Eliana Rustici
Eliana Rustici Eleonora Rustici, più nota come Eliana, nacque a Terni il 30 maggio 1912 da genitori evangelici metodisti ed ebbe quindi una educazione strettamente cristiana ed evangelica fin da piccina. Non si sa molto della conversione all’Evangelo di Giuseppe Rustici e della consorte Amabilia, ambedue nati e vissuti in Umbria per circa cinquanta anni. Tuttavia, Rustici è un cognome illustre tra i riformati italiani del seicento. Filippo Rustici, medico lucchese, è ricordato per una revisione della Bibbia del Brucioli, pubblicata a Ginevra nel 1562, ma è soltanto una pura coincidenza. Nel 1929 la famiglia Rustici si trasferì da Orvieto a Milano, dove Giuseppe poteva svolgere con maggiore successo la propria attività di rappresentante di commercio. Eliana, nonostante avesse sofferto fin da bambina di una grave forma di artritismo che le aveva procurato un difetto cardiaco, con l’applicazione e la sua intelligenza non comune, studiò e riuscì ben presto a trovare un ottimo impiego come segretaria d’azienda presso la sede della Remington. Intanto con la famiglia era membro della Chiesa metodista di Milano e molto interessata alla vita comunitaria. Tuttavia avvertiva dentro di sè un vuoto che insieme ai genitori cercava di riempire. Avida lettrice, si era fatta una profonda cultura di storia della Chiesa ed in particolare del risveglio metodista e del suo animatore, Giovanni Wesley. Notava la differenza tra le esperienze di fede dell’iniziale movimento metodista e l’aridità della comunità nella quale viveva, desiderando ardentemente la stessa esperienza che Wesley aveva realizzato: “la nuova nascita”. La sua ricerca la spingeva a visitare le altre chiese evangeliche della città e per un tempo frequentò anche la comunità valdese, ispirata ed entusiasmata dai sermoni del giovane pastore Mariano Moreschini. In questa sua affannosa e continua ricerca fu aiutata da una sua collega ed amica, Ada Rossi, che nel 1933 le parlò di un piccolo gruppo di credenti evangelici che stava rivivendo l’esperienza dei giorni apostolici e che come i primi cristiani erano perseguitati e si radunavano clandestinamente in casa privata. Eliana scoperse allora che l’opera dello Spirito Santo, della quale aveva sentito parlare come una dichiarazione teorica, era una realtà capace di rendere attuale l’opera di Cristo con la “nuova nascita” del credente, col battesimo nello Spirito Santo, con la guarigione divina, con le grazie ed i carismi che si manifestano individualmente a favore dei credenti. Ecco che nel messaggio pentecostale “trovava quell’elemento mancante che riusciva a rendere attiva ed operante l’antica storia della Redenzione. La sofferenza e la morte di Cristo assumevano nuove dimensioni e sembravano staccarsi da quel loro tradizionale e sbiadito scenario. (…). Il miracolo della salvezza era una realtà ed ella prendeva a percorrere il resto della Sua vita a fianco del Redentore” (1). Ben presto, Eliana ed i genitori, dopo l’esperienza della “nuova nascita” e del battesimo nello Spirito Santo, si integrarono nella piccola ma fervente comunità pentecostale che si radunava privatamente, curata prima da Francesco Testa e, dal 1933 in poi, da Mario Lucini, che nel frattempo era rientrato dalla Francia. In quel periodo i contatti con le chiese erano difficili, tuttavia Umberto N. Gorietti, spesso a Milano per ragioni di lavoro, visitando il gruppo, stabilì una fraterna amicizia con la famiglia Rustici e soprattutto con Giuseppe, anche per affinità professionale. Nonostante i Rustici fossero una famiglia serena, furono anch’essi nel mirino della polizia. Su richiesta del Prefetto di Siena vennero richieste informazioni riservate alla Prefettura di Milano. Il documento del 16 ottobre 1939 dichiara tra l’altro: “La famiglia Rustici, che professa la religione evangelica, qui non ha mai dato luogo a rilievi” (2). La richiesta del Prefetto di Siena fa presumere che in quella città Giuseppe Rustici, durante tanti viaggi per ragioni di lavoro, abbia incontrato i fratelli del piccolo gruppo pentecostale allora esistente, e di conseguenza ecco scattare l’indagine della polizia. La vita serena di Eltana Rustici fu poco dopo sconvolta da una serie di prove e di lutti. Dopo breve malattia, all’età di 61 anni, terminò il suo pellegrinaggio terreno la madre e nell’autunno del 1941 all’età di 59 anni, venne a mancare per infarto cardiaco, anche il padre Giuseppe. Giuseppe Rustici si trovava a Roma per ragioni di lavoro e mentre era presso una ditta, avvertì una tremenda fitta al cuore, fece appena in tempo a telefonare al fratello Gorietti perché lo raggiungesse al policlinico dove si stava dirigendo in taxi. L’amico fraterno corse al pronto soccorso appena in tempo per pregare con lui e vederlo andarsene col suo Signore che aveva tanto gioiosamente amato e servito. Fu un dolore per tutta la comunità di Roma, che spesso il fratello Rustici visitava, e che aveva imparato ad amarlo per la schiettezza dei suoi sentimenti e la sua bonarietà. Fu così che nell’autunno del 1941, Eliana Rustici giunse a Roma per i funerali del padre, accolta con profondo affetto fraterno. Praticamente Eliana era rimasta sola, l’unico fratello, mai convertito, era militare, quindi fu invitata a rimanere qualche giorno a Roma. Venne accolta da Angela Ghirielli Arcangeli ed in quei giorni maturò l’idea di trasferirsi definitivamente a Roma. La ragione allora addotta fu il clima di Roma più clemente di quello di Milano e più confacente alla sua salute cagionevole, ma forse giocarono in favore di questa decisione anche la calorosa accoglienza della comunità di Roma che, essendo più numerosa, poteva esserle di maggior aiuto morale e spirituale, ed il fatto che si riavvicinava all’ambiente della sua fanciullezza. Sebbene fosse una donna di profonda intuizione, nè lei né altri, videro allora in quella scelta una vera e propria guida divina per quello che in seguito sarebbe stata la sua visione e chiamata. Si era in tempo di guerra, ma quasi miracolosamente fu subito assunta come segretaria del presidente di una notissima società e vi rimase, sempre altamente stimata per la sua professionalità e serietà, fino alle sue dimissioni presentate nel 1956, quando prenderà corpo la sua visione e missione. A Roma, Eliana Rustici abitò sempre presso quel n. 10 di via Clitunno che, durante la persecuzione, divenne in pratica la sede clandestina della comunità pentecostale. Anni prima, Luigi Arcangeli, vice anziano della chiesa di Roma – oggi sarebbe chiamato assistente pastore – aveva affittato tutto il villino di sei stanze e vi abitavano tre famiglie pentecostali, oltre agli ospiti di passaggio. Lo spazio non era molto, ma allora bastava molto poco per essere soddisfatti. Qui, e si era in piena persecuzione, si tenevano