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Data di pubblicazione : 20/06/2013


POCHI SALVATI!

"Un tale gli disse: «Signore, sono pochi i salvati?» Luca 13:23

 

John Charles Ryle ( 1816 –1900)

Do qui per scontato, caro lettore, che tu sei un cristiano e che respingi l'idea di essere un deista o un miscredente. Tu proclami la veracità della Bibbia. La nascita di Cristo il Salvatore, la morte di Cristo il Salvatore, la salvezza provvedutaci da Cristo il Salvatore, sono fatti che certamente non hai mai messo in discussione. Ma, tutto sommato, questo tipo di cristianesimo quale vantaggio ti porterà, alla fine? Donerà qualche beneficio all'anima tua, quando morrai? In termini più chiari: sarai salvato?

 Magari ora sei nel pieno della gioventù, forte e vigoroso. Forse non hai mai avuto un giorno di malattia nella tua vita e non sai cosa voglia dire sentirsi debilitato e sofferente. Hai progetti e propositi per il futuro e credi che la morte sia ben lontana da te.

 Ma, nonostante ciò, ricorda che spesso essa sorprende i giovani nel fiore dei loro anni. Il più florido e forte della famiglia non sempre è quello che vive più a lungo. Il sole potrebbe tramontare prima che la tua vita giunga al mezzodì. Ancora un po' e potresti ritrovarti, tuo malgrado, rinchiuso in una dimora stretta e silenziosa, al di sopra della quale crescono le margherite. Pensaci, dunque: sarai salvato?

O forse sei benestante e vivi nel benessere, in questo mondo. Possiedi tanto denaro e tutto quello che esso può dare. Hai "onore, amore, ubbidienza, schiere di amici". Tuttavia, ricorda: le ricchezze non sono per sempre. Non potrai tenerle che per pochi anni. è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio. (Prov. 27:4; Ebr. 9:27). Perciò, considera: sarai salvato?

O probabilmente sei bisognoso e squattrinato. A stento riesci a provvedere cibo e vestiario per te e per la tua famiglia. Ti senti spesso avvilito per la mancanza di tutti quei confort che non sei in grado di procurarti. Come per il mendicante Lazzaro, sembra che la sorte ti abbia riservato solo "i mali". Tuttavia, malgrado ciò, ti consola il pensiero che questo stato di cose finirà. Esiste un mondo a venire, dove la ristrettezza e la povertà saranno sconosciute. Ma pure, ti prego di riflettere per un momento: sarai salvato?

Forse hai una fisico fragile e una salute cagionevole. Non sai cosa significhi star bene. La buona condizione fisica ti ha abbandonato da così tanto tempo, che hai quasi dimenticato cosa sia. La mattina sospiri: Fosse pur sera!, e la sera: Fosse pur mattina! A volte ci sono giorni in cui, per l'estrema debolezza, sei tentato di dire come Giona: per me è meglio morire piuttosto che vivere (Giona 4:3). Eppure, ricorda, la morte non è tutto. C'è qualcos'altro oltre la tomba. E poi, considera: sarai salvato?

Se fosse facile esser salvati, non sarei qui a scrivere queste righe. Ma è così? Vediamo.

Se l'opinione corrente nel mondo, quanto al numero dei salvati, fosse corretta, non turberei gli uomini con queste domande inquisitorie e impegnative. Ma è così?

Se Dio non avesse mai parlato chiaramente, nella Bibbia, sul numero dei salvati, potrei anche starmene zitto. Ma è così? Vediamo.

Qualora l'esperienza e i fatti lasciassero nel dubbio se i salvati sono pochi o molti, potrei starmene in pace. Ma è così? Vediamo.

Ci sono quattro punti che mi propongo di esaminare, nel considerare il soggetto che ci sta dinanzi.

