dell’Eterno fa prodezze” e Gesù disse: “Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli”. Il testo continua dicendo: “senza risparmio” e ciò è un richiamo alla consacrazione. La consacrazione è il segreto del successo, nessun sacrificio perché Dio ama un donatore allegro, non soltanto riferendoci all’offerta; molti sono disposti ad offrire i loro beni senza offrire loro stessi al Signore. Senza risparmio testimonia, annuncia l’Evangelo, se tu taci chi annuncerà la salvezza di Cristo? E poi “allarga i tuoi cordami” è un richiamo alla perseveranza. Il popolo di Dio è tenuto insieme da corde, come quelle che uniscono le tende, senza le quali ogni telo è separato dagli altri. La corda è quella descritta in Ecclesiaste: “La corda a tre capi”, e i tre capi sono: fede, speranza e amore. Ancora: “Rafforza i tuoi pioli” è un richiamo alla fermezza. Come il piolo deve essere fermato al suolo, così noi dobbiamo mostrare fermezza alla sana dottrina, alle promesse di Dio ed alle condizioni che se rispettate verranno realizzate, fermezza nella potenza dello Spirito Santo e nella speranza del ritorno di Gesù a stabilire il Suo regno eterno. Infine c’è una promessa: “Tu ti spanderai a destra e a sinistra”, Dio ci aiuti a ricordare che siamo nella vittoria e nel Suo nome possiamo conquistare chi non ha speranza. IL SIGNORE CI BENEDICA! Il giorno dopo iniziò una campagna evangelistica grazie alla presenza, ancora una volta, del nostro fratello Herman in quella che fu l'ultima visita nella nostra città. Non più in un teatro come trent'anni prima ma in un ex teatro ormai diventato un luogo consacrato al Signore. Egli aveva chiesto al Signore di permettergli di vedere il nuovo locale di culto napoletano prima di richiamarlo a Sè. In questa occasione fu accompagnato dalla sua consorte, la sorella Mildred, che con grande maestria intonava degli inni alla gloria di Dio con il suo violino. Grande fu l'impegno nella distribuzione di volantini per la città, che vide coinvolti tanti fratelli e sorelle della nostra comunità. Tante anime in quegli otto giorni accettarono il Signore come personale Salvatore e furono guariti. Certamente non vi poteva essere inizio migliore! Grazie all’edificio a disposizione della Comunità di Napoli, si può contare su una sala culto di 900 posti a sedere e che permette di tenere due culti domenicali, molte aule per una numerosa Scuola Domenicale di 320 studenti, un refettorio usato anche per le attività per ragazzi di "Dimorando Insieme" di settantacinque partecipanti, una sala riunioni per gli oltre 100 giovani e che viene anche utilizzata per permettere culti a credenti Rifugiati ospiti di vicine strutture alberghiere, stanze per la Scuola di musica e canto di 70 studenti, una biblioteca, luoghi per prove dei diversi complessi musicali e canori di evangelizzazione. Inoltre, la Chiesa gode anche di cucina e sala refettorio per agapi comunitarie, ospitalità di Cori e Gruppi Giovanili in visita e preparazione di pasti per i poveri che sono poi distribuiti (*). Di fronte all’edificio di culto, si è acquistato un appartamento adibito a casa pastorale (27 febbraio 2012) che mancava nell’edificio di culto. Continua l'opera di evangelizzazione a cura della Comunità stabilendo nuove Missioni che poi crescono e spesso diventano autonome. Al momento sono a cura diretta della Comunità: Procida (2002), Napoli Materdei (2008), Napoli Colli Aminei (2012), Napoli – Sanità (1 febbraio 2017). Nuove attività evangelistiche a cura della Comunità, le prime dirette del culto domenicale serale sul Web: www.adinapoli.it (22 gennaio 2012), TV: "Tutto è possibile" sul canale 245 – PDV (22 marzo 2014), Radioevangelo: 102,800 MH (21 ottobre 2012), Facebook (28 agosto 2016). Inoltre, la produzione dei programmi televisivi e radiofonici cristiani: “Tutto è possibile” (19 febbraio 2012) e di “E c’insegnava le Scritture” (settembre 2014). * dati 2022. Nella sezione GALLERY alcune foto del locale |
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