1.   Spiegare cosa significa essere salvati.

2.   Evidenziare gli errori comunemente commessi circa il numero dei salvati.

3.   Mostrare cosa dice la Bibbia sul numero dei salvati.

4.   Esporre alcuni fatti indiscutibili a proposito di questa realtà.






Un'analisi serena di questi quattro punti, in un'epoca di diffusa noncuranza della religione, si rivelerà di grande importanza per le nostre anime.


1.   Che significa essere salvati.

Innanzitutto, voglio spiegare che cos'è essere salvati. È un soggetto che va chiarito e finché non lo avremo afferrato, non faremo progressi. Per "essere salvato" io posso intendere una cosa e voi un'altra. Ora, voglio mostrarvi cosa intende la Bibbia per essere "salvato", così non potranno più esserci equivoci.

Essere salvati non significa semplicemente dichiararci e definirci cristiani. Possiamo avere tutti i crismi esteriori del cristianesimo e nonostante questo essere perduti. Possiamo essere battezzati nella Chiesa di Cristo, partecipare alla mensa del Signore, avere una conoscenza cristiana, essere riconosciuti uomini e donne cristiane, eppure essere morti nell'anima e, nel giorno del giudizio, essere messi alla sinistra di Cristo, tra i capri. No: questa non è la salvezza! La salvezza è qualcosa di molto più elevato e profondo di tutto ciò. Ma allora cos'è?

a)    Essere salvati è essere affrancati, in questa vita presente, dalla colpa del peccato per la fede in Gesù Cristo il Salvatore. È essere perdonati, giustificati e liberati da ogni imputazione di peccato per la fede nel sangue e nell'intercessione di Cristo. Chiunque crede con il suo cuore nel Signore Gesù Cristo, è un salvato. Egli non perirà. Possiede la vita eterna. Questa è la prima parte del piano di salvezza, e la radice di tutto ciò che viene dopo. Ma non è tutto.

b)   Essere salvati è essere liberati, in questa vita presente, dalla potenza del peccato, essendo nati di nuovo e santificati dallo Spirito di Cristo. Comporta l'essere sciolti dall'odiosa egemonia del peccato, del mondo e del diavolo, essendo stati fatti partecipi della nuova natura messa in noi dallo Spirito Santo. Chiunque è così rinnovato nello spirito della sua mente, e quindi è un convertito, è un'anima salvata. Egli non perirà ma avrà accesso nel regno glorioso di Dio. Questa è la seconda parte della salvezza. Ma non è tutto.

c)    Essere salvati vuol dire essere riscattati, nel giorno del giudizio, da tutte le terribili conseguenze del peccato. È essere dichiarati innocenti, senza macchia, irreprensibili e completi in Cristo, laddove altri saranno trovati colpevoli e condannati in eterno. Significa poter ascoltare le rassicuranti parole Venite, voi benedetti!, mentre agli altri toccherà udire le terrificanti parole Andate via da me, maledetti! (Mat. 25:34-41).

È essere riconosciuti e confessati da Cristo come suoi cari figli e servitori, mentre altri saranno respinti e scacciati via per sempre. È essere resi liberi dalla sorte degli empi, dal verme che non muore, dal fuoco inestinguibile, dal pianto, dal lamento e dallo stridore dei denti, che non avranno giammai fine. È ricevere la ricompensa preparata per il giusto, nel giorno della seconda venuta di Cristo: il corpo glorioso, il regno incorruttibile, la corona che non appassisce, la gioia eterna. Questa è quella che si chiama una salvezza completa. Questa è la "redenzione" che i veri cristiani sono invitati a guardare con attenzione e a bramare (Luca 21:28). Questa è l'eredità destinata a tutti gli uomini e le donne che credono e sono nati di nuovo.

Essi per fede sono già salvati. Agli occhi di Dio, la loro salvezza definitiva è già un fatto compiuto. I loro nomi sono scritti nel libro della vita. Le loro stanze nei cieli stanno per essere preparate. Tuttavia essi non giungono alla pienezza della redenzione e della salvezza mentre sono nel corpo. Sono salvati dalla colpa e dalla potenza del peccato, ma non dal bisogno di vigilare e di pregare di esser liberati da esse. Sono salvati dalla paura e dall'amore del mondo, ma non dalla necessità di doverlo combattere quotidianamente. Sono salvati dal dominio di Satana, ma non esonerati dalle sue tentazioni.

Però, quando Cristo verrà, la salvezza dei credenti sarà ultimata. Essi la posseggono già in embrione, ma in quel giorno la realizzeranno pienamente. Questa è salvezza. Significa essere salvati dalla colpa, dal potere e dalle conseguenze del peccato. Significa credere e essere santificati adesso e liberati dall'ira di Dio nell'ultimo giorno.

Chi realizza la prima parte in questa vita, godrà senza dubbio la seconda in quella a venire. Entrambe le parti sono collegate e ciò che Dio ha unito, l'uomo non si azzardi a dividere. Nessuno pensi di poter essere salvato alla fine, se prima non è nato di nuovo e nessuno dubiti, essendo nato di nuovo, di esser salvato, in futuro. Non dimentichiamo mai che il principale obiettivo di un ministro del vangelo è promuovere la salvezza delle anime.

Pongo come fatto certo che non è un vero ministro l'uomo che non è animato da un tale sentimento. Non sto parlando di chi ha ricevuto gli ordini! Tutto può essere stato fatto correttamente e secondo le regole. Si può indossare un abito nero ed essere chiamati "reverendo", ma se il suo primo interesse - la passione predominante - il pensiero del cuore da cui si è assorbiti non è la salvezza delle anime, non si è veri ministri del vangelo; si è mercenari, non pastori.

Le chiese possono averci chiamati, ma non lo Spirito Santo. I vescovi possono averci ordinato, non Cristo. Per quale scopo gli uomini stabiliscono dei ministri? Soltanto per indossare un abito talare e predicare un certo numero di sermoni? Semplicemente per amministrare i sacramenti e celebrare i matrimoni e i funerali? È solo per vivere in maniera confortevole e avere una posizione rispettabile? No di certo! Noi siamo stati posti per adempiere a fini più eccellenti di questi. Siamo mandati per convertire gli uomini dalle tenebre alla luce e dalla podestà di Satana a Dio. Siamo mandati per persuadere gli uomini a fuggire dall'ira a venire. Siamo mandati a strappare le anime dal servizio al mondo per metterle al servizio di Dio, a risvegliare quelli che dormono, a scuotere gli insensati, per salvarne ad ogni modo alcuni (1 Cor. 9:22).

Non basta fissare dei culti e esortare i credenti a frequentarli. Non basta radunare delle grandi assemblee, avere delle Cene del Signore affollate e una scuola domenicale piena. Ciò che desideriamo vedere è l'opera tangibile dello Spirito tra le persone, il senso visibile del peccato, una fede vivente in Cristo, un radicale cambiamento del cuore, una netta separazione dal mondo, un santo camminare con Dio. In altre parole, vogliamo vedere anime salvate.

E ci comportiamo da pazzi e impostori, da ciechi guide di ciechi, se ci sentiamo soddisfatti da qualcosa di meno. Dopo tutto, il grande scopo della religione è essere salvati e questo è il grande problema da risolvere con le nostre coscienze. La questione non è se andiamo in chiesa, se adottiamo certe forme esteriori e certi cerimoniali, se osserviamo determinati giorni o se eseguiamo a un certo numero di doveri religiosi. La questione è se, dopo tutto questo, saremo "salvati". Se non otteniamo questo risultato, tutte le nostre opere religiose sono uno sforzo vano. Mai, mai contentarsi di una religione a buon mercato. Sentirsi appagati da una religione che non dà né pace nella vita, né speranza nella morte, né gloria nel mondo a venire, è una puerile follia.

Seconda parte


Tratto e liberamente tradotto, a cura di Ciro Izzo, dal libro Old Paths, di John Charles Ryle ( 1816 - 1900).



 

     
